
«Transfer pricing»
Moderatore: Cruscanti
«Transfer pricing»
L’equivalente dovrebbe essere prezzatura di trasferimento: uno, due (p. 13), tre (p. 14, ultima riga), quattro (p. 30) e cinque. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Sebbene io non m’intenda di queste cose, credo che prezzo di trasferimento non sia un traducente esatto: in inglese pricing indica l’«operazione manuale o automatica che consiste nell’applicare prezzi a ordini di acquisto e di vendita» (Wikipedia). Donde prezzatura: «applicazione del prezzo ai prodotti da mettere in vendita» (GRADIT).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Purtroppo "in italiano" per t.p. si intende un processo sostanzialmente diverso dal mero pricing. E' un sofisticato complesso di transazioni, prevalentemente di beni, tra due soggetti diversi e residenti in paesi esteri ma riconducibili ad uno stesso gruppo societario (o di interessi). Il fine è quello di "spostare" la tassazione dei profitti verso il soggetto, tra i due di prima, che è residente nel paese con la fiscalità più vantaggiosa mediante una sovrafatturazione dei costi o una sottofatturazione dei ricavi: sostanzialmente quello che rileva è proprio il prezzo di trasferimento tra i due soggetti, che a seconda dei casi, è inferiore o superiore al normale prezzo di mercato.Marco1971 ha scritto: ... in inglese pricing indica l’«operazione manuale o automatica che consiste nell’applicare prezzi a ordini di acquisto e di vendita» (Wikipedia). Donde prezzatura: «applicazione del prezzo ai prodotti da mettere in vendita» (GRADIT).
Non solo lei, caro Marco. L'avevo detto che mi pareva troppo tecnico...Marco1971 ha scritto:Sebbene io non m’intenda di queste cose
Sí, è un termine tecnico, ma impiegato assai correntemente – mi dicono – nel mondo della finanza, tanto che una mia cara amica mi ha chiesto se non esistesse un termine italiano equivalente.
Visto che prezzatura di trasferimento è adoperato in quel senso in documenti d’una certa ufficialità, teniamocelo.
Visto che prezzatura di trasferimento è adoperato in quel senso in documenti d’una certa ufficialità, teniamocelo.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Proprio per questo avevo esordito con "non disdegnerei", senza pormi il problema di quale fosse il traducente "più corretto".
Ora che mi ci fa pensare mi permetta di esporle la mia tesi:
considerato che prezzatura è
Sono propenso a credere che sia una sorta di eccessiva rigidità di traduzione, al limite dell'errore, nel quale si incorre traducendo termini tecnici di cui non si ha padronanza. Mi parrebbe come voler tradurre, che so, easy going con facile andante... non so se mi spiego.
Quanto all'uso corrente ho alcune perplessità: il bacino di utenza è quelle delle multinazionali e dell'Amministrazione finanziaria che deve scovare l'eventuale illecito. Peraltro per parlare di "documenti di una certa ufficialità" l'A. finanz. nei suoi documenti ufficiali lo chiama bellamente t.p. senza traduzione alcuna.
Ora che mi ci fa pensare mi permetta di esporle la mia tesi:
considerato che prezzatura è
(concordemente a Treccani, Garzanti in linea e De Mauro in linea), ovvero la mera applicazione dell'etichetta recante il prezzo e non il processo di determinazione del prezzo che è il fulcro del t.p., ritengo di gran lunga meno corretto "prezzatura di t." rispetto al più lineare "prezzo di t.".Marco1971 ha scritto: l' operazione manuale o automatica che consiste nell’applicare prezzi a ordini di acquisto e di vendita» (Wikipedia). Donde prezzatura: «applicazione del prezzo ai prodotti da mettere in vendita» (GRADIT).
Sono propenso a credere che sia una sorta di eccessiva rigidità di traduzione, al limite dell'errore, nel quale si incorre traducendo termini tecnici di cui non si ha padronanza. Mi parrebbe come voler tradurre, che so, easy going con facile andante... non so se mi spiego.
Quanto all'uso corrente ho alcune perplessità: il bacino di utenza è quelle delle multinazionali e dell'Amministrazione finanziaria che deve scovare l'eventuale illecito. Peraltro per parlare di "documenti di una certa ufficialità" l'A. finanz. nei suoi documenti ufficiali lo chiama bellamente t.p. senza traduzione alcuna.
L’ottavo volume del GRADIT (2007) registra prezzatura con la nuova accezione:
prezzatura s.f. TS econ., non com. -> pricing.
prezzatura s.f. TS econ., non com. -> pricing.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Concordo con Marco e Federico.
E, comunque, in ambito finanziario, se per pricing si dice prezzatura, o operazioni di prezzatura, tutti capiscono a cosa ci si stia riferendo. Che poi il termine inglese sia piú diffuso, è il solito discorso.
E, comunque, in ambito finanziario, se per pricing si dice prezzatura, o operazioni di prezzatura, tutti capiscono a cosa ci si stia riferendo. Che poi il termine inglese sia piú diffuso, è il solito discorso.
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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