Mi sono imbattuto in questa parola oggi, trovata nel secondo supplemento (vol. VIII) del GRADIT. Non ne scrivo qui per narrarvi le fortunose mie vicende domestiche, bensí perché deriva dal francese adret e è datato 1992! L’adattamento non era morto e sepolto?
Per togliervi la curiosità, ecco la definizione:
adretto /a'dretto/ s.m. TS geol. [1992; dal fr. adret) non com., versante di una montagna esposto a meridione e sottoposto a insolazione prolungata nell’arco del giorno.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il contrario di adretto in francese, vedo, è ubac, che trovo soltanto, tale e quale, nel Devoto-Oli bivolume:
ubac s.m., fr. Termine geografico diffuso nella toponomastica regionale delle Alpi Occidentali per indicare centri, versanti, aree forestali a ombría o a bacío.
La toponomastica, invece, ha un Monte Croce dell’Ubacco in Piemonte. Perché, allora, non aver riportato anche la forma assimilata ubacco, supportata dal nome proprio?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.