Ovvero un gran lavoratore, o un fissato per il lavoro o ancora un ubriaco da lavoro, come viene definito in wikipedia.
È un termine che ho incontrato qui.
Mi domando se e quanta gente conosca il significato di questo termine (e di molti altri forestierismi che circolano in rete e sui giornali...)
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
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Qui si aprono almeno due strade: o si opta per lavorodipendente, sul modello di alcoldipendente, farmacodipendente, sessodipendente, teledipendente, tossicodipendente, videodipendente, ecc.; oppure si sfrutta il suffisso -mane, che indica una dipendenza patologica: cleptomane, cocainomane, erotomane, ninfomane, piromane, sessuomane, ecc., e si fa lavoròmane (e cioccolatòmane per chocoholic).
Insomma il ‘lavoromane’ molto spesso è un depresso che si compensa vincendo la rabbia e la perdita con l’aver successo, con la carriera che lo porta a dominare sugli altri e ad avere quell’attenzione che tanto gli è mancata.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Lavorodipendente mi pare più neutro, oggettivo. Lavoròmane sembra portar con sé già una valutazione, se non proprio negativa, per lo meno ironica della persona che si definisce in tal modo. E mica tutti apprezzano l'ironia
Mi pare davvero ridicolo trovare questa pagina nella wikipedia in italiano.
Personalmente è la prima volta che sento questo termine nella nostra lingua.
Su lavorodipendente e lavoròmane concordo con CarloB.
Però, in questo caso, mi sembra ci sia una soluzione perfetta e che, oltretutto, mi pare già usata in tale contesto: io, in Italia, piuttosto che di workaholics ho sempre sentito parlare di stacanovisti.
Mi è stato appena fatto notare che ci sarebbe un'ulteriore soluzione:
"workaholic" viene da alcolismo, perché allora non farne lavorismo (e lavorista)?
(Secondo me, comunque, la soluzione migliore rimane stacanovismo/ista, che son lemmatizzati e ben conosciuti. D'altronde, come ho detto, non mi pare un problema poi così grave: non credo proprio che "workaholic" sia usato in italiano, almeno per ora)
Beh, insomma... ritratto un po' quanto scritto sopra...
Gugolando ho trovato questi risultati:
Workaholismo: 4 occorrenze
Workaholico: 167 occorrenze
Workaholism: 804 occorrenze
Workaholic: 14.400 occorrenze
Ciò non considerando i probabili errori di scrittura che hanno limitato i risultati.
Non so come sia nel portoghese, ma in italiano "ergo-" di certo è poco noto e, comunque, non usato in quel senso (almeno, non mi viene in mente alcun composto in cui sia presente).
Non mi sembra una soluzione tanto felice.
Come dice, giustamente, lei stesso, se necessario si potrebbe far così.
Ma, a mio avviso, non è questo il caso.
Si può anche dire semplicemente maniaco del lavoro. Ma preferisco, quand’è possibile, la sinteticità della parola unica, e lavoròmane mi pare acconcio, non solo perché workaholic ha in sé connotazioni negative, ma anche perché consente la produttività (cioccolatòmane, negoziòmane, ecc. [ingl. chocoholic, shopaholic, ecc.]) e la derivazione (lavoromania, cioccolatomania, negoziomania, ecc.).
Su ergo- concordo con methao_donor.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
fabbe ha scritto:
Nella TV si impiega invece anche "drogato di lavoro".
Quest'espressione l'ho già sentita "fuori" dalla tivvù.
Mi pare che ci sia l'imbarazzo della scelta, ma quando si cerca la brevità lavoròmane mi sembra perfetto, e tra l'altro rende benissimo l'idea
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
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CarloB ha scritto:
Lavoròmane sembra portar con sé già una valutazione, se non proprio negativa, per lo meno ironica della persona che si definisce in tal modo.
Ma workaholic, gentile CarloB, ha una connotazione negativa, se guarda in wikipedia vedrà che sotto la definizione di workaholic c'è scritto:
* «Disturbo ossessivo-compulsivo che si manifesta attraverso richieste auto-imposte, un'incapacità di regolare le proprie abitudini di lavoro ed eccessiva indulgenza nel lavoro fino all'esclusione delle altre principali attività della vita».
* «Persona il cui bisogno di lavorare è talmente eccessivo da creare notevoli disagi ed interferenze nello stato di salute, nella felicità personale, nelle relazioni personali e famigliari e nel suo funzionamento sociale».
perciò lavòromane mi sembra acconcio
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
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Ammetto: workalcoholic ha già una connotazione negativa, segnala una condizione di malattia, e non l'avevo considerato.
Ma lavorodipendente richiama tossicodipendente e può funzionare allo stesso modo. E l'analogia può facilitarne la diffusione in alternativa all'anglismo che a quanto pare già comincia a prendere piede.
Preciso: va benissimo lavoròmane; ma vedo più difficile imporlo.
Tuttavia drogato di lavoro è un'espressione molto efficace, anche se non so quanto adatta a definire il problema in questione, mentre lavoromane non dà alcun problema.
CarloB ha scritto:Preciso: va benissimo lavoròmane; ma vedo più difficile imporlo.
Non capisco perché: lavoromane o lavorodipendente si inseriscono in serie parimenti produttive, mi sembra.