dinamismo s. m. [der. di dinamico]. – 1. Nel linguaggio filos. e scient., ogni concezione che consideri la forza o l’energia come unica realtà sostanziale dell’universo. 2. a. Complesso di manifestazioni dinamiche. b. Qualità di ciò che è dinamico o che tale si definisce: d. di un’opera d’arte; d. di un sistema economico.c. Attività intensa, vitalità, energia che si risolve in rapidità d’azione e di decisioni: persona piena di d.; il d. della vita moderna.
Facoltà, giudicata perlopiú positiva e arricchente, che una lingua può avere, di recepire forestierismi non adattati.
Chi ha voglia la segnali alle varie redazioni. (Non chiedo compenso, possono anche ricopiare.)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il problema è piuttosto la definizione non troppo chiara dell'accezione estensiva di dinamico; il DISC ad esempio dice
Caratterizzato da grande movimento, attività, laboriosità: vita d.; è un mercato molto d.; con riferimento a persona, attivo, intraprendente: impiegato molto d.
Ah, già, linguisticamente il nostro idioma è caratterizzato da grande movimento e attività, e come no?
Guardi béne (ah sí, vince lei, non si stupisca) anche gli altri filoni.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non capisco: trova che quell'accezione (in particolare nell'uso riferito a persone) non corrisponda affatto colla definizione di dinamismo da lei proposta all'inizio di questo filone?
Mi scusi, sono io a non capire dove vuole arrivare...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.