La lingua "cybernetica"
Moderatore: Cruscanti
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
La lingua "cybernetica"
Un articolo di Bruno Ventavoli (ecco un caso in cui sarebbe bene segnare l'accento) sulla lingua e l'informatica. Purtroppo il "pezzo" per ragioni tecniche (credo) è infarcito di anglismi.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Sul fondo, sono sostanzialmente d’accordo: la Rete permette di correggere rapidamente qualsiasi errore (per chi sa). Sulla forma, invece, sono perplesso: non capisco perché cyberspazio e non ciberspazio [registrato] (capirei di piú cyberspace). E come si deve pronunciare? /'saiber-/? 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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