«Inbound»

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Marco1971
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«Inbound»

Intervento di Marco1971 »

inbound agg.inv. ES ingl. TS telef. Nel gergo dei call center [no: centro informazioni telefoniche], relativo alle telefonate effettuate da un cliente / estens., relativo a servizi di customer care [no: assistenza alla clientela], help desk tecnico [no: reparto assistenza tecnica], acquisizione di ordini [no: order acquisition ;)], ecc. erogati al momento della ricezione della chiamata.

A parte l’italiano stomachevole (volevo scrivere recevole, ma ho temuto l’incomprensione) di questa definizione del GRADIT, una chiamata inbound è una chiamata entrante. Per l’uso estensivo, mi pare che istantaneo faccia alla bisogna, o mi sfugge qualcosa?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Concordo sulla ridicola supercazzola anglicizzante della definizione.

Ritengo però che l'uso estensivo sia egualmente traducibile con in entrata o entrante, forse in opposizione a in uscita. Non sono affatto un esperto della materia, ma credo che ci siano servizi erogati dentro il centro di supporto dei clienti e altri forniti invece al di fuori (o è meglio dire outbound? :x ) di esso, ossia, per esempio, l'assistenza per telefono oppure a domicilio. Può essere plausibile questa interpretazione?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non lo so... e ancora non m’è chiaro cosa significhi vendite inbound (la definizione riportata sopra non m’illumina, ma certo sono l’unico a non capirlo, e tutti i lettori del Corriere hanno ben chiaro il concetto :D).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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