«Perdere di mente»
Moderatore: Cruscanti
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- Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30
«Perdere di mente»
Questo pomeriggio ho sentito un conduttore televisivo usare la locuzione «perdere di mente» per dimenticare. Riflettendo, non è la prima volta che la sento, però continua a suonarmi "strana" - mi sembra quasi una forma dialettale. L'ho cercata sui dizionari, ma non ho trovato alcuna traccia; chiedo dunque ai sapienti del forum delucidazione sull'origine e, soprattutto, sulla liceità di tale forma.
L’espressione – che non conoscevo – è lecita e presente nel Battaglia, che cita anche il Tommaseo:
Perdere di mente: dimenticare, perdere di vista.
G. Gozzi [Tommaseo]: Non m’ha ancora perduto di mente.
Tommaseo [s. v.]: ‘Perdere di mente’: siccome dicesi ‘perder di vista’, ma ‘di mente’ è meno comune.
Perdere di mente: dimenticare, perdere di vista.
G. Gozzi [Tommaseo]: Non m’ha ancora perduto di mente.
Tommaseo [s. v.]: ‘Perdere di mente’: siccome dicesi ‘perder di vista’, ma ‘di mente’ è meno comune.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Non credo sia una forma dialettale. Credo sia il contrario della locuzione, corretta, "tenere a mente", cioè ricordare. "Perdere di mente" sta, quindi, per dimenticare, scordare. E, a mio avviso, è una forma lecita. Google libri dà molte occorrenze.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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