«Speakeraggio» & «speakerare»

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Marco1971
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«Speakeraggio» & «speakerare»

Intervento di Marco1971 »

Abbiate pazienza, ma io coniazioni ibride come queste le considero davvero nefande. Comincio col riportare le definizioni del Devoto-Oli-Serianni:
speakeraggio 1. L’attività di chi si rivolge a un pubblico occasionale mediante impianti di amplificazione volante, spec. nel corso di campagne pubblicitarie, manifestazioni politiche o sindacali e simili.

2. In televisione, la preparazione del parlato da sovrapporre alle immagini.

speakerare Leggere un testo giornalistico alla radio o alla televisione: s. i risultati delle partite di serie A.
Per la prima accezione non sarebbe plausibile proclamazione? E per la seconda (tele)redazione? Quanto al verbo... non ne vedo l’utilità, basta leggere!

Finissimo il Garzanti, che scrive, per promuovere la nuova edizione in CD del dizionario: «- lo speakeraggio dei lemmi, per ascoltare l’esatta pronuncia delle parole». Pronuncia nobil a bastanza non era?

Critiche? Suggerimenti? Grazie! :)
atticus
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Intervento di atticus »

In compenso (ma c'è davvero un compenso?) il termine speakerina/e quasi nessuno lo rammenta piú, anche se i vocabolari continuano a registrarlo.
fabbe
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Intervento di fabbe »

A mio avviso "speakerare" equivale (a seconda dei casi) a "recitare", "leggere" o "annunciare".
Gino Zernani
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Intervento di Gino Zernani »

Segnalo che in questi giorni ho sentito, per radio (emittenti nazionali), questa campagna pubblicitaria di una famosa marca di stampanti:
"Perché il direttore generale della XXY ha accettato di spicherare uno spot radio?". Azzardo io: forse perché le sue capacità professionali sono seriamente compromesse (quand'anche le avesse mai avute :D :D :D )
Poteva benissimo accettare di annunciare una pubblicità per radio, o qualcosa di simile. Ma se lo chiedi ad un redattore pubblicitario (copywriter) ti dirà che qualunque altra soluzione non aveva la stessa forza comunicativa. :D :D :D

P.S. Spot non è presente nella lista.
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bubu7
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Re: «Speakeraggio» & «speakerare»

Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto: ...Pronuncia nobil a bastanza non era?...
La risposta della Garzanti...
Uri Burton
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Re: «Speakeraggio» & «speakerare»

Intervento di Uri Burton »

bubu7 ha scritto:
Marco1971 ha scritto: ...Pronuncia nobil a bastanza non era?...
La risposta della Garzanti...
In che cantonata sono incappati alla Oxford University Press: pensate, l’Oxford Advanced Learner’s Dictionary Text and Sound Version reca l’indicazione pronounce. Roba da pazzi: dovremo metterli in contatto con la Garzanti, nella speranza che finalmente speakerino anche loro.
Uri Burton
fabbe
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Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 20:57

Re: «Speakeraggio» & «speakerare»

Intervento di fabbe »

Uri Burton ha scritto:
bubu7 ha scritto:
Marco1971 ha scritto: ...Pronuncia nobil a bastanza non era?...
La risposta della Garzanti...
In che cantonata sono incappati alla Oxford University Press: pensate, l’Oxford Advanced Learner’s Dictionary Text and Sound Version reca l’indicazione pronounce. Roba da pazzi: dovremo metterli in contatto con la Garzanti, nella speranza che finalmente speakerino anche loro.
Si, “pronuncia” è il termine esatto.

Ci sono due errori, a mio umile parere, nella risposta dell'editore:

1. Lo speakeraggio (anche nella definizione che ne danno loro) indica una modalità di realizzazione fonica e di comunicazione, non il “prodotto” di tale realizzazione che in questo caso è la "pronuncia". Il prodotto potrebbe essere, infatti, anche una lettura, una recitazione ecc.

2. Come conseguenza del primo punto “speakeraggio” è troppo generico perchè indica prodotti vari e non necessariamente la “pronuncia”.

