«Dimissioni o rassegnazione?»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
Decimo
Interventi: 434
Iscritto in data: ven, 18 ago 2006 13:45
Località: Modica

«Dimissioni o rassegnazione?»

Intervento di Decimo »

Saggio articolo di Beppe Severgnini nel Corriere della Sera di oggi 6 febbraio (p. 12):

Dimissioni o rassegnazione? I «rischi» nell’utilizzo della lingua inglese

Faceva uno strano effetto Umberto Eco che si lamentava di Berlusconi davanti alla scritta «Rassegnazione!». Questo vuol dire, infatti, «Resignation!». Certo, significa anche «rinuncia» e «dimissioni». Libertà e giustizia!, d’accordo. Ma anche un po’ di prudenza (linguistica) non guasterebbe. Il Palasharp, ieri, non sembrava per nulla rassegnato. Ma, se l’opposizione intende chiedere le dimissioni del premier, le chieda in italiano. Vantaggi: (a) tutti capiscono; (b) nessuno fraintende. Gli egiziani stanno dimostrando in arabo: perché noi dobbiamo farlo in inglese? Il termine «resignation», oltretutto, è difficile da pronunciare, per noi italiani; quel «gn» duro inganna (re-sigh-ne-scion). Se il Tg4 avesse chiesto ai partecipanti di esibirsi al microfono, sarebbe stato un momento duro per la sinistra. Infine: il vocabolo non è troppo usato neppure nei Paesi anglofoni. Inglesi e americani, per veicolare i concetti, preferiscono i verbi ai sostantivi, e avrebbero probabilmente scelto l’imperativo: «Resign!», dimettiti!. Ma in Italia va cosí. L’anglofilia linguistica è rigorosamente bipartisan (parola inglese). Per difendere la famiglia si organizza il Family Day. Per cacciare il premier si scrive «Resignation!». Rassegniamoci.


Frustrante… :(
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Quando finirà questa mascherata? O meglio, questo inconscio sciorinamento di minchioneria? Risposta: quando gli italiani impareranno l’inglese. Solo allora il confine tra le due lingue diverrà nitido, e i concetti scolpiti. Solo allora.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Bue
Interventi: 866
Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

Quoto! :mrgreen:
Avatara utente
giulia tonelli
Interventi: 370
Iscritto in data: mar, 12 lug 2005 10:51
Località: Stoccolma

Intervento di giulia tonelli »

...hahahahaha "inconscio sciorinamento di minchioneria" e' assolutamente spettacolare :-)
La citero', Marco.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

M’è capitato d’intravedere la scritta resignation alle spalle di alcuni relatori (Umberto Eco, Roberto Saviano) sul palco del PalaSharp di Milano. Mi sembrava inserita in un logotipo in cui s’incrociavano alcune parole chiave della manifestazione; a quanto ho potuto scorgere, però, resignation era l’unica parola inglese, cosa che mi convince della minchioneria (linguistica, per carità :mrgreen: ) di chi ha allestito l’evento.

M’immagino la riunione degli organizzatori per decidere che cosa scrivere sul pannello: «Che c’inventiamo? Ricordatevi che cj abbiamo Eco…» «Io direi d’incrociare in un logo le solite parole – libertà piuttosto che [sic] Costituzione piuttosto che [sic] Italia – mettendo però dimettiti bello in grande, eh?» «Ma come sei provinciale! C’è il mondo che ci guarda e tu vuoi scrivere dimettiti? Ce l’ho io l’idea: resignation. Semplice e comprensibile a tutti.» «Grande!» «Genio!» «Che fine linguista!» (Non me ne vogliano gli organizzatori: si fa per scherzare. :mrgreen: )
Avatara utente
Luca86
Interventi: 587
Iscritto in data: gio, 25 mar 2010 15:26
Località: Brindisi

Intervento di Luca86 »

Complimenti per la costruzione della scenetta: per un attimo m'è parso di vederli. :lol:
Ultima modifica di Luca86 in data mer, 09 feb 2011 1:20, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie. :D Ho posto l’accento sull’ineffabile piuttosto che, che è ormai profondamente radicato nel lessico «marchettaro».
Avatara utente
Infarinato
Amministratore
Interventi: 5603
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
Info contatto:

Re: «Dimissioni o rassegnazione?»

Intervento di Infarinato »

Restando in tema «Severgnini»: sexploitation
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

La lettrice fa bene a criticare l’uso di un termine – sexploitation – che è un modo scicche e sofisticato di designare quello che è, per esser brutali, quasi un «pornazzo».

Wikipedia dice: « I film [di sexploitation] sono considerati i precursori degli hardcore anni settanta. Dopo la legalizzazione dell'hardcore, il genere è stato rinominato "softcore".» Da ciò, piú che un generico filmi porcaccioni che rende l’idea ma è poco specifico, direi filmi protopornografici o parapornografici/pseudopornografici (abbreviabili in protoporno o paraporno/pseudoporno). Che ne dite?
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5795
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Il problema sui film/sulle pellicole in questione è a monte. Film/pellicola di sfruttamento? Cosa dicono i cinefili al riguardo?
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Google [Bot] e 6 ospiti