Il plurale dei nomi composti, in generale ma in particolare nel tipo ‘verbo + sostantivo singolare’ – se è plurale il sostantivo, il composto è sempre invariabile al plurale (il portalettere, i portalettere) – è un bizzoso arruffío. Qui deve guidarci la logica: se l’oggetto del verbo indica una realtà generale, vista nella sua singolarità concettuale (spesso si tratta di ‘nomi massa’), il sostantivo rimane invariato: l’/gli aspirapolvere (aspirare la polvere), il/i battistrada (battere la strada), lo/gli spazzaneve ‘spazzare la neve’, ecc. In questa categoria metterei anche prestanome e ficcanaso (ognuno presta il proprio nome e ficca il proprio naso).
Nel caso invece di azione riferita a oggetti normalmente usati al plurale perché ce ne sono quasi sempre almeno due, il sostantivo prende la marca del plurale: l’asciugamano, gli asciugamani (le mani sono almeno due), il cacciavite, i cacciaviti (l’attrezzo serve a cacciare piú d’una sola vite), lo spazzacamino, gli spazzacamini (spazzano non un solo camino), ecc.
Ora però vedo che Gabrielli e DOP trattano diversamente maschile e femminile, decretando che il plurale di il ficcanaso è i ficcanasi mentre quello di la ficcanaso è le ficcanaso.

Se qualcuno piú di me lucido scorge chiaramente l’ascosa cagion, mel faccia sapere!
