La scomparsa dell'articolo
Moderatore: Cruscanti
La scomparsa dell'articolo
Ciao, sono nuova, apprezzo molto il vostro forum perché mi piacciono gli argomenti su cui discutete.
Vorrei proporvi una mia perplessità: non riesco a digerire quel modo di parlare tralasciando l'articolo determinativo davanti ai nomi comuni, es: dillo a mamma, vado da nonna ecc..Questa moda, già da tempo imperversa, specialmente in televisione, e sta prendendo piede come altre bellezze del genere. Che cosa ne pensate?
Vorrei proporvi una mia perplessità: non riesco a digerire quel modo di parlare tralasciando l'articolo determinativo davanti ai nomi comuni, es: dillo a mamma, vado da nonna ecc..Questa moda, già da tempo imperversa, specialmente in televisione, e sta prendendo piede come altre bellezze del genere. Che cosa ne pensate?
Benvenuta, Maddi! 
Se m’infastidiscono oltremodo espressioni prive di articolo come settimana prossima per la settimana prossima, o pomeriggio per questo/oggi pomeriggio, e simili, sarei proclive alla clemenza coi nomi di parentela, perché l’assenza di articolo mi sembra giustificabile da una sorta di «personificazione», quasi si trattasse d’un nome proprio. Ma è solo un giudizio personale.

Se m’infastidiscono oltremodo espressioni prive di articolo come settimana prossima per la settimana prossima, o pomeriggio per questo/oggi pomeriggio, e simili, sarei proclive alla clemenza coi nomi di parentela, perché l’assenza di articolo mi sembra giustificabile da una sorta di «personificazione», quasi si trattasse d’un nome proprio. Ma è solo un giudizio personale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non è però sempre prettamente dialettale. Ecco quel che dice Luca Serianni in proposito (IV.55):
Senza possessivo, l’uso formale richiede sempre l’articolo con i singenionimi. Ma per mamma, babbo e papà è piú comune l’omissione: «il mio viaggio con babbo», «l’opera che m’imprestò mamma» (esempi di G. Giusti, citati in MOISE 1878: 652), «Luisa sussurrò: – Mamma è qui» (Fogazzaro, Piccolo mondo antico, 46), «ragazzi, ora state buoni mentre papà studia» (Jahier). Si badi che l’omissione è possibile solo quando i singenionimi si riferiscano ai genitori del parlante o dell’interlocutore: non si potrebbe dire *mamma di Luigi non è venuta (ma: «la mamma di Luigi», ecc.).
Senza possessivo, l’uso formale richiede sempre l’articolo con i singenionimi. Ma per mamma, babbo e papà è piú comune l’omissione: «il mio viaggio con babbo», «l’opera che m’imprestò mamma» (esempi di G. Giusti, citati in MOISE 1878: 652), «Luisa sussurrò: – Mamma è qui» (Fogazzaro, Piccolo mondo antico, 46), «ragazzi, ora state buoni mentre papà studia» (Jahier). Si badi che l’omissione è possibile solo quando i singenionimi si riferiscano ai genitori del parlante o dell’interlocutore: non si potrebbe dire *mamma di Luigi non è venuta (ma: «la mamma di Luigi», ecc.).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
...e scorretto in italiano normale (= stàndaro).flefons ha scritto:Invece, dire "pomeriggio" in luogo di "questo pomeriggio" o "settimana prossima" al posto di "la settimana prossima" è un uso prettamente settentrionale...

Benvenuto/a!

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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