Comunanza
Moderatore: Cruscanti
Comunanza
Cercavo una traduzione di common nel senso di bene/spazio comune, ma che si possa usare con una specificazione del suo contenuto (in questo caso, "di conoscenza").
Il Picchi suggerisce comunanze, che secondo il Treccani sono «Al sing. o al plur. (lat. mediev. communantiae), la comunità che ha il godimento in comune di terre costituite da pascoli e boschi», mentre secondo il De Mauro sono le terre stesse. Sono piuttosto confuso: va bene, l'una è strettamente legata alle altre, e la metonimia è comprensibile, ma ci sarà stato un uso predominante, no?
Il Picchi suggerisce comunanze, che secondo il Treccani sono «Al sing. o al plur. (lat. mediev. communantiae), la comunità che ha il godimento in comune di terre costituite da pascoli e boschi», mentre secondo il De Mauro sono le terre stesse. Sono piuttosto confuso: va bene, l'una è strettamente legata alle altre, e la metonimia è comprensibile, ma ci sarà stato un uso predominante, no?
Cercando in rete, si trovano 58.900 ricorrenze di comunanza di conoscenze (19 nel solo ‘Google Libri’); al singolare, la proporzione è minore (comunanza di conoscenza: 2, e 6 in ‘GL’).
A ogni modo questo significato mi sembra supportato dalla prima accezione di ‘comunanza’ data dal Battaglia:
Condizione che fa comune alcunché a piú persone o a tutti; l’avere in comune una cosa con altri, il mettere in comune, accomunamento, partecipazione; eguaglianza, parità di condizioni; affinità.
Ma non so se ho ben inteso il senso della domanda...
A ogni modo questo significato mi sembra supportato dalla prima accezione di ‘comunanza’ data dal Battaglia:
Condizione che fa comune alcunché a piú persone o a tutti; l’avere in comune una cosa con altri, il mettere in comune, accomunamento, partecipazione; eguaglianza, parità di condizioni; affinità.
Ma non so se ho ben inteso il senso della domanda...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Il termine, in quest’accezione, è d’uso antico e solitamente al plurale:
Comunanza 6. Ant. Per lo piú al plur. Terre, costituite da pascoli o boschi, lasciate in godimento alla comunità. (Battaglia)
Ma può significare anche:
3. Insieme di persone che fanno vita comune o che sono unite tra loro da un vincolo comune; comunità, congregazione (sia di carattere laico, sia di carattere religioso). – Per simil.: consesso.
Nulla vieta di estendere il significato a indicare qualsiasi tipo di bene comune. Si vede dalle ultime schede del sito dell’Accademia come l’uso sia proprio in nostra mano.
Comunanza 6. Ant. Per lo piú al plur. Terre, costituite da pascoli o boschi, lasciate in godimento alla comunità. (Battaglia)
Ma può significare anche:
3. Insieme di persone che fanno vita comune o che sono unite tra loro da un vincolo comune; comunità, congregazione (sia di carattere laico, sia di carattere religioso). – Per simil.: consesso.
Nulla vieta di estendere il significato a indicare qualsiasi tipo di bene comune. Si vede dalle ultime schede del sito dell’Accademia come l’uso sia proprio in nostra mano.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Nel lessico universitario comunanza si dà quando un insegnamento, per fare un esempio a caso Storia moderna, dispensato per un certo corso di laurea, è comune a un altro corso di laurea. Chi insegna quella materia agli studenti di Lettere, lo fa anche per quelli di Filosofia.
Ignoro se questo significato, molto settoriale, sia stato recepito dai dizionari: ma ormai per molte migliaia di studenti universitari è un'accezione corrente.
Ignoro se questo significato, molto settoriale, sia stato recepito dai dizionari: ma ormai per molte migliaia di studenti universitari è un'accezione corrente.
Dunque comunanza storicamente è prima di tutto la comunità, e quindi (specie al plurale) la terra che le corrisponde. Grazie.Marco1971 ha scritto:Il termine, in quest’accezione, è d’uso antico e solitamente al plurale
Interessante: non conoscevo questa accezione, che non mi risulta essere in uso qui a Milano, dove credo che si parli semplicemente di "corsi comuni". Può anche darsi che sia perché i corsi obbligatori delle facoltà di lettere e filosofia e giurisprudenza sono tanto affollati da essere sdoppiati, triplicati o quadruplicati, mentre quelli facoltativi sono disponibili a tutti nel pieno caos; al contrario nei singoli corsi scientifici i percorsi sono piú definiti e si parla semmai (come eccezione) di insegnamenti facoltativi all'interno dei diversi curricula.CarloB ha scritto:Nel lessico universitario comunanza si dà quando un insegnamento, per fare un esempio a caso Storia moderna, dispensato per un certo corso di laurea, è comune a un altro corso di laurea.
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