Forum De Rienzo
Moderatore: Cruscanti
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Scusate, ma che risposta è?:
►Congiuntivi
La disturbo per sapere da lei se è più giusto dire: mi dimentico che esiste o mi dimentico che esista?
Simona
Lo faccia per fare un piacere a me: usi il congiuntivo. ◄
Non si dice: « A volte mi dimentico che esiste una giustizia ultra terrena...»?
Cordiali saluti a tutti.
►Congiuntivi
La disturbo per sapere da lei se è più giusto dire: mi dimentico che esiste o mi dimentico che esista?
Simona
Lo faccia per fare un piacere a me: usi il congiuntivo. ◄
Non si dice: « A volte mi dimentico che esiste una giustizia ultra terrena...»?
Cordiali saluti a tutti.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
il qual sorride a non so che Gentucca.
È comunque sconfortante che una rubrica cosí nota e letta, il cui scopo sarebbe d’illuminare la gente, sia cosí infarcita d’inesattezze, e a volte d’errori. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Animo Grato
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Me l'ha segnalato un amico, non ci volevo credere. Leggete cosa scrive a proposito di incinta.
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- Sandro1991
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Riporto, invece, la risposta di Serianni: «...incinta è un antico participio passato di quel verbo incingere che si legge per esempio nell'Inferno, VIII 45, là dove Virgilio esprime il suo compiacimento per Dante dopo la replica a Filippo Argenti ("Alma sdegnosa, / Benedetta colei che in te s'incinse"). Trattandosi di una forma che si usa solo al femminile (di uomini incinti, per ora, si può parlare solo facetamente), e più spesso in relazione a una singola donna gravida, alcuni hanno creduto di aver che fare con una specie di avverbio. Ma è un errore marchiano.»
Da La Crusca per voi (n° 16, aprile 1998, p. 15).
Da La Crusca per voi (n° 16, aprile 1998, p. 15).
- Animo Grato
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Dirò di più: secondo me è la percezione di "incinta" come sintagma (sulla falsariga di "in gamba": in cinta) all'origine del suo uso riferito ad un plurale. Se ne potrebbe avere la conferma chiedendo a chi commette quest'errore di scriverlo.Sandro1991 ha scritto:«...alcuni hanno creduto di aver che fare con una specie di avverbio.»
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- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Gentile Animo Grato, l'invariabilità di incinta, purtroppo, è un errore marchiano che si è diffuso a macchia d'olio, anche presso i cosí detti scrittori. Guardi qui. 
Piccola annotazione. Giorgio De Rienzo, in seguito, si è ravveduto:
S.O.S. Lingua: Manuale Di Pronto Soccorso per L'uso Corretto ... - Pagina 56
books.google.it/books?isbn=8874967918
Giorgio De Rienzo - 2011 - Anteprima
Semaforo rosso non ma entusiasto entusiasta ossequiente ossequente donne incinta donne incinte Semaforo giallo non solo ma anche succube succubo, succuba Lasciamo quelle più correnti che escono in -o (caro) al maschile e in -a ( cara) ...

Piccola annotazione. Giorgio De Rienzo, in seguito, si è ravveduto:
S.O.S. Lingua: Manuale Di Pronto Soccorso per L'uso Corretto ... - Pagina 56
books.google.it/books?isbn=8874967918
Giorgio De Rienzo - 2011 - Anteprima
Semaforo rosso non ma entusiasto entusiasta ossequiente ossequente donne incinta donne incinte Semaforo giallo non solo ma anche succube succubo, succuba Lasciamo quelle più correnti che escono in -o (caro) al maschile e in -a ( cara) ...
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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- Iscritto in data: ven, 19 ott 2012 20:40
- Località: Marradi (FI)
Riporto da quella pagina:
In "aeroplano" il primo "ae" secondo me è un dittongo e non uno iato /,ae.ro'pla.no/, a meno che non venga pronunciata così /a,e.ro'pla.no/ (mai sentita e al mio orecchio poco naturale).
[1] Le ultime due a ritmo veloce potrebbero anche fondersi.
"a-e-re-o" va bene [1], ma l'ultima frase è valida solo a livello statistico.De Rienzo ha scritto:La scansione in sillabe giusta è "a-e-re-o". Dunque ha torto la maestra, ma sbaglia anche lei. Infatti si crea uno iato tutte le volte che c'è un incontro tra le vocali "a", "e", "o".
In "aeroplano" il primo "ae" secondo me è un dittongo e non uno iato /,ae.ro'pla.no/, a meno che non venga pronunciata così /a,e.ro'pla.no/ (mai sentita e al mio orecchio poco naturale).
[1] Le ultime due a ritmo veloce potrebbero anche fondersi.
Ma al passato ci vuole: "mi ero dimenticato che esistesse".Marco1971 ha scritto:È una risposta errata: il congiuntivo qui è sbagliato.
Es. in Calvino, Ultimo viene il corvo: «da mesi e mesi mi ero dimenticato che esistesse la questione dell'acqua del Pozzo Lungo, tra una settimana ripartirò e tornerò a dimenticarmene».
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Al passato suona accettabile. Tuttavia sarebbe migliore mi ero dimenticato che esisteva.Zabob ha scritto:Ma al passato ci vuole: "mi ero dimenticato che esistesse".
Es. in Calvino, Ultimo viene il corvo: «da mesi e mesi mi ero dimenticato che esistesse la questione dell'acqua del Pozzo Lungo, tra una settimana ripartirò e tornerò a dimenticarmene».
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Insomma...Sandro1991 ha scritto:di uomini incinti, per ora, si può parlare solo facetamente
Sono d'accordo ma tradizionalmente gli incroci di vocali che non comprendano né i, né u, son considerati ïati. Nessun insegnante potrebbe considerare «erronea» una scansione sillabica come a-e-re-o (anche se in poesia e nel parlato comune, la parola sarà pronunciata senza stacchi sillabici, e quindi bisillabica a tutti gli effetti).valerio vanni ha scritto:In "aeroplano" il primo "ae" secondo me è un dittongo e non uno iato /,ae.ro'pla.no/, a meno che non venga pronunciata così /a,e.ro'pla.no/ (mai sentita e al mio orecchio poco naturale).
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