Storie di parole
Moderatore: Cruscanti
Storie di parole
In questo forum troverete una raccolta degl'interventi pubblicati da Maria Luisa Altieri Biagi nella rubrica Storie di parole del quotidiano La Nazione.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
Mi associo a u merlu rucà. Un ambaradan e un ramadan in genovese significa la stessa cosa. Semmai potrei aggiungere che mi è capitato di sentire più spesso è tutto un ambaradan e hanno fatto un ramadan. Ovvero: l'ambaradan è; il ramadan si fa. Ma forse dipende dai parlanti che ho incontrato io, tutti della città di Genova e del vicino levante ligure; e il numero di occorrenze che ho sentito non è molto significativo statisticamente.
Cosa significa "potrebbe derivare"?u merlu rucà ha scritto:Ambaradan potrebbe derivare anche da ramadan. Nel ligure ramadan ha lo stesso significato di 'rumore, confusione, chiasso'.
L'etimologia della parola è ben spiegata dall'Altieri Biagi; nel significato di 'grande confusione' è diffusa anche fuori della Liguria, ad esempio, a Roma dove ramadan non s'è mai usata in quest'accezione.
Maria Luisa Altieri Biagi ha scritto:Uno dei conduttori di “Striscia la notizia”, Enzo Iacchetti, ha usato recentemente una parola che sarà suonata strana a molti spettatori: “Cos’è tutto questo ‘ambaradan’ ?” (19 gennaio 2004, Canale 5, ore 20,30). Aiutati dalla mimica, dalla gestualità del personaggio e dalla scenografia (un tavolo ingombro di oggetti, su cui passeggia liberamente un cane) gli spettatori avranno facilmente interpretato “ambaradan” come “disordine”, “confusione”, ma molti di loro avranno attribuito questa parola alla fantasia verbale dell’attore comico.”Ambaradan”, invece, è un nome geografico, diffuso in Italia al tempo della seconda guerra Italo-Etiopica (1935-6). Il conduttore di “Striscia la notizia” avrà imparato la parola in seguito, come elemento del lessico familiare.
Si chiama “Amba Aradam” il massiccio etiopico su cui, nel 1936, i soldati italiani sconfissero l’esercito abissino. La propaganda fascista esaltò l’episodio, sottolineando l’asprezza della battaglia e l’eroismo dei nostri soldati. Il nome di luogo contiene “amba”, che in abissino significa “altura” e che ricorre, nella zona, associato al nome proprio dei vari monti: “amba Aradam”, “amba Alagi”, ecc. In Italia questo nome passò presto a significare “confusione”, “baraonda”: un significato suggerito dal caos della battaglia, ma anche dal suono della parola, particolarmente suggestivo nella successione delle quattro /a/ e nel ritmo creato dai due accenti (quello principale sull’ultima sillaba e quello secondario sulla prima: “àmbaradàn”).
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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