Genitore
Moderatore: Cruscanti
Genitore
Come mai alcuni vocabolari indicano genitore come solo maschile e altri no?
Re: Genitore
Perché esiste il femminile genitrice, sostantivo d'uso letterario, che significa 'colei che genera o ha generato', 'madre' (GRADIT).Federico ha scritto:Come mai alcuni vocabolari indicano genitore come solo maschile e altri no?

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Il Garzanti, ad esempio, ma anche lo Zingarelli, e il Gabrielli.Marco1971 ha scritto:Quale dizionario non precisa che è solo maschile?
Ma lei lo potrà constatare meglio di me.
E infatti tutti i vocabolari hanno un lemma separato, colle sue accezioni specifiche divine e scherzose. Genitore è diverso perché al plurale è usato comunemente per indicare il padre e la madre insieme o indistintamente, mentre al singolare è abbastanza burocratico, specialmente quando significa «padre o madre»; ma quando si volesse usarlo con significato solo femminile che cosa si dovrebbe fare?bubu7 ha scritto:Perché esiste il femminile genitrice, sostantivo d'uso letterario, che significa 'colei che genera o ha generato', 'madre' (GRADIT).
Un esempio banale, l'uso di genitore (soprattutto in campo informatico) per dire «di livello superiore».
Federico, Federico... deve leggere con più attenzione i dizionari!
Tutti i dizionari che ha citato danno la risposta.
Il De Mauro in linea dice esplicitamente: genitore s. m. e genitrice s. f LE[tterario].
Il Garzanti in linea: genitore s. m. (f. -trice) (lett.) [in questo caso le indicazioni tra parentesi sono un rimando alla voce genitrice].
Lo Zingarelli 2002: genitore s. m. (f. -trice) [anche qui la parte tra parentesi è un rimando alla voce femminile].
Il Gabrielli in due volumi è il più esplicito: genitore (pl. -ri), s. m. (f. -trice, -ci, v.) lett.
A questo punto anche il suo dubbio informatico è stato chiarito, vero?
Tutti i dizionari che ha citato danno la risposta.
Il De Mauro in linea dice esplicitamente: genitore s. m. e genitrice s. f LE[tterario].
Il Garzanti in linea: genitore s. m. (f. -trice) (lett.) [in questo caso le indicazioni tra parentesi sono un rimando alla voce genitrice].
Lo Zingarelli 2002: genitore s. m. (f. -trice) [anche qui la parte tra parentesi è un rimando alla voce femminile].
Il Gabrielli in due volumi è il più esplicito: genitore (pl. -ri), s. m. (f. -trice, -ci, v.) lett.
A questo punto anche il suo dubbio informatico è stato chiarito, vero?

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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E non solo i fisici: infatti è sicuramente la soluzione piú semplice.Bue ha scritto:I fisici (almeno alcuni) usano madre... ad esempio: particella madre e particelle figlie.
A parte qualche diversità delle versioni consultate, non sono sicuro di aver capito che intende dire: le indicazioni fra parentesi della forma al femminile sarebbero sempre rimandi a un altro lemma (e adulatore?)?bubu7 ha scritto:Federico, Federico... deve leggere con più attenzione i dizionari!
Tutti i dizionari che ha citato danno la risposta.
Il Garzanti in linea non ha nemmeno la voce genitrice, perciò maschile e femminile sono considerati insieme.
Il De Mauro in linea ha due voci ma da genitore non rimanda a genitrice, che è un lemma ben distinto e perciò non può essere usato in certe accezioni specifiche del primo (per la cui accezione 3, del resto, si considera solo il caso di programma genitore, solo maschile).
Allo stesso modo il Gabrielli distingue i due lemmi abbastanza esplicitamente con quel «V.», ma d'altro canto non prende in considerazione casi in cui genitore sia usato al femminile in accezioni non previste da genitrice in quanto lemma autonomo. (Comunque nella versione monovolume è: «genitore, s.m. (pl. m. -ri; f. -tríce, pl. -ci, (V.) 1 [...] lett., per anton. Dio Creatore». E anche genitrice è considerato letterario solo nell'accezione «Che genera, che ha generato: Venere —».)
Lo Zingarelli invece è semplicemente piú sbrigativo e, considerando solo la seconda accezione riportata dal Gabrielli, considera genitrice lett. in toto.
Ma Federico, perché si complica la vita? Genitore è solo maschile, punto. Non si può dire *la genitore. Il Garzanti in linea dice, come ben può vedere:
s. m. [f. -trice] (lett.)
Non capisco proprio l’origine della sua domanda…
s. m. [f. -trice] (lett.)
Non capisco proprio l’origine della sua domanda…

