«Virtualmente»

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Marco1971
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«Virtualmente»

Intervento di Marco1971 »

Cercando linguicidio in rete mi sono imbattuto in quest’articolo di Wikipedia, in cui si legge questa frase (per me terribilmente esanimante, considerando la situazione attuale; grassetto mio):

Il logoramento linguistico, chiamato occasionalmente suicidio linguistico, è un processo di obsolescenza linguistica. Nel corso delle generazioni, i locutori della meno prestigiosa fra due varietà strettamente imparentate prendono in prestito così tanto lessico, pronuncia e sintassi dalla lingua più prestigiosa che la prima diventa virtualmente indistinguibile dalla seconda.

Ho l’impressione che l’autore (o gli autori) intendesse ‘praticamente, quasi’, che è significato comune dell’inglese virtually. In italiano, virtualmente ha un senso affatto diverso, vuol dire ‘teoricamente, potenzialmente’.

Vi risulta che questo calco semantico si stia imponendo nella nostra lingua?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Già sentito in tivvú e nel quotidiano, ma da persone d’una certa istruzione (conoscere il significato di virtually non è da tutti, soprattutto in Italia). Ciò non toglie che non sapere come si traduce in italiano dimostra, d’altra parte, sciatteria e scarsissima sensibilità linguistica.
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bubu7
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Re: «Virtualmente»

Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto: In italiano, virtualmente ha un senso affatto diverso, vuol dire ‘teoricamente, potenzialmente’.
Virtualmente, in italiano, ha anche il significato di 'praticamente, quasi sicuramente'. Significati che discendono da una delle accezioni di virtuale.

Di seguito un florilegio di definizioni tratte da vari vocabolari.

Vocabolario Treccani: virtualmente 'inevitabilmente, praticamente' "con riferimento a situazione che fa apparire prossimo e inevitabile un dato fatto".
DISC 2002: s.v. virtuale; virtualmente 'quasi sicuramente'.
Devoto-Oli 2007: virtuale: "talvolta con allusione all'imminenza e inevitabilità di una situazione della quale sono già in atto tutte le premesse".
Gabrielli bivolume: (seconda accezione) 'effettivamente, praticamente'.
Diz. dei Sinonimi e Contrari di Renato Rosiello: virtuale: "che possiede tutte le premesse per avverarsi" SIN.: più che probabile, potenziale, quasi sicuro.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Intervento di Freelancer »

Però credo che Marco si domandasse se questa estensione di significato consegua dall'influsso dell'inglese, analogamente, ad esempio, all'uso di realizzare nel senso di comprendere esattamente, avere chiaro.
Ultima modifica di Freelancer in data mar, 21 dic 2010 16:49, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il GRADIT, il Battaglia, il Treccani e molti altri non conoscono l’accezione ‘quasi’ (‘inevitabilmente’ non significa ‘quasi’):

virtualmente teoricamente; potenzialmente SIN. in teoria, in potenza CONTR. in pratica, praticamente (GRADIT)

Virtualménte Potenzialmente, teoricamente, in modo virtuale, in potenza.

2. Ant. Con grande evidenza e risalto.
(Battaglia)

virtualménte, potenzialmente, in potenza: capacità, qualità che esistono solo virtualmente; inevitabilmente, praticamente, con riferimento a situazione che fa apparire prossimo e inevitabile un dato fatto: il consiglio direttivo è già virtualmente dimissionario. (Treccani)

Lo stesso fatto che la nuova accezione non sia presente nei dizionari storici dimostra che si tratta d’uno sviluppo recente, senz’altro da ricondurre all’inglese virtually:

