«Verificarsi»
Moderatore: Cruscanti
«Verificarsi»
C’è chi si oppone a questo verbo, usato nel senso di «capitare, accadere, prodursi, determinarsi (un fatto, una circostanza, una condizione, un fenomeno)». È senz’altro fastidioso l’impiego monotono e sistematico, ma non si può condannare quest’uso, che risale al Cinquecento. Ecco un esempio di Machiavelli:
Si è verificata la ribellione di Camerino, della quale per la alligata vi detti avviso.
Se fosse un caso isolato, il discorso cambierebbe; ma vediamo che quest’accezione del verbo ha attestazioni ininterrotte fino ai giorni nostri. Non v’è dunque motivo alcuno di avversarla, proprio perché procede da un uso cólto della lingua.
Si è verificata la ribellione di Camerino, della quale per la alligata vi detti avviso.
Se fosse un caso isolato, il discorso cambierebbe; ma vediamo che quest’accezione del verbo ha attestazioni ininterrotte fino ai giorni nostri. Non v’è dunque motivo alcuno di avversarla, proprio perché procede da un uso cólto della lingua.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Trovo avrebbe poco senso.
Io l'intendo nel senso che è accaduta effettivamente quella ribellione di cui M. dava avviso.
Io l'intendo nel senso che è accaduta effettivamente quella ribellione di cui M. dava avviso.

I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
L’esempio di Machiavelli è citato dal Battaglia all’accezione 7 (sottaccezione 3), che è, appunto, «capitare, accadere, prodursi, determinarsi (un fatto, una circostanza, una condizione, un fenomeno)». 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il mio dubbio sorgeva dal ricordo di aver trovato in un paio di occasioni in manoscritti di fine Cinquecento-primo Seicento verificarsi nell'accezione che ho segnalato: voglio dire che in quelle occasioni per dare senso alle frasi occorreva interpretarlo così.
L'esemplificazione del Battaglia fa autorità, naturalmente.
L'esemplificazione del Battaglia fa autorità, naturalmente.
Ecco le accezioni di verificarsi (trattato sotto verificare):
7. Intr. con la particella pronom. Dimostrarsi fondato, veritiero, legittimo; avverarsi (un principio, un concetto; un giudizio, un’affermazione, una dottrina, ecc.).
– Trovare attuazione concreta (un proposito, un’intenzione).
– Capitare, accadere, prodursi, determinarsi (un fatto, una circostanza, una condizione, un fenomeno).
8. Acquistare un valore reale (una moneta).
9. Ant. Sincerarsi, accertarsi di un fatto.
La sua definizione, caro Carlo, mi sembra potersi associare alla 7 (prima) e alla 9.
7. Intr. con la particella pronom. Dimostrarsi fondato, veritiero, legittimo; avverarsi (un principio, un concetto; un giudizio, un’affermazione, una dottrina, ecc.).
– Trovare attuazione concreta (un proposito, un’intenzione).
– Capitare, accadere, prodursi, determinarsi (un fatto, una circostanza, una condizione, un fenomeno).
8. Acquistare un valore reale (una moneta).
9. Ant. Sincerarsi, accertarsi di un fatto.
La sua definizione, caro Carlo, mi sembra potersi associare alla 7 (prima) e alla 9.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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