Genere dei prestiti
Moderatore: Cruscanti
Genere dei prestiti
Intanto salve a tutti, mi sono registrata un attimo fa; mi chiamo Diana.
Vorrei che mi aiutaste a risolvere questo dubbio: come si fa a determinare il genere di un termine introdotto nell'italiano dopo essere stato rubato ad un'altra lingua (soprattutto nel caso in cui questa lingua abbia il neutro o non distingua i generi)?
Per capirsi, perchè si dice la hall?
Grazie
Vorrei che mi aiutaste a risolvere questo dubbio: come si fa a determinare il genere di un termine introdotto nell'italiano dopo essere stato rubato ad un'altra lingua (soprattutto nel caso in cui questa lingua abbia il neutro o non distingua i generi)?
Per capirsi, perchè si dice la hall?
Grazie
Ultima modifica di Diana. in data ven, 22 ago 2008 22:30, modificato 1 volta in totale.
Salve, Diana! Benvenuta! 
Il genere dei forestierismi crudi di solito dipende dalla parola italiana a cui questi vengono associati. Nel caso di hall dovette influire il genere femminile di sala. Talvolta ci sono oscillazioni piú o meno durature: ad esempio, per qualche tempo, la parola film[e] è stata femminile (cfr la pellicola, che ne è la traduzione letterale). Questa e altre difficoltà pongono le parole straniere non assimilate.

Il genere dei forestierismi crudi di solito dipende dalla parola italiana a cui questi vengono associati. Nel caso di hall dovette influire il genere femminile di sala. Talvolta ci sono oscillazioni piú o meno durature: ad esempio, per qualche tempo, la parola film[e] è stata femminile (cfr la pellicola, che ne è la traduzione letterale). Questa e altre difficoltà pongono le parole straniere non assimilate.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
È proprio questo il punto: usiamo forestierismi, in Italia, credendo di essere fini, mentre altro non facciamo che renderci ridicoli (storpiando, di quelle parole, spessissimo persino l’esatta grafia!). Ma tanto di questo s’è parlato che debbo far punto. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Di nulla. Non credo ci sia altra spiegazione possibile per determinare il genere, se non, in alcuni casi, l’influsso di lingue culturalmente e geograficamente vicine, come il francese (che tanto ha influito sull’italiano).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
In che senso? Intende dire che scegliamo il genere che i francesi hanno dato alle stesso prestito?Marco1971 ha scritto:Di nulla. Non credo ci sia altra spiegazione possibile per determinare il genere, se non, in alcuni casi, l’influsso di lingue culturalmente e geograficamente vicine, come il francese (che tanto ha influito sull’italiano).
Re: Genere dei prestiti
ciaoDiana. ha scritto:Intanto salve a tutti, mi sono registrata un attimo fa; mi chiamo Diana.
Vorrei che mi aiutaste a risolvere questo dubbio: come si fa a determinare il genere di un termine introdotto nell'italiano dopo essere stato rubato ad un'altra lingua (soprattutto nel caso in cui questa lingua abbia il neutro o non distingua i generi)?
Per capirsi, perchè si dice la hall?
Grazie

