blitri sm (veneto, nel padovano) "chiccheri chiaccheri, voci che non significan nulla, e dicesi di chi cicala assai e conchiude poco" (Prati 1968); (piemontese: blitri, blictri) "blictri (un), uno zero, un nulla, un acca.....an n'amporta un blictri, non me ne importa un'acca. A val un blictri, non vale un lupino, una lisca" (Di Sant'Albino 1859); (lombardo: blicter, bliter, blitar) "fantino, uomo raggiratore. talvolta anche semplicemente banderuola....uomo volubile, leggero (Cherubini 1839-56), "pizzichino, pochettino, cosa minuta" (Galli 1965); (emiliano blictar, blicter), 'bazzecola, minuzia', "voce usata nelle frasi an valer un blicter non valere un bagattino, cioè nulla, an contar un blicter essere cosa da nulla, valere zero" (Malaspina 1856-59); (siciliano bbiltri) 'persona da tenere in nessuna considerazione'.
Usato anche dal Parini nel Discorso sulle caricature: "Ridurre ogni cosa al blictri", il termine non deriva dal francese belître 'uomo da niente, abbietto o ignorante (a sua volta ricondotto al medio alto tedesco betelaere 'mendico'), tantomeno dal latino blictrum 'schiuma della birra'. E' invece parola del latino scolastico, blitri, blittri, voce tratta dal greco blityri che significa in primo luogo 'suono di una corda d'arpa', poi precisamente 'parola senza contenuto semantico', 'parola vuota, vana' (FEW; DEI SS.VV. blitri e biltri; Camporesi 1952; Spitzer 1955).
da Cortelazzo-Marcato "Dizionario etimologico dei dialetti italiani" UTET 2005