virtually You can use virtually to indicate that something is so nearly true that for most purposes it can be regarded as true. Virtually all cooking was done over coal-fired rangers… It would have been virtually impossible to research all the information. (COBUILD)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Vedo che quest'accezione di virtualmente è registrata anche in spagnolo, ma non in portoghese, a meno che l'accezione 2 di questo dizionario non ci sia equivalente. Non mi ricordo di aver sentito la parola usata così in nessuna delle due lingue, ma potrei sbagliarmi.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Freelancer ha scritto:Però credo che Marco si domandasse se questa estensione di significato consegua dall'influsso dell'inglese, analogamente, ad esempio, all'uso di realizzare nel senso di comprendere esattamente, avere chiaro.
Sì, hai ragione Roberto, non ho detto niente sull'ipotesi del calco semantico.
Mi sono lasciato ancora una volta sorprendere dalle affermazioni di Marco su cosa sarebbe italiano e cosa no e non mi sono soffermato sull'ipotesi del calco.
La verità è che quest'ipotesi non mi convince: non dico che non possa essere giusta, e sarei pronto a ricredermi sulla base di testimonianze autorevoli, ma da quello che ho letto finora non ho trovato niente che la giustifichi positivamente.
Nel DELI, alla voce virtù, leggo per virtuale una definizione riguardante l'uso del termine nella Scolastica: 'che esiste solo in potenza e non è ancora in atto' (sottolineatura mia). Ora, in questa definizione ci vedo la base per l'uso estensivo nell'accezione di virtualmente che stiamo considerando e della quale accezione ho riportato sopra diverse citazioni tratte dai più importanti dizionari. Quando dico: "la partita è virtualmente [o teoricamente] finita" sto affermando che, ad esempio, la vittoria finale è in potenza, e non ancora in atto, ma che ci sono tutte le premesse perché questa si realizzi.
Non vedo quindi uno scarto semantico tale tra le due accezioni di virtualmente da ipotizzare necessariamente un prestito da una lingua straniera: si potrebbe trattare di una semplice estensione autoctona del significato.
D'altra parte nei miei dizionari etimologici non ho trovato nulla sull'origine di questa accezione di virtualmente (e questo potrebbe far pendere la bilancia a favore del calco...).
In quanto all'assenza della nostra accezione da due importanti dizionari come il GRADIT e il GDLI (nel Treccani l'accezione è presente, basta guardare con un po' d'attenzione...) si tratta di un fatto grave.
Hai visto quali importanti dizionari la riportano; non è perciò ammissibile che un importante dizionario dell'uso, come il GRADIT, la ignori (anche nei suoi due aggiornamenti...).
Anche l'assenza dal GDLI non ha giustificazioni. Se fosse accaduto per una voce dei primi volumi poteva anche essere comprensibile, visto l'atteggiamento metodologico dei compilatori che dava praticamente l'esclusiva alle citazioni della nostra letteratura classica, in più rivalutando i nostri autori degli ultimi secoli. Ma la voce è contenuta nell'ultimo volume, di recente elaborazione, e da tempo ormai nella costruzione del GDLI hanno larga parte altre fonti come i giornali. Non mi si dica quindi che un'accezione, riportata senza alcuna restrizione d'uso dai nostri maggiori vocabolari (anche il Treccani!) non doveva essere presa in considerazione: si tratta semplicemente di una mancanza.
Verificherò se sono ancora attivi i miei collegamenti con le redazioni di entrambe le opere per segnalare la cosa...

Scusatemi se non risponderò tempestivamente ad eventuali repliche ma quando mi leggerete sarò probabilmente già partito per le vacanze natalizie.
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V. M. Illič-Svitič
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Re: «Virtualmente»

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Vi risulta che questo calco semantico si stia imponendo nella nostra lingua?
Eccone un esempio d'uso in una pagina pubblicitaria di orologi letta or ora su L'Espresso del 18 novembre:
Utilizzando soltanto l'energia della luce, il sistema Eco-Drive fornisce a 0.45 una carica virtualmente illimitata ed elimina per sempre il problema della periodica sostituzione delle batterie.
Ultima modifica di Freelancer in data ven, 24 dic 2010 3:14, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Grazie, Roberto, ecco l’inconfutabile prova del calco. Sfido chiunque a trovarmi un solo esempio di virtualmente = quasi in qualsivoglia autore fino a metà Novecento e forse anche oltre.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:Grazie, Roberto, ecco l’inconfutabile prova del calco.
Dove sarebbe la prova inconfutabile?

L'unica cosa che non va provata è la capacità dei parlanti di estendere l'area semantica di un termine (in questo caso l'estensione non è neanche tanta...).
L'esistenza dello stesso significato anche in un'altra lingua non è la prova automatica di un prestito: è necessaria un'esplicita documentazione per parlare di calco.
Come dicevo prima non escludo il calco ma, in mancanza di prove documentali o di esplicite dichiarazioni di fonti autorevoli, credo sia necessario rimanere nella convinzione di un'estensione semantica endogena.
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V. M. Illič-Svitič
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