«Starle lontana»?
Moderatore: Cruscanti
«Starle lontana»?
Leggo in quest’articolo del Corriere della Sera:
«A Pavia torno ogni fine settimana – confessa con un sorriso – in città vive ancora mia madre e non riesco a starle lontana per troppo tempo.»
Sbaglio, o la costruzione è errata? Si dice le/gli sto vicino perché vicino richiede la preposizione a; ma star lontano vuole da, che si pronominalizza in ne: non riesco a starne lontana. Non appare possibile *non riesco a stare lontana a lei, almeno credo... Non ho fatto ricerche approfondite per ora, e attendo le vostre impressioni. Grazie.
«A Pavia torno ogni fine settimana – confessa con un sorriso – in città vive ancora mia madre e non riesco a starle lontana per troppo tempo.»
Sbaglio, o la costruzione è errata? Si dice le/gli sto vicino perché vicino richiede la preposizione a; ma star lontano vuole da, che si pronominalizza in ne: non riesco a starne lontana. Non appare possibile *non riesco a stare lontana a lei, almeno credo... Non ho fatto ricerche approfondite per ora, e attendo le vostre impressioni. Grazie.
Ultima modifica di Marco1971 in data dom, 08 giu 2008 0:48, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Grazie, Carlo, mi rassicura. Cominciavo a domandarmi se fossi io a dare in ciampanelle... 
Noto però che Google ci dà molte occorrenze con le, e non possono essere tutte refusi...

Noto però che Google ci dà molte occorrenze con le, e non possono essere tutte refusi...

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Gentile Marco,
non vorrei fare il bastian contrario, ma credo che il "da" (lontano da) si pronominalizzi in "ne" SOLO quando non si riferisce a una persona:
Amo Roma e non riesco a starne lontano
Amo Giovanna e non riesco a starle lontano.
non vorrei fare il bastian contrario, ma credo che il "da" (lontano da) si pronominalizzi in "ne" SOLO quando non si riferisce a una persona:
Amo Roma e non riesco a starne lontano
Amo Giovanna e non riesco a starle lontano.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Secondo quale regola? 
La GGIC (vol. I, cap. 15, p. 633) dice (sott. mia):
Ne è il pronome clitico del SP ‘di+SN’, sia complemento di un verbo, nome o aggettivo, che partitivo, e del SP ‘da+SN’.
Il clitico ne può essere usato sia per riferirsi a umani che a non umani. Esso corrisponderà a ‘di/da+pronome personale’ nel caso di un referente umano, a ‘di/da+pronome dimostrativo’ nel caso di un referente non umano.
(Ricordo che referente è termine da evitare e da sostituire con designato.)

La GGIC (vol. I, cap. 15, p. 633) dice (sott. mia):
Ne è il pronome clitico del SP ‘di+SN’, sia complemento di un verbo, nome o aggettivo, che partitivo, e del SP ‘da+SN’.
Il clitico ne può essere usato sia per riferirsi a umani che a non umani. Esso corrisponderà a ‘di/da+pronome personale’ nel caso di un referente umano, a ‘di/da+pronome dimostrativo’ nel caso di un referente non umano.
(Ricordo che referente è termine da evitare e da sostituire con designato.)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
La LIZ[a] ci offre esempi contrastanti (3 con ‘le’, 6 con ‘ne’), di cui i piú calzanti sono questi due:
Nulla, caro Lorenzo: a Dio non piaccia ch’io mi prevalga della freddezza d’Odoardo – ma non so come si possa starle lontano un solo giorno di più! (Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis)
La madre non ne aveva cura; lo dimenticava per giornate intere; qualche volta, gli faceva mancare il necessario; lo batteva anche, qualche volta. E io per lunghe ore dovevo starne lontano; io non potevo coprirlo continuamente con la mia tenerezza; non potevo rendergli dolce la vita, come avevo sognato, come avrei voluto. (D’Annunzio, Giovanni Episcopo)
Forse ho l’orecchio troppo grammaticale, ma son con D’Annunzio.
Nulla, caro Lorenzo: a Dio non piaccia ch’io mi prevalga della freddezza d’Odoardo – ma non so come si possa starle lontano un solo giorno di più! (Foscolo, Ultime lettere di Jacopo Ortis)
La madre non ne aveva cura; lo dimenticava per giornate intere; qualche volta, gli faceva mancare il necessario; lo batteva anche, qualche volta. E io per lunghe ore dovevo starne lontano; io non potevo coprirlo continuamente con la mia tenerezza; non potevo rendergli dolce la vita, come avevo sognato, come avrei voluto. (D’Annunzio, Giovanni Episcopo)
Forse ho l’orecchio troppo grammaticale, ma son con D’Annunzio.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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