«Attovagliare»
Moderatore: Cruscanti
- Ferdinand Bardamu
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«Attovagliare»
Attovagliato, che significa «seduto a tavola», sembra essere, come indica anche il Treccani, un neologismo d’uso prettamente giornalistico. Alcuni esempi:
Eppure, stasera, proprio le riforme istituzionali sono il piatto forte di una cena segreta, che Romano Prodi ha convocato a Palazzo Chigi, e che vedrà finalmente attovagliati i leader dell'Ulivo. (Repubblica, 29 marzo 2007)
Tutt'intorno i turisti che salgono da piazza di Spagna non immaginano che in quel portoncino, davanti all'hotel Hassler, si stia radunando l'Italia che conta. Tutti attovagliati, come direbbe Roberto D'Agostino, da Bruno Vespa e dalla sua signora. (Repubblica, 13 marzo 2009) [Da questa citazione, sembrerebbe che la parola sia stata coniata o, quantomeno, usata come tratto distintivo dal sito di cronaca mondana Dagospia]
In mezzo alle Dolomiti, sindacalisti, imprenditori attovagliati alla romana a discettare del futuro degli operai. (Corriere del Veneto, 31 agosto 2010)
In Google Libri ho trovato, però, anche un esempio d’autore, che mi sembra forse piú un occasionalismo.
Ora la neve attovaglia di sale brillante e di silenzio le strade, le coste, le cime. (Giovanni Papini, Giorni di festa)
Nel seguente passo, il verbo è usato col significato figurato di intavolare, aprire:
E, forse, quando attovaglia il dialogo con gli ex nemici, Berlusconi non fa altro che tentare di sanare questa ferita originaria. (Angelo Mellone, Cara Bombo: Berlusconi spiegato a mia figlia, 2008)
Non ho altri elementi per tracciare una storia dell’uso di tale verbo e per dire se sia realmente un neologismo o se sia stato usato, in varie accezioni, anche da autori della tradizione.
Eppure, stasera, proprio le riforme istituzionali sono il piatto forte di una cena segreta, che Romano Prodi ha convocato a Palazzo Chigi, e che vedrà finalmente attovagliati i leader dell'Ulivo. (Repubblica, 29 marzo 2007)
Tutt'intorno i turisti che salgono da piazza di Spagna non immaginano che in quel portoncino, davanti all'hotel Hassler, si stia radunando l'Italia che conta. Tutti attovagliati, come direbbe Roberto D'Agostino, da Bruno Vespa e dalla sua signora. (Repubblica, 13 marzo 2009) [Da questa citazione, sembrerebbe che la parola sia stata coniata o, quantomeno, usata come tratto distintivo dal sito di cronaca mondana Dagospia]
In mezzo alle Dolomiti, sindacalisti, imprenditori attovagliati alla romana a discettare del futuro degli operai. (Corriere del Veneto, 31 agosto 2010)
In Google Libri ho trovato, però, anche un esempio d’autore, che mi sembra forse piú un occasionalismo.
Ora la neve attovaglia di sale brillante e di silenzio le strade, le coste, le cime. (Giovanni Papini, Giorni di festa)
Nel seguente passo, il verbo è usato col significato figurato di intavolare, aprire:
E, forse, quando attovaglia il dialogo con gli ex nemici, Berlusconi non fa altro che tentare di sanare questa ferita originaria. (Angelo Mellone, Cara Bombo: Berlusconi spiegato a mia figlia, 2008)
Non ho altri elementi per tracciare una storia dell’uso di tale verbo e per dire se sia realmente un neologismo o se sia stato usato, in varie accezioni, anche da autori della tradizione.
Nel senso di ‘pranzare con qualcuno spec. per discutere informalmente di affari’ è un neologismo, che il GRADIT data al 2003. Nel Battaglia si trova solo il senso di ‘coprire con una tovaglia’ (anche al figur.), e l’unica citazione è di Papini (il che suggerirebbe che non vi sono attestazioni precedenti):
Ora la neve attovaglia di sale brillante e di silenzio le strade, le corte, le cime.
Ora la neve attovaglia di sale brillante e di silenzio le strade, le corte, le cime.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
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Garba anche a me.
Ho poi controllato nell’archivio LIZ[a] e non ve ne sono ricorrenze. È bello, di questi tristi tempi, trovare autentici sviluppi interni della lingua che non ricorrano allo straniero o al solecismo. 


Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
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Da “Il calcio fa bene alle ossa” di Italo Moscati 16 maggio 2006.
http://www.tvblog.it/post/2320/il-calci ... -alle-ossa
http://www.tvblog.it/post/2320/il-calci ... -alle-ossa
Grande spazio dedicato al calcio negli ormai innumerevoli canali televisivi. Attovagliati alla tv, si può dire rubando il verbo “attovagliare” coniato da Dagospia, un verbo molto adatto per commentare quel che sta accadendo a calciopoli, versione anni 2000 di tangentopoli (a quando videopoli?). Attovagliati significa tutti riuniti intorno a tavola per consumare pasti con caratteristiche storicamente diverse da quando erano di moda i forchettoni che erano i democristiani e i loro alleati negli anni Cinquanta.
Non mi pare che sia propriamente un nuovo conio, visto che il verbo esiste almeno sin dai primi del Novecento; sarebbe piuttosto, mi sembra, un’estensione semantica....il verbo “attovagliare” coniato da Dagospia...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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