Attentato a...
Moderatore: Cruscanti
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Attentato a...
«Vile gesto l'attentato ad Alessandria»
Rabbia copta: nuovi scontri e feriti
Questo titolo campeggia sulla prima pagina del Corriere della Sera in rete.
A me non sembra corretto: la preposizione “ad” va sostituita con “di”.
Sbaglio? Non si attenta “a” qualcuno? L’attentato “al” papa. Nel caso in oggetto non si è perpetrato l’attentato “alla” città di Alessandria.
Rabbia copta: nuovi scontri e feriti
Questo titolo campeggia sulla prima pagina del Corriere della Sera in rete.
A me non sembra corretto: la preposizione “ad” va sostituita con “di”.
Sbaglio? Non si attenta “a” qualcuno? L’attentato “al” papa. Nel caso in oggetto non si è perpetrato l’attentato “alla” città di Alessandria.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Gentile Fausto, è la preposizione a di stato in luogo, come nel famoso romanzo di Thomas Mann La Morte a Venezia.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Mi crede se le dico che ci avevo pensato...Marco1971 ha scritto:Gentile Fausto, è la preposizione a di stato in luogo, come nel famoso romanzo di Thomas Mann La Morte a Venezia.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
C'è da dire che effettivamente è una frase leggermente ambigua.Fausto Raso ha scritto:Mi crede se le dico che ci avevo pensato...Marco1971 ha scritto:Gentile Fausto, è la preposizione a di stato in luogo, come nel famoso romanzo di Thomas Mann La Morte a Venezia.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
Sí, ma non tutti i risultati sono da considerare egualmente validi in Google: bisogna scernere (Google Libri, i grandi quotidiani, e sim.) se si cerca piú la correttezza che non la globale diffusione. Nel caso di attentato a + nome di città, s’intende che l’attentato si è svolto nella tal città e non che l’atto sia rivolto alla città (che senso avrebbe?).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Aggiungo che i due costrutti non hanno la stessa funzionalità.Marco1971 ha scritto:Sí, ma non tutti i risultati sono da considerare egualmente validi in Google: bisogna scernere (Google Libri, i grandi quotidiani, e sim.) se si cerca piú la correttezza che non la globale diffusione. Nel caso di attentato a + nome di città, s’intende che l’attentato si è svolto nella tal città e non che l’atto sia rivolto alla città (che senso avrebbe?).
"L'attentato di Alessandria ha causato 1000 vittime" è preferito se non preferibile alla versione con "a", nel senso che la preposizione "di" (epesegetico?) è sentita come meno ingombrante e quindi più adatta a costituire un singolo "gruppo nominale", almeno è quello che mi sembra.
"Ieri si è avuto un attentato ad Alessandria". In questo caso estremo "ad Alessandria " è decisamente avvertito come complemento di luogo indipendente da "attentato"
Il caso "Vile gesto l'attentato ad Alessandria", che è evidentemente e ambiguamente ellittico, mi pare intermedio e si presta a interpretazioni e sfumature.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
Siamo in un caso nel quale l’ambiguità è risolta dal contesto semantico: un attentato è rivolto a una persona o a una cosa astratta (attentato alla morale); per una città, si parlerebbe di assalto. La lingua seleziona, di solito, il lessico adatto. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sono stato io per primo ambiguo: intendevo dire che l'ellissi giornalistica poteva essere andata a discapito tanto di un "Vile gesto è stato l'attentato ad Alessandria" quanto di un "Vile gesto è stato l'attentato che è avvenuto ad Alessandria".Marco1971 ha scritto:Siamo in un caso nel quale l’ambiguità è risolta dal contesto semantico: un attentato è rivolto a una persona o a una cosa astratta (attentato alla morale); per una città, si parlerebbe di assalto. La lingua seleziona, di solito, il lessico adatto.
Chiaramente possiamo considerare il primo caso una ellissi del secondo ma questa ellissi è così consueta e ovvia che può essere non avvertita come tale, facendo considerare nel primo caso "attentato ad Alessandria" come gruppo nominale, più che come costrutto complementale.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Mi è venuto in mente l'attentato consumato a via Rasella (a Roma) durante l'ultimo conflitto mondiale. Io direi l'attentato di via Rasella, non a via Rasella.
Google sembra darmi ragione: ho digitato "attentato a via Rasella" e tutte le "risposte" sono state "attentato di via Rasella".
Google sembra darmi ragione: ho digitato "attentato a via Rasella" e tutte le "risposte" sono state "attentato di via Rasella".
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Esatto, è quello che intendevo: il "gruppo nominale" più naturale, oserei dire stàndaroFausto Raso ha scritto:Mi è venuto in mente l'attentato consumato a via Rasella (a Roma) durante l'ultimo conflitto mondiale. Io direi l'attentato di via Rasella, non a via Rasella.
Google sembra darmi ragione: ho digitato "attentato a via Rasella" e tutte le "risposte" sono state "attentato di via Rasella".

Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
-
- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Ha ragione.Marco1971 ha scritto:Fausto, anche lei si mette alle romanacciate? In via X non a!

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
A me sembra corretto dire "attentato ad Alessandria", quando si dà la notizia per la prima volta e poi, in seguito, per dare ulteriori informazioni nei giorni successivi, parlare del'attentato "di Alessandria" per far capire immediatamente agli ascoltatori di cosa tratta l'argomento in modo da non poterlo confondere, magari, con uno precedente di Teheran o di Kabul.
Auguro, a tutti, un 2011 sereno.
Auguro, a tutti, un 2011 sereno.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
il qual sorride a non so che Gentucca.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Bing [Bot], Google [Bot] e 6 ospiti