"All'Università di Stanford sono stati studiati....", leggo su Repubblica di oggi a pagina 54.
In genere superiamo di gran lunga gli stranieri per la precisione con la quale nei nostri giornali e libri riportiamo vocaboli e nomi di persona non italiani. Ma con le università statunitensi non c'è verso di far bene.
Sappiamo tutti che Harvard, Yale, Stanford, Vanderbilt, Johns Hopkins furono individui, ai quali vennero successivamente intitolati atenei. Come la Bocconi da noi. Non scriveremmo mai l'Università di Bocconi o l'Istituto di Gramsci. E dovremmo imparare a scrivere l'Università Stanford, Harvard, Yale eccetera. Ci riusciremo?
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Io credo, caro Carlo, che presto il problema non si potrà piú porre: l’insospettato amor di filologia che caratterizza la nostra epoca consiglierà ai giornalisti di fare un ulteriore passo e di scrivere alla Yale/Harvard/Stanford University. Forse sbaglio. Staremo a vedere. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Sempre a proposito di maldestre percezioni dei termini stranieri, aggiungerei un errore in cui incappa la quasi totalità degli italiani: quello cioè di riferirsi all'isola di Barbados come se si trattasse di un arcipelago (le Barbados). In realtà, il territorio di questo bellissimo stato caraibico consiste esclusivamente dell'isola di Barbados e non di altri luoghi ad essa amministrativamente legati (neppure uno scoglio, come ebbi modo di constatare personalmente qualche anno faMarco1971 ha scritto:Io credo, caro Carlo, che presto il problema non si potrà piú porre: l’insospettato amor di filologia che caratterizza la nostra epoca consiglierà ai giornalisti di fare un ulteriore passo e di scrivere alla Yale/Harvard/Stanford University. Forse sbaglio. Staremo a vedere.

La voce italiana di Wikipedia riporta correttamente Barbados al singolare, ma fra i collegamenti esterni in fondo alla pagina c'è una scheda del Ministero degli Esteri sulle "Isole Barbados" (!). Fuorviante è senz'altro la -s alla fine del nome e l'analogia con nomi di arcipelaghi come Galapagos ecc.
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Vaticinio tardivo, caro Marco.Marco1971 ha scritto:Io credo, caro Carlo, che presto il problema non si potrà piú porre: l’insospettato amor di filologia che caratterizza la nostra epoca consiglierà ai giornalisti di fare un ulteriore passo e di scrivere alla Yale/Harvard/Stanford University. Forse sbaglio. Staremo a vedere.

Ho già sentito forme simili parecchie volte. E se ancora non mi sento di dire che siano la forma usuale, quantomeno non è insolita.
Il sonno della ragione genera mostri.
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