«Sub-»
Moderatore: Cruscanti
«Sub-»
Nulla di male, per carità, è un prefisso tutto latino. Tuttavia, mi sembra che per influsso anglosàssone se ne abusi, a scàpito di sotto-, e con risultati sovente infelici. Per esempio, mi pare preferibile parlare di sottaccezione invece che di sub-accezione. E passi pure subaccezione, che non oppíla la dizione. Ma substandard è proprio mostruoso, e si potrebbe benissimo dire sottostàndaro.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Io penso invece che c’entri, e substandard, substrato (in senso linguistico al posto di sostrato), ecc. ne sono difficilmente confutabili prove.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: gio, 14 set 2006 23:04
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Ha qualche esempio di termine recente (con ‘recente’ mi riferisco agli ultimi trent’anni) con sub- che non ci venga dall’estero e sia una formazione italiana scria scria?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il GRADIT fornisce questi risultati (scusate l'intromissione
): subalternità, subcultura, subduzione, subemendamento, subfornitura (e derivati), subsatellite, subuniverso, subvedente.

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Grazie, bubu, della lista. A parte subemendamento, subfornitura, subuniverso e subvedente, le altre parole non sono formazioni italiane: subalternità è certo formazione italiana ma sull’aggettivo subalterno, che è un latinismo, cosí come subduzione (lat. subductionem). Sarebbe difficile non vedere l’influsso dell’inglese in subcultura (1979) quando esisteva già sottocultura (1965) (in inglese il termine è attestato sin dal 1886) e in subsatellite. Quello che intendevo porre in rilievo è che mi sembra ci sia oggi la tendenza a dimenticare sotto- a favore del piú aulico sub- e che questa tendenza è molto probabilmente agevolata dalle formazioni anglosàssoni.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Prego, caro Marco.
La lista non era scremata al massimo ma, ad esempio, subalterno mi sembra preferibile, perché più scorrevole, di *sottoalterno, e subcultura ha sì, probabilmente, subito l'influsso dell'inglese ma riprendendoci un latinismo; quindi, poco male.
Sotto- 58 occorrenze (1975 - 2005); 124 occorrenze (1945 - 1975).
Sub- 19 occorrenze (1975 - 2005); 141 occorrenze (1945 - 1975).
La lista non era scremata al massimo ma, ad esempio, subalterno mi sembra preferibile, perché più scorrevole, di *sottoalterno, e subcultura ha sì, probabilmente, subito l'influsso dell'inglese ma riprendendoci un latinismo; quindi, poco male.
Certo, sotto- è più italiano di sub- ma questa tendenza di cui parla non emergerebbe da una grossolana interrogazione del GRADIT.Marco1971 ha scritto: Quello che intendevo porre in rilievo è che mi sembra ci sia oggi la tendenza a dimenticare sotto- a favore del piú aulico sub- e che questa tendenza è molto probabilmente agevolata dalle formazioni anglosàssoni.
Sotto- 58 occorrenze (1975 - 2005); 124 occorrenze (1945 - 1975).
Sub- 19 occorrenze (1975 - 2005); 141 occorrenze (1945 - 1975).
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Il caso di subalterno è pacifico: è il latino subalternum e non un nuovo conio. Per quanto riguarda la fluidità, un *sottalterno (con assimilazione della ‘o’, come in sottintendere ad esempio) non disdirebbe...
È vero, i dati da lei gentilmente forniti smentiscono la mia ipotesi, fondata sui sensi (e io resto convinto che oggi invece di sottotitoli e di sottufficiali avremmo senz’altro subtitoli e subufficiali) e s’una mia esperienza: in un messaggio elettronico d’un lessicografo a me destinato ho letto sub-accezione quando io, spontaneamente, ho sempre parlato di sottaccezione. E non è clamoroso il caso di subcultura (che chiamerei uno pseudo o neolatinismo), venuto dopo sottocultura?
È vero, i dati da lei gentilmente forniti smentiscono la mia ipotesi, fondata sui sensi (e io resto convinto che oggi invece di sottotitoli e di sottufficiali avremmo senz’altro subtitoli e subufficiali) e s’una mia esperienza: in un messaggio elettronico d’un lessicografo a me destinato ho letto sub-accezione quando io, spontaneamente, ho sempre parlato di sottaccezione. E non è clamoroso il caso di subcultura (che chiamerei uno pseudo o neolatinismo), venuto dopo sottocultura?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Esempio ormai antico: sottopagina rimonta al 1945. Oggi, senz’ombra di dubbio, non si sarebbe fatto subpagina, ma subpage.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non sono convinto: in Wikipedia, ad esempio, sottopagina è traduzione di subpage, e indica un preciso strumento tecnico della piattaforma MediaWiki: mi sembra indipendente dagli usi "antichi" da lei indicati, che del resto devono essere stati piuttosto rari se sono assenti nei normali vocabolari.
Ultima modifica di Federico in data mar, 11 set 2007 23:24, modificato 1 volta in totale.
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