«Il desio/disio»

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«Il desio/disio»

Intervento di Incarcato »

Carissimi, ma desio o disio ha anche l'accezione di ‘conclusione’, ‘fine (della giornata)’?
Qualche attestazione dal Battaglia?
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Intervento di Incarcato »

È corretto dire: la giornata volge al disio, intendendo che sta per finire?
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

No, non è corretto. Riporto tutte le accezioni di desio/disio dal Battaglia:
Desìo (disìo), sm. Letter. Impulso vivo dell’animo che tende al possesso dell’oggetto, al conseguimento del fine che l’ha suscitato; desiderio.

2. La persona, la cosa desiderata; l’oggetto del desiderio.
– Per estens.: anche di animali.

3. Voto, speranza; volontà, intenzione, proposito.

4. Desiderio ardente, brama, cupidigia; passione, concupiscenza, appetito sensuale.
– Per estens.: di animali.

5. Istinto, tendenza, impulso irrazionale.

6. Senso di mancanza, di privazione, di bisogno (di un bene ritenuto necessario); nostalgia, struggimento, rimpianto malinconico; aspirazione viva, attrazione (per lo piú dolorosa e travagliata), impulso struggente di elevazione (a Dio, a una persona ritenuta superiore, a un ideale).

7. Necessità, bisogno naturale, esigenza fisica.

8. Piacere, soddisfazione, intima contentezza, diletto, compiacimento.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Caro Incarcato, per curiosità, dove ha letto questa frase? O, comunque, come le sorge il dubbio?
Il sonno della ragione genera mostri.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

methao_donor ha scritto:Caro Incarcato, per curiosità, dove ha letto questa frase? O, comunque, come le sorge il dubbio?
Dante, [i]Purg.[/i], VIII, 1–3, ha scritto:Era già l’ora che volge il disio
ai navicanti e ’ntenerisce il core
lo dí c’han detto ai dolci amici addio…
Si tratta dell’ora del tramonto, in cui i marinai si sentono malinconici al pensiero delle case e delle famiglie lontane… Di qui «l’ora che volge il disio» (anche: desio) è venuta a simboleggiare la conclusione della giornata (…almeno cosí l’ha sempre usata mi’ ma’ :mrgreen:).
Avatara utente
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Intervento di Incarcato »

Oggi ho sentito dire qualcosa del genere "bene, la giornata volge al desio", al che io ho fatto notare l'uso errato del termine — e ho súbito pensato al passo dantesco citato dall'Infarinato: ricordavo il disio, però poi m'è venuto il dubbio che fosse al disio, per cui cercando velocemente sulla rete, ho trovato questo (vedete il primo risutato). Ma quindi anche il blogghista ha sbagliato, ne deduco...
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
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