Il punto era, semplicemente, che c'è chi si accontenta di un adattamento mentre una persona di grande sensibilità linguistica come Migliorini ci mostra che è possibile non accontentarsene.
Ad esempio, in italiano prima si usava
boxeur e
boxe. Magari qualcuno avrebbe detto: facciamo
bocse o
bosse o che so io, è perfetto, non crea problemi, rispetta il nostro sistema fonomorfologico ecc. ecc. Poi invece sono stati esumati
pugile,
pugilato per sostituirli.
In
Purismo e neopurismo Migliorini, parlando di questi e altri vocaboli nuovi di zecca, riaccenna a
féerique in questi termini:
Qualcuna di queste formazioni è singolarmente felice; ricordiamo fiabesco, coniato da non molti anni per rendere il francese féerique. Qui non c'è imitazione, qui non c'è servilità: circola, in Europa, una nozione per la quale l'italiano non ha finora avuto occasione d'usare un termine, e il miglior modo d'esprimerla è quello di foggiare un vocabolo con i mezzi propri.
È un approccio che mi trova completamente d'accordo.