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non penso fosse questo il senso della domanda.Marco1971 ha scritto:Ma Federico, perché si complica la vita? Genitore è solo maschile, punto. Non si può dire *la genitore.
Certo, non si può dire *la genitore, come non si può dire *la sostenitore.
Ma sostenitore ha il femminile in sostenitrice con la stessa ampiezza semantica, mentre il femminile di genitore è sì genitrice ma quest'ultimo termine si può usare solo in particolari contesti: per gli altri contesti vi è solo il maschile genitore anche per indicare la madre, in senso proprio o figurato.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Non solo nelle accezioni informatiche, ma anche in quella burocratica: si scrive «un genitore o chi ne fa le veci» per indicare che il sesso non conta (e il maschile prevale come di norma); ma se si volesse indicare solo la madre col termine genitore in senso burocratico (mi pare che abbia un significato specifico: o quantomeno potrebbe) sarebbe evidentemente impossibile dire genitrice, dal momento che questa forma non è usata in questa accezione particolare (così almeno interpreto i vocabolari), né tantomeno è possibile la genitore: ovviamente il problema non si presenta perché si usa madre e la questione è chiusa, ma in informatica non è tanto ovvio (anche se, come ci ricorda Bue, si può fare altrettanto).
Comunque, consultando una quantità imprecisata di vocabolari (ho trascurato il Tommaseo e quello della Crusca, ma me ne pento) – di cui praticamente nessuno uguale all'altro: e se non erro anche lo Zingarelli è cambiato non poco da un'edizione all'altra – ho tratto questa conclusione: genitore e genitrice hanno lo stesso identico significato; si trattano separatamente solo per distinguere facilmente i vari usi (attributi di Dio, Venere ecc.) – è il caso del Battaglia, che ne ha schiere –; oppure per aggiungere delle accezioni specifiche di genitore, che di per sé non hanno motivo di essere riservate alla forma maschile ma di fatto lo sono perché i casi in cui potrebbe servire il femminile sono ampiamente minoritari, tanto da far apparire strano il suo uso e da escluderlo in favore di altre soluzioni (come madre, semplicemente). Ci sono infine i vocabolari che separano o non separano maschile o femminile, indicano o non indicano la forma femminile sotto l'esponente genitore, ma sembrano farlo senza piena consapevolezza e sono piuttosto incoerenti. Non mi sono segnato quali, però ricordo che il Palazzi nella sua brevità era perfetto.
Comunque, consultando una quantità imprecisata di vocabolari (ho trascurato il Tommaseo e quello della Crusca, ma me ne pento) – di cui praticamente nessuno uguale all'altro: e se non erro anche lo Zingarelli è cambiato non poco da un'edizione all'altra – ho tratto questa conclusione: genitore e genitrice hanno lo stesso identico significato; si trattano separatamente solo per distinguere facilmente i vari usi (attributi di Dio, Venere ecc.) – è il caso del Battaglia, che ne ha schiere –; oppure per aggiungere delle accezioni specifiche di genitore, che di per sé non hanno motivo di essere riservate alla forma maschile ma di fatto lo sono perché i casi in cui potrebbe servire il femminile sono ampiamente minoritari, tanto da far apparire strano il suo uso e da escluderlo in favore di altre soluzioni (come madre, semplicemente). Ci sono infine i vocabolari che separano o non separano maschile o femminile, indicano o non indicano la forma femminile sotto l'esponente genitore, ma sembrano farlo senza piena consapevolezza e sono piuttosto incoerenti. Non mi sono segnato quali, però ricordo che il Palazzi nella sua brevità era perfetto.
