Una positiva conferma
Moderatore: Cruscanti
Una positiva conferma
Questo articolo della Repubblica in linea potrebbe instillare un po' di buonumore.
Immagino la domanda dello studente americano: «What’s the Italian for marketing?» Risposta: «Si dice marketing.» «And what about mouse, screensaver, password?» «I’m afraid we don’t have any words for that: we use yours». Risposta finale dello studente: «I think I’d better study another language, then.»
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Parole veritiere quanto crudeli.Marco1971 ha scritto:Immagino la domanda dello studente americano: «What’s the Italian for marketing?» Risposta: «Si dice marketing.» «And what about mouse, screensaver, password?» «I’m afraid we don’t have any words for that: we use yours». Risposta finale dello studente: «I think I’d better study another language, then.»

Non so: se le motivazioni degli studenti sono quelle indicate nell'articolo, credo che il suo ipotetico studente non sarebbe affatto scosso.Marco1971 ha scritto:Immagino la domanda dello studente americano: «What’s the Italian for marketing?» Risposta: «Si dice marketing.» «And what about mouse, screensaver, password?» «I’m afraid we don’t have any words for that: we use yours». Risposta finale dello studente: «I think I’d better study another language, then.»
Non sarebbe scosso, né squassato né scioccato. Semplicemente capirebbe (se qualcosa capisce) che l’italiano è una lingua classica, come il greco e il latino, e non piú una lingua moderna.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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S'immagini anche la sorpresa dello studente se chiedesse a un traduttore verso l'inglese: «What's the English for sprezzatura?» Risposta: «It's sprezzatura, we just use the Italian word; look it up in the dictionary.»Marco1971 ha scritto:Immagino la domanda dello studente americano: «What’s the Italian for marketing?» Risposta: «Si dice marketing.» «And what about mouse, screensaver, password?» «I’m afraid we don’t have any words for that: we use yours». Risposta finale dello studente: «I think I’d better study another language, then.»
Sprezzatura è un termine che conosceranno solo le persone colte in inglese (non è nel COBUILD, né nel Cambridge Advanced, né nel corposo Longman Dictionary of the English Language, sicché non fa parte delle 100.000 parole piú usate, e lo Shorter Oxford giustamente lo scrive in corsivo). Gli esempi che ho fatto si riferiscono a parole d’uso quotidiano in italiano.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Appunto: sono parole d'uso quotidiano in italiano. Vede che siamo d'accordo?Marco1971 ha scritto:Sprezzatura è un termine che conosceranno solo le persone colte in inglese (non è nel COBUILD, né nel Cambridge Advanced, né nel corposo Longman Dictionary of the English Language, sicché non fa parte delle 100.000 parole piú usate, e lo Shorter Oxford giustamente lo scrive in corsivo). Gli esempi che ho fatto si riferiscono a parole d’uso quotidiano in italiano.

Direi comunque che solo tre: marketing, mouse e password, fra le quattro, sono veramente parole d'uso quotidiano, mentre screensaver ha un equivalente concorrenziale, ossia salvaschermo (186.000 occorrenze in Google).
Intendevo questo: la parola sprezzatura, in inglese, è praticamente sconosciuta e non designa una realtà fondamentale; le parole mouse, marketing, password, invece, sono del parlar comune e designano realtà fondamentali. Chi usa sprezzatura in inglese lo fa a mo’ di citazione dotta; non cosí chi in italiano adopera mouse, marketing, password. Su questo si dichiara d’accordo?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Certamente. Allora per favore nell'immaginaria conversazione che ho riportato sopra sostituisca sprezzatura con pizza.Marco1971 ha scritto:Intendevo questo: la parola sprezzatura, in inglese, è praticamente sconosciuta e non designa una realtà fondamentale; le parole mouse, marketing, password, invece, sono del parlar comune e designano realtà fondamentali. Chi usa sprezzatura in inglese lo fa a mo’ di citazione dotta; non cosí chi in italiano adopera mouse, marketing, password. Su questo si dichiara d’accordo?
E Roberto risponderà con pasta, ma il concetto resta lo stesso: in inglese sono poche le parole italiane (comuni o tecniche) e non sconvolgono le strutture fonetiche; in italiano sono molte le parole inglesi, e creano disturbi fonetici e grafici.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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