Mi permetto di dare le mie due lire bucate, ben consapevole di star
gridando in chiesa. Non vi sembra che codesta sia una opinione eccessivamente dura? E non parlo del virgolettato «linguista», ma della scelta di un ausiliare piuttosto che l’altro. “Eccessivamente” perché in fondo la scelta di usare
avere in tutti i casi ha sí difensori intoccabili quali Leopardi e D’Annunzio citati da Marco, ma pare mancare d’argomentazioni sostanziali (o forse io non le conosco, comunque non sono state esplicitate in questo filone). Su che base insomma, se non per le occorrenze (e qui, gridare per gridare, bestemmio), si giustifica questa scelta?
Personalmente carezzerei una visione un po’ piú salomonica, una, ad esempio, che veda fra “avrei potuto essere” e “sarei potuto essere” una differenza. È possibile che, pur mantenendo come stàndaro l’uso di
avere,
essere si possa usare per dare rilievo, tramite il legame sintattico, al verbo retto piuttosto che al servile?
Rimetti la mia
hybris, Marco: è frutto solo dell’amore per la lingua.
