«Daccordo»
Moderatore: Cruscanti
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
«Daccordo»
Ho notato, con stupore, che il GRADIT ritiene daccordo una variante di d'accordo rimandando, poi, alle polirematiche dove si legge "d'accordo".
A mio modo di vedere il Gradit induce in errore il lettore... frettoloso.
Siete... d'accordo?
A mio modo di vedere il Gradit induce in errore il lettore... frettoloso.
Siete... d'accordo?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
È inaccettabile. Anche un vocabolario dell’uso deve fare delle scelte e non riprodurre le abitudini degli ignoranti.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30
Non so dove avesse la testa chi ha redatto quella voce del DOP. Se legittimiamo daccordo, allora dovremmo ritenere corrette anche scrizioni quali *distinto per d’istinto o *daltrocanto per d’altro canto e centinaia di altre. Non bisogna dimenticare che, di là dai fenomeni meccanici della lingua, c’è la coscienza collettiva e individuale di chi adopera la lingua; c’è anche un rapporto affettivo profondissimo (la lingua è cosa cosí intima!) che d’istinto ci muove a respingere grafie in contrasto con quelle normali, che abbiamo sempre usato. Dubito inoltre che l’ortografia in questione sia sostenuta da una lunga tradizione: 7 occorrenze nella LIZ[a]; 4 di Macinghi Strozzi, 1 di Goldoni (in dialetto veneto), 2 di Manzoni (nel Fermo e Lucia, che furono corrette nella versione definitiva – e nello stesso Fermo e Lucia troviamo 10 occorrenze di d’accordo).
Infine, c’è anche la condanna sociale: chiunque scrivesse daccordo verrebbe subito ripreso e corretto, perché, appunto, è una forma che non ha mai acquisito diritto di cittadinanza nell’idea che i parlanti si fanno dello scrivere corretto.
Infine, c’è anche la condanna sociale: chiunque scrivesse daccordo verrebbe subito ripreso e corretto, perché, appunto, è una forma che non ha mai acquisito diritto di cittadinanza nell’idea che i parlanti si fanno dello scrivere corretto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Anche daltronde è solo «meno com.» nel DOP.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
E nel caso di *daltronde non abbiamo – almeno nella LIZa e nel Battaglia – alcuna attestazione letteraria. Il DOP s’è fatto inghiottire dal vortice della tendenza attuale ad accettare tutto quel che circola all’intorno (o, per fare in, allintorno.
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Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Piiiiiihhhhh! (come dicono in Sicilia
). Lasciamo perdere: sono modi di scrivere propri di chi non sa scrivere.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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