Secondo me, invece, in un testo ufficiale burocratico genitrice si potrebbe benissimo impiegare (il Battaglia dice che è sinonimo di madre in usi letterari o scherzosi, e il linguaggio burocratico ricorre di frequente a aulicismi).Federico ha scritto:...ma se si volesse indicare solo la madre col termine genitore in senso burocratico (mi pare che abbia un significato specifico: o quantomeno potrebbe) sarebbe evidentemente impossibile dire genitrice, dal momento che questa forma non è usata in questa accezione particolare (così almeno interpreto i vocabolari)...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Si può in generale, come si può in qualunque testo un po' curato, ma non in una sua accezione specifica – burocratica o altro –: impossibile scrivere «Firma di un genitore o di una genitrice», o magari «le genitrici» parlando delle madri adottive di un bambino (sono esempi un po' remoti...).Marco1971 ha scritto:Secondo me, invece, in un testo ufficiale burocratico genitrice si potrebbe benissimo impiegare (il Battaglia dice che è sinonimo di madre in usi letterari o scherzosi, e il linguaggio burocratico ricorre di frequente a aulicismi).
Poi è ovvio che in teoria è possibile, come è possibile scrivere sezione genitrice in un forum, ma attualmente sarebbe una forzatura, mi sembra: staremo a vedere l'evoluzione della parola – i fronti sono almeno due, come si vede –.
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- Iscritto in data: gio, 14 set 2006 23:04
- Località: Finlandia
(grassetto mio)Federico ha scritto:Si può in generale, come si può in qualunque testo un po' curato, ma non in una sua accezione specifica – burocratica o altro –: impossibile scrivere «Firma di un genitore o di una genitrice», o magari «le genitrici» parlando delle madri adottive di un bambino (sono esempi un po' remoti...).Marco1971 ha scritto:Secondo me, invece, in un testo ufficiale burocratico genitrice si potrebbe benissimo impiegare (il Battaglia dice che è sinonimo di madre in usi letterari o scherzosi, e il linguaggio burocratico ricorre di frequente a aulicismi).
Poi è ovvio che in teoria è possibile, come è possibile scrivere sezione genitrice in un forum, ma attualmente sarebbe una forzatura, mi sembra: staremo a vedere l'evoluzione della parola – i fronti sono almeno due, come si vede –.
Caro Federico, il problema (assai picciolo comunque, a mio avviso) si porrebbe pure al maschile in caso di genitori adottivi. Tuttavia credo che i documenti ufficiali non tengano conto di questa distinzione, sicché direi ch'è inutile preoccuparsene.
Quanto all'esempio informatico, lo intende come traduttore di parent?
A me risolvere con genitrice non sembra una forzatura, anche se si può pur sempre risolvere con sezione madre (come si diceva più sopra).
O, al limite, se ne esca con parente.

Se si riferisce al vero Palazzi, a quello curato dall'autore omonimo, la cui seconda e ultima edizione risale alla fine degli anni cinquanta, esso riporta, alla voce genitore, la seguente stringata indicazione: "(f. -trice)".Federico ha scritto: ...ricordo che il Palazzi nella sua brevità era perfetto.
Se per lei la perfezione significa non indicare gli ambiti d'uso delle diverse forme in modo che sia più facile usare a sproposito un termine al posto di un altro, allora siamo d'accordo: il Palazzi è perfetto.

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
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