Occorre ricordare che tale locuzione ricalca il francese à l’insu de e che, appena entrata, fu criticata:
‘Insaputa’, voce notata dal Bernardoni fra le non approvate. Pare al filologo moderno che sia da tollerare per ora nel linguaggio e nelle scritture familiari e non altro. (Fil. Ugolini)
Il Gabrielli bivolume scrive:
All’insaputa di qualcuno, A mia, tua, sua, nostra, loro insaputa, ricalcate sul francese à l’insu de, à mon insu, ecc., che sostituiscono quelle piú antiche e piú schiette Senza la saputa di, senza saputa di, senza mia, tua, ecc. saputa, senza che uno lo sappia o lo sapesse, senza che io lo sappia o lo sapessi, ecc.
Diamo spazio alla variatio e teniamo in vita queste belle locuzioni?
