Valoriale
Moderatore: Cruscanti
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Valoriale
Mi ha sorpreso l'aggettivo in questa frase: C'è una crisi economica e valoriale che sta fortemente intaccando le basi della nostra società. In Italia e nel mondo.
Valoriale? Il Treccani non la conosce. Qual è la vostra opinione su questa parola? Io avrei detto crisi di valori.
Valoriale? Il Treccani non la conosce. Qual è la vostra opinione su questa parola? Io avrei detto crisi di valori.
È registrato nel GRADIT. Si tratta d’una regolare formazione, da valore + -iale, come ce ne sono a centinaia in italiano (attoriale, caratteriale, equatoriale...). 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
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Cercando l’aggettivo in rete, ho trovato questo articolo sulla Stampa, a firma di Nico Orengo, che polemizza contro l’abuso del termine.
Valoriale è lemmatizzato nel Devoto-Oli (edizione 2002-2003):
Relativo al valore etico o spirituale: la scelta v. della democrazia.
Passando alla morfologia, la parola deriva, naturalmente, da valore, con suffisso -iale, che il Treccani in linea fa derivare «dall’incontro del suff. lat. -alis con sost. con tema uscente in -i-». Altri esempi di aggettivi in -iale: stanziale, mondiale, imperiale.
Non è, quindi, la formazione dell’aggettivo valoriale che irrita, ma, semmai, il suo abuso, specialmente quand’è usato, in politica, per coprire una patente assenza di qualsiasi principio etico.
Una breve ricerca sui due maggiori quotidiani mostra la fortuna del termine:
Valoriale è lemmatizzato nel Devoto-Oli (edizione 2002-2003):
Relativo al valore etico o spirituale: la scelta v. della democrazia.
Passando alla morfologia, la parola deriva, naturalmente, da valore, con suffisso -iale, che il Treccani in linea fa derivare «dall’incontro del suff. lat. -alis con sost. con tema uscente in -i-». Altri esempi di aggettivi in -iale: stanziale, mondiale, imperiale.
Non è, quindi, la formazione dell’aggettivo valoriale che irrita, ma, semmai, il suo abuso, specialmente quand’è usato, in politica, per coprire una patente assenza di qualsiasi principio etico.
Una breve ricerca sui due maggiori quotidiani mostra la fortuna del termine:
- Corriere della Sera, 109 occorrenze.
La Repubblica, 21 occorrenze.
Con rispetto, caro Ferdinand, Cruscate non mi sembra una sede appropriata per giudizi estralinguistici.Ferdinand Bardamu ha scritto:…specialmente quand’è usato, in politica, per coprire una patente assenza di qualsiasi principio etico.
Da codesto dato, onestamente, non penso si possa inferire alcunché…Ferdinand Bardamu ha scritto:Forse lo squilibrio d’uso del termine fra i due giornali ne riproduce la differenza «ideologica».
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
- Ferdinand Bardamu
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Non se n’abbia a male, ma non comprendo codesto appunto. Benché mi riferissi all’ambito politico, non ho affatto dato un giudizio extralinguistico: ho invece affermato che spesso parlamentari e segretari di partito abusano della parola valori rendendola priva di significato. Mi pare abbia attinenza colla parola in questione: non mi son messo a parlare di politica, semplicemente.Decimo ha scritto:Con rispetto, caro Ferdinand, Cruscate non mi sembra una sede appropriata per giudizi estralinguistici.Ferdinand Bardamu ha scritto:…specialmente quand’è usato, in politica, per coprire una patente assenza di qualsiasi principio etico.
Poi, se l’innocente commento ha ferito la sua sensibilità (o se vuol fare polemica), è un altro discorso…
Mi fa piacere che me l’abbia fatto notare, ma proprio per evitare una critica come la sua ho premesso l’avverbio forse.Decimo ha scritto:Da codesto dato, onestamente, non penso si possa inferire alcunché…Ferdinand Bardamu ha scritto:Forse lo squilibrio d’uso del termine fra i due giornali ne riproduce la differenza «ideologica».
In un’indignazione piú equilibrata avrei evitato la restrizione d’àmbito: il cattivo costume retorico dell’appello ai valori (quando inappropriato) è deprecabile universalmente. Per intenderci, la sua frase sarebbe stata allo stesso modo [potenzialmente] urtante con specificazioni analoghe («in religione», ecc.), peraltro tanto generalizzanti da imporre distinzioni piú precise. Questo il mio appunto.
La questione è di preservare —in un foro che si occupa di linguistica— la sensibilità di tutti gli utenti e dei visitatori occasionali. E di certo non intendo polemizzare: il mio voleva essere un suggerimento. I richiami ufficiali competono ai moderatori.Ferdinand Bardamu ha scritto:Poi, se l’innocente commento ha ferito la sua sensibilità (o se vuol fare polemica), è un altro discorso…
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
- Ferdinand Bardamu
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Il suo mi pare un cavillare inane. La parola valore appartiene (anche) al lessico della politica. Non credo che un banalissimo inciso possa aver fatto sbandare la discussione in terreni non linguistici. Né ritengo che il predetto inciso possa urtare chicchessia: se l’appello ai valori è universalmente deprecabile, lo è a fortiori anche particolarmente.
Ma de hoc satis. Non intendo prolungare piú una disputa che non giova alla presente discussione. Se ha voglia di proseguire, la invito a contattarmi in privato.
Ma de hoc satis. Non intendo prolungare piú una disputa che non giova alla presente discussione. Se ha voglia di proseguire, la invito a contattarmi in privato.
Sí, ha ragione… Riconosco d’aver esagerato: le porgo le mie scuse.
Possiamo chiudere qui l’inutile controversia che ho immotivatamente iniziato.

Possiamo chiudere qui l’inutile controversia che ho immotivatamente iniziato.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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