Ci sarebbe quasi da rispondere all'editore.
Ultima modifica di fabbe in data mer, 04 ott 2006 14:30, modificato 1 volta in totale.
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arianna
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Intervento di arianna »

Quello che piú trovo assurdo, leggendo la risposta del Garzanti, è questo:
il nostro Dizionario si propone di registrare l’evoluzione e le novità della lingua viva e ha quindi il dovere di aggiornare e di informare il lettore sull’utilizzo di parole ormai così diffuse in giornali, libri e trasmissioni televisive. Questi termini circolano nell'italiano attuale, e un buon dizionario ha il dovere di registrarli.
Fatemi capire, adesso un dizionario deve aggiornarsi ascoltando bene quel che viene detto in tivvù e leggendo i giornali (un buon dizionario!)?! Anche se si tratta d'una lingua storpiata chi se ne frega: s'è detto in tivvù! Allucinante :shock:

Lingua viva?
Ma allora perché si studia ancora la lingua e la letteratura a scuola?
Basta seguire la tivvù... :? :shock:
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________

Arianna
fabbe
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Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 20:57

Intervento di fabbe »

arianna ha scritto:Quello che piú trovo assurdo, leggendo la risposta del Garzanti, è questo:
il nostro Dizionario si propone di registrare l’evoluzione e le novità della lingua viva e ha quindi il dovere di aggiornare e di informare il lettore sull’utilizzo di parole ormai così diffuse in giornali, libri e trasmissioni televisive. Questi termini circolano nell'italiano attuale, e un buon dizionario ha il dovere di registrarli.
Fatemi capire, adesso un dizionario deve aggiornarsi ascoltando bene quel che viene detto in tivvù e leggendo i giornali (un buon dizionario!)?! Anche se si tratta d'una lingua storpiata chi se ne frega: s'è detto in tivvù! Allucinante :shock:

Lingua viva?
Ma allora perché si studia ancora la lingua e la letteratura a scuola?
Basta seguire la tivvù... :? :shock:
Concordo.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Non facciamo dire alla Garzanti quello che non dice. :wink:

La sua linea editoriale in materia lessicografica è quella di tutti i più importanti dizionari (e che io condivido): se un termine viene utilizzato con una certa frequenza dai mezzi di comunicazione è giusto che un dizionario ne riporti il significato. E nessun dizionario moderno vi aggiunge giudizi estetici.
Diversa cosa è la scelta di utilizzare un termine al posto di un suo sinonimo in una pagina che pubblicizza un proprio dizionario.
Questa è stata in parte la mia contestazione alla quale la Garzanti ha risposto (indirettamente) che, secondo loro, il termine speakeraggio è più indicato di pronuncia perché più specifico.
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

bubu7 ha scritto:Questa è stata in parte la mia contestazione alla quale la Garzanti ha risposto (indirettamente) che, secondo loro, il termine speakeraggio è più indicato di pronuncia perché più specifico.
Si potrebbe ribattere (alla Garzanti) che, invece d’una parola che contravviene alle norme della nostra ortografia (spicheraggio sarebbe graficamente accettabile), esiste almeno una parola italiana in grado di competere semanticamente con quest’infausto neologismo: proferimento, «l’atto di proferire»:

proferire 1. Pronunciare, cioè emettere uno o più suoni vocali, con riguardo sia al modo di articolarli, sia alla formazione di parole o di frasi: p. bene, male, correttamente una consonante; p. piano, sottovoce; proferì distintamente il suo «sì»; alla mia obiezione non proferì sillaba; non ha proferito parola in tutta la sera; (Treccani)

E nello stesso Garzanti:

proferire [...] articolare: proferire un suono; proferire distintamente un termine, un nome.

Il sostantivo proferimento, termine registrato, non è comune, certo (però è inappariscente); ma non ci si venga a dire che «non esiste» parola italiana che possa essere al contempo precisa e tecnica per rendere speakerare e speakeraggio, che sono un ennesimo esempio di parole inutili dovute a mera superficialità di conoscenza, prassi e coscienza linguistica.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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