Mentre invece
Moderatore: Cruscanti
Mentre invece
Ho scritto: "Ognuna di quelle piccole luci è la testimonianza dell'esistenza di un essere umano, mentre invece… l'unica prova della mia esistenza…"
Una mia collega ha strabuzzato gli occhi e mi ha rimproverato: «Alle elementari la mia maestra segnava questo errore con la matita blu: o scrivi "mentre", o scrivi "invece".» Ho avuto la sensazione che avesse ragione, e ho corretto scusandomi. Poi sono andato a cercare su alcuni vocabolari, e ho trovato:
Zingarelli
fam. Con valore raff. preceduto da 'ma' o 'mentre': (…) sembrava onesto, mentre invece si è dimostrato un imbroglione.
De Mauro online (trovato grazie al forum!)
con valore raff., preceduto da ma o mentre: (…) volevo restare in casa mentre i. devo uscire
Gabrielli
fam. Rafforzato con con ma o mentre: (…) dici d'avere studiato, mentre invece non hai fatto niente.
Il Devoto-Oli non dice nulla in merito.
Mi par di capire che scrivendo è meglio evitare il rafforzativo, ma mi fa piacere leggere che non è costrutto inaccettabile.
Che ne pensano lorsignori?
Faccio qui un'altra domanda, anche se non sono certo sia il luogo adatto, spero che eventualmente mi scuserete.
Leggo spesso nei filoni dei riferimenti: "nel GRADIT, nel DELI"… Esiste una sezione nel forum con la spiegazione di questi riferimenti? Una sorta di bibliografia?
Una mia collega ha strabuzzato gli occhi e mi ha rimproverato: «Alle elementari la mia maestra segnava questo errore con la matita blu: o scrivi "mentre", o scrivi "invece".» Ho avuto la sensazione che avesse ragione, e ho corretto scusandomi. Poi sono andato a cercare su alcuni vocabolari, e ho trovato:
Zingarelli
fam. Con valore raff. preceduto da 'ma' o 'mentre': (…) sembrava onesto, mentre invece si è dimostrato un imbroglione.
De Mauro online (trovato grazie al forum!)
con valore raff., preceduto da ma o mentre: (…) volevo restare in casa mentre i. devo uscire
Gabrielli
fam. Rafforzato con con ma o mentre: (…) dici d'avere studiato, mentre invece non hai fatto niente.
Il Devoto-Oli non dice nulla in merito.
Mi par di capire che scrivendo è meglio evitare il rafforzativo, ma mi fa piacere leggere che non è costrutto inaccettabile.
Che ne pensano lorsignori?
Faccio qui un'altra domanda, anche se non sono certo sia il luogo adatto, spero che eventualmente mi scuserete.
Leggo spesso nei filoni dei riferimenti: "nel GRADIT, nel DELI"… Esiste una sezione nel forum con la spiegazione di questi riferimenti? Una sorta di bibliografia?
Un caso simile è quello del ma però, sul quale s’è espressa la Crusca qui e io avevo riportato una citazione del Gabrielli qui.
GRADIT sta per Grande Dizionario Italiano dell’Uso e DELI per Dizionario Etimologico della Lingua Italiana. Qui troverà una mia piccola rassegna dei principali dizionari italiani.
GRADIT sta per Grande Dizionario Italiano dell’Uso e DELI per Dizionario Etimologico della Lingua Italiana. Qui troverà una mia piccola rassegna dei principali dizionari italiani.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Grazie mille!
Andrò a leggermi quanto indicato. Sono andato però subito a dare una prima occhiata all'elenco dei dizionari, e non le nascondo il piacere che ho provato nello scoprire che il mio vecchio Zingarelli, sempre a portata di mano, è quello che lei ritiene "bellissimo", l'undicesima edizione!
Andrò a leggermi quanto indicato. Sono andato però subito a dare una prima occhiata all'elenco dei dizionari, e non le nascondo il piacere che ho provato nello scoprire che il mio vecchio Zingarelli, sempre a portata di mano, è quello che lei ritiene "bellissimo", l'undicesima edizione!
Prego!Daniele ha scritto:Grazie mille!

Mi fa piacere. Benvenuto fra noi, Daniele!Daniele ha scritto:Andrò a leggermi quanto indicato. Sono andato però subito a dare una prima occhiata all'elenco dei dizionari, e non le nascondo il piacere che ho provato nello scoprire che il mio vecchio Zingarelli, sempre a portata di mano, è quello che lei ritiene "bellissimo", l'undicesima edizione!

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Caro Marco, ho letto il filone da lei indicato, che mi pare conforti la mia idea sulla liceità dell'uso di "mentre invece". Non sapevo dell'esistenza del Museo degli errori. Spero se ne trovi ancora qualche copia in giro! Di Gabrielli ho Come parlare e scrivere meglio che spesso mi è stato di grande aiuto.
Grazie ancora per i chiarimenti, e spero che mi perdonerà se sottoporrò al forum altri dubbi magari discussi innumerevoli volte.
Grazie ancora per i chiarimenti, e spero che mi perdonerà se sottoporrò al forum altri dubbi magari discussi innumerevoli volte.
I due volumi Il museo degli errori e Si dice o non si dice? sono stati fusi in uno col titolo Il piacere dell’italiano, purtroppo non disponibile da vari mesi.
Caro Daniele, non esiti a sottoporre i suoi dubbi: anche le questioni che possono sembrare semplici sulle prime rivelano spesso recondite profondità e ci aiutano a approfondire la conoscenza dell’italiano.
Caro Daniele, non esiti a sottoporre i suoi dubbi: anche le questioni che possono sembrare semplici sulle prime rivelano spesso recondite profondità e ci aiutano a approfondire la conoscenza dell’italiano.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ecco una scheda dell’Accademia, pubblicata oggi, su mentre invece.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
D'accordissimo con la Crusca: ci mancherebbe. Però bisogna sottolineare che invece dopo mentre deve avere un senso rafforzativo. Temo che nell'uso quotidiano l'intento del rafforzamento non ci sia, e che nel parlato mentre invece tenda ad essere percepito come il buon uso. Se così è, simpatizzo per la vecchia professoressa.
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- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Ho l'impressione che il gentile Carlo B abbia colto nel segno: nell'uso quotidiano l'intento del rafforzamento non si "percepisce". Meglio, quindi, non adoperare assieme mentre e invece.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Sí, quello che, piú generalmente, occorre evitare in uno stile curato è l’automatismo, cioè il trasferimento irriflesso, nei propri scritti, di abitudini linguistiche orali.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sono completamente d'accordo. È vero, però, anche il contrario; com'è vero che sia nello scritto sia nel parlato non bisogna mai trascurare i registri d'espressione; molto spesso non viene sufficientemente valorizzata quest'ultima importantissima caratteristica delle lingue.Marco1971 ha scritto:...quello che, piú generalmente, occorre evitare in uno stile curato è l’automatismo, cioè il trasferimento irriflesso, nei propri scritti, di abitudini linguistiche orali.

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
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