Piattina animata è chiamato quel laccetto di plastica, solitamente con l’anima costituita da un fil di ferro, usato per chiudere buste e bustine, pacchetti, ecc.
In inglese dovrebbe essere twist tie.
Ma questa locuzione italiana è troppo tecnica: esiste un termine comune accettato dai dizionari?
Voi come chiamate questo laccetto? [Non sto chiedendo d'inventarne uno ]
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati. V. M. Illič-Svitič
bubu7 ha scritto:Piattina animata è chiamato quel laccetto di plastica, solitamente con l’anima costituita da un fil di ferro, usato per chiudere buste e bustine, pacchetti, ecc.
In inglese dovrebbe essere twist tie.
Ma questa locuzione italiana è troppo tecnica: esiste un termine comune accettato dai dizionari?
Voi come chiamate questo laccetto? [Non sto chiedendo d'inventarne uno ]
Io, per analogia, lo chiamerei semplicemente legaccio.
bubu7 ha scritto:Piattina animata è chiamato quel laccetto di plastica, solitamente con l’anima costituita da un fil di ferro, usato per chiudere buste e bustine, pacchetti, ecc.
In inglese dovrebbe essere twist tie.
Ma questa locuzione italiana è troppo tecnica: esiste un termine comune accettato dai dizionari?
Voi come chiamate questo laccetto? [Non sto chiedendo d'inventarne uno ]
A me non sembra troppo tecnico, anzi direi che ha una connotazione umoristica; solo leggendo l'oggetto dell'intervento ho pensato a una piattina dotata di vita, in movimento.
promessainfranta ha scritto:In veneziano lo si chiama "cordon". I cordoni sono i lacci delle scarpe. Potrebbe funzionare "cordoncino"?
Avevo pensato anch’io a cordoncino. Come a Roberto, a me non suona cosí tecnico piattina (tolto l’aggettivo).
Sembra che una denominazione soprarregionale, a parte questa, non ci sia: il Picchi in linea traduce twist-tie con «striscetta di fildiferro plastificato usata per chiudere sacchetti di plastica»... Comunque, non è un oggetto che si nomina molto spesso.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
promessainfranta ha scritto:In veneziano lo si chiama "cordon". I cordoni sono i lacci delle scarpe. Potrebbe funzionare "cordoncino"?
Avevo pensato anch’io a cordoncino. Come a Roberto, a me non suona cosí tecnico piattina (tolto l’aggettivo).
Sembra che una denominazione soprarregionale, a parte questa, non ci sia: il Picchi in linea traduce twist-tie con «striscetta di fildiferro plastificato usata per chiudere sacchetti di plastica»... Comunque, non è un oggetto che si nomina molto spesso.
Sappiamo che la coerenza terminologica non è il forte degli italiani.
Sul WorldReferenceForum qualcuno ha già risposto a bubu7 che nella confezione di sacchetti che ha a casa c'è scritto chiudipacco, e su un sito di traduttori un'altra persona ha detto che nella confezione di sacchetti che ha a casa c'è scritto laccetto di chiusura...
Quella del Picchi non è una traduzione naturalmente, ma solo una definizione.
Freelancer ha scritto:Quella del Picchi non è una traduzione naturalmente, ma solo una definizione.
Ben sollo, per questo misi la faccina.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Se va bene piattina, ottimo. Volendo un termine piú espressivo e evocatorio, si potrebbe riesumare (non invento nulla) anche l’antico ritortiglio, «Filo sottile piegato e avvolto piú volte su sé stesso» (Battaglia; l’accento su sé non c’è, l’ho aggiunto io), che ha l’appoggio del verbo ritortigliare e del participio passato e aggettivo ritortigliato: «Attorcigliato ripetutamente (un fil di ferro). – Anche: legato con fili attorcigliati».
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Grazie delle risposte.
Voi quindi (mi rivolgo in particolare a Marco e Roberto dei quali non ho capito la preferenza), parlando con un amico (con l’intenzione di farvi comprendere, naturalmente), quale termine usereste dei seguenti?
Scusa, mi passi la piattina/il legaccio/il fil di ferro/il cordoncino/il chiudipacco/il laccetto/il ritortiglio/altro?
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati. V. M. Illič-Svitič
Direi che il termine piú immediato, perché indica la funzione dell’oggetto, è chiudipacco. Tuttavia, io credo che nel contesto sarebbero comprensibili, intuitivamente, anche gli altri termini.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
bubu7 ha scritto:Grazie delle risposte.
Voi quindi (mi rivolgo in particolare a Marco e Roberto dei quali non ho capito la preferenza), parlando con un amico (con l’intenzione di farvi comprendere, naturalmente), quale termine usereste dei seguenti?
Scusa, mi passi la piattina/il legaccio/il fil di ferro/il cordoncino/il chiudipacco/il laccetto/il ritortiglio/altro?
Colloquialmente direi, penso, "mi passi il laccetto [per chiudere questo pacco]".
AmorEst ha scritto:Io l'ho sempre chiamato fil di ferro...
Mi associo, se stiamo parlando però di quello che si trova ad esempio nelle scatole di sacchetti di plastica per il congelatore; non si può invece parlare di filo a proposito di quella vera e propria fascetta (in bianco a destra nell'immagine proposta da bubu) usata in genere per pacchi di dimensioni maggiori (ma non sempre), e per la quale risulta quindi adatto anche il termine chiudipacco.