Dal Corriere della Sera di ieri (p. 37):
Il nostro uso di parole inglesi è cresciuto del 773% in otto anni
Ormai parliamo e scriviamo «itanglese»: è la considerazione finale di un’analisi presentata durante un convegno di Federlingue (Associazione italiana di servizi linguistici). L’uso di parole inglesi nei testi italiani è infatti aumentato del 773 per cento negli ultimi otto anni. Del resto, basta fare attenzione alla lingua di tutti i giorni con i suoi «weekend», «core business», «fashion» e i molti termini che l’uso del computer (parola inglese) trascina con sé. La ricerca è stata condotta con un «questionario web» (parola inglese) su un campione di un centinaio di utenti «business to business», dice il comunicato, sposando cosí l’«itanglese». Per chi ancora è affezionato all’italiano, si tratta di una ricerca condotta tra gli utenti delle imprese multinazionali che negli ultimi 12 mesi hanno usato servizi di traduzione. Tra intervistati (età tra i 25 e i 50 anni), l’84 per cento ha dimostrato un frequente ricorso a termini inglesi intercalati all’italiano.
Crescita degli anglicismi in italiano
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Crescita degli anglicismi in italiano
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
L’osservazione di Federico è legittima. L’indagine per fortuna non è stata condotta in modo tanto sciatto; lo evinciamo dal piú preciso articolo de La Repubblica del 21 maggio al riguardo, gentilmente riportato qui da Ferdinand Bardamu:
La rilevazione è stata condotta su una base di documenti aziendali tradotti nell’anno 2000 paragonati con una base equivalente di documenti tradotti nel 2008, su piú di 50 milioni di parole. In alcuni testi si arriva a usare un termine anglosassone ogni tre.
La rilevazione è stata condotta su una base di documenti aziendali tradotti nell’anno 2000 paragonati con una base equivalente di documenti tradotti nel 2008, su piú di 50 milioni di parole. In alcuni testi si arriva a usare un termine anglosassone ogni tre.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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