La prima, infatti, è "posto" più il suffisso verbale "-are".
A questa parola NON è stato assegnato un nuovo significato.
Si è creata, volgarmente, una nuova parola, che deriva invece da post + are.
Ora, nonostante l'interessante argomentazione di Freelancer, considerarle la "stessa" parola mi pare azzardato.
D'altronde, a nessuno verrebbe in mente di dire che posto e post sono la stessa cosa no? Quindi questa differenza si trasmette ai derivati.
Difatti, se il "postare" informatico venisse inserito in un dizionario, non potrebbe essere lemmatizzato assieme a quello genuinamente italiano, e farebbe invece voce a sé, distinta, come diceva Marco, dai famosi numerini. Così come pèsca e pésca, per intendersi.
Riguardo all'osservazione di Roberto... se pure è vero che l'etimologia è comune, questo secondo me non ci porta da nessuna parte.
Si prenda il caso di aréna/arèna. L'etimologia è evidentemente la stessa.
Cionnonostante, in questo caso, non solo vi è un differente pronunciare, ma un significato parecchio diverso.
Da aréna abbiamo un derivato verbale. Se, supponiamo, a qualcuno venisse in mente di coniare un *"arenare" col significato, che so, di "competere in un arèna", questo sarebbe da considerarsi neologismo stricto sensu. Sarebbe lecito considerarlo un'estensione semantica, e quindi un neologismo semantico? Secondo me no.
PS: Chiedo venia per la scelta degli esempi, un po' forzata... purtroppo ho passato una notte insonne, e sono il meglio che mi sia venuto in mente.

Spero d'esser stato chiaro, comunque...