Al di là della teoria di Marco (che comunque è giustissima), personalmente credo che molte volte si scelga un genere che riduca al minimo le ambiguità a livello di pronuncia. Visto che in italiano la parola Hall si legge più o meno "óll", pronunciare "lo óll" o "l'óll" potrebbe creare qualche problema, mentre l'utilizzo del femminile permette di staccare maggiormente le parole e renderle più comprensibili.
Salve, Meyhnach.
Ma allora, seguendo il criterio dell’agevolezza di pronunzia, come giustifichiamo, ad esempio, il week-end? La week-end non pone difficoltà.
Ma allora, seguendo il criterio dell’agevolezza di pronunzia, come giustifichiamo, ad esempio, il week-end? La week-end non pone difficoltà.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
hai ragione, mi sono sbagliato. weekend non presenta difficoltà di pronuncia in nessun caso, per il parlante italiano, di conseguenza è naturale che sia maschile come l'equivalente fine settimana. quello che intendevo sottolineare, è che non sempre il genere viene definito in base a quello della parola italiana corrispondente. dipende da come viene recepito ed assimilato
Il problema è che nel caso specifico week-end è attestato in italiano dal 1905, mentre fine settimana solo dal 1932 (e quest’ultimo ha conosciuto oscillazioni di genere).
D’altra parte, in quanto moderatore di questo foro insieme a Infarinato, mi permetto di segnalarle due cose: le frasi cominciano con la maiuscola e finiscono col punto fermo, il punto interrogativo o il punto esclamativo (o i puntini di sospensione); qui non ci si dà del tu se non per mutuo consenso. La prego di rispettare le regole. Grazie.
D’altra parte, in quanto moderatore di questo foro insieme a Infarinato, mi permetto di segnalarle due cose: le frasi cominciano con la maiuscola e finiscono col punto fermo, il punto interrogativo o il punto esclamativo (o i puntini di sospensione); qui non ci si dà del tu se non per mutuo consenso. La prego di rispettare le regole. Grazie.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Noto che il mio dubbio logistico continua a creare perplessità 
Servirebbe un dizionario di prestiti, ma così, a naso, mi sembra che la tendenza sia a utilizzare il maschile, valicando la regola di Marco (che pure è decisamente sensata).
Un paio di riflessioni (che non portano a niente se non a nuove domande)
divano (maschile) e dogana (femminile) derivano dalla stessa parola persiana diwan. In base alla regola di Marco non vedo perchè dogana dovrebbe prendere il femminile perchè, se è pur vero che significa anche "tassa, gabella", il suo significato originario è ufficio della dogana (e solo così si spiega la sua etimologia, diwan infatti significa tavolo) e non mi viene in mette nessun sinonimo femminile di ufficio tanto diffuso da porter avere avuto un'influenza in quel senso. Nel DELI leggo "La vc. ha la stessa orig. persiana di divano, ma mentre quest'ultimo è arrivato in Italia attraverso il turco osmanali, dogana ha conosciuto il tramite ar. (diwan(a))". Non è detto espressamente, ma mi pare di capire che solo la forma araba presentasse la terminazione -a.
Poi penso a banana e mi verrebbe quasi da dettare una regoletta (ovviamente parziale) sul genere dei prestiti e le terminazioni (e a dire la verità non sarebbe neanche del tutto campata in aria, se si pensa ai plurali latini in -A che passano in italiano al femminile creando la curiosa opposizione singolare-maschile/plurale-femminile di certi termini, ad esempio di uovo)...ma poi penso a sofà e pigiama e mi crolla tutto

Servirebbe un dizionario di prestiti, ma così, a naso, mi sembra che la tendenza sia a utilizzare il maschile, valicando la regola di Marco (che pure è decisamente sensata).
Un paio di riflessioni (che non portano a niente se non a nuove domande)
divano (maschile) e dogana (femminile) derivano dalla stessa parola persiana diwan. In base alla regola di Marco non vedo perchè dogana dovrebbe prendere il femminile perchè, se è pur vero che significa anche "tassa, gabella", il suo significato originario è ufficio della dogana (e solo così si spiega la sua etimologia, diwan infatti significa tavolo) e non mi viene in mette nessun sinonimo femminile di ufficio tanto diffuso da porter avere avuto un'influenza in quel senso. Nel DELI leggo "La vc. ha la stessa orig. persiana di divano, ma mentre quest'ultimo è arrivato in Italia attraverso il turco osmanali, dogana ha conosciuto il tramite ar. (diwan(a))". Non è detto espressamente, ma mi pare di capire che solo la forma araba presentasse la terminazione -a.
Poi penso a banana e mi verrebbe quasi da dettare una regoletta (ovviamente parziale) sul genere dei prestiti e le terminazioni (e a dire la verità non sarebbe neanche del tutto campata in aria, se si pensa ai plurali latini in -A che passano in italiano al femminile creando la curiosa opposizione singolare-maschile/plurale-femminile di certi termini, ad esempio di uovo)...ma poi penso a sofà e pigiama e mi crolla tutto

- Freelancer
- Interventi: 1930
- Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37
Suggerirei, prima di pensare a costruire regole, di leggere alcuni riferimenti che trattano abbastanza ampiamente del genere dei prestiti e delle "regole" per la loro formazione. Ne indico solo due che possono costituire un buon punto di partenza per lo studio:
- Ivan Klajan, Influssi inglesi nella lingua italiana, Olschki: capitolo 4, Il trattamento morfologico dei prestiti integrali.
- Anna M. Thornton, L'assegnazione del genere ai prestiti inglesi in italiano, in Italiano e inglese a confronto, Franco Cesati Editore
- Ivan Klajan, Influssi inglesi nella lingua italiana, Olschki: capitolo 4, Il trattamento morfologico dei prestiti integrali.
- Anna M. Thornton, L'assegnazione del genere ai prestiti inglesi in italiano, in Italiano e inglese a confronto, Franco Cesati Editore
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