«Smartphone»
Moderatore: Cruscanti
Superfonino, supercellulare, e supertelefonino mi sembrano tutti e tre alternative valide.Decimo ha scritto:Superfonino? Le occorrenze in Rete non sono poche, e pare si riferiscano tutte allo smartphone.
Io le trovo tutte e tre risibili, da tecnofobi che, non avendo ben presente quale sia l'apporto, il valore aggiunto, dato da uno smartphone alla telefonia mobile, aggiungono un vaghissimo "super".Dario90 ha scritto:Superfonino, supercellulare, e supertelefonino mi sembrano tutti e tre alternative valide.
Molto meglio, a questo punto, la scelta dei francesi, che hanno evidenziato l'evoluzione hardware con quell'"ordi-".
Se tutti chiamano computer il calcolatore/elaboratore, perché cercare l’equivalente di quello che tutti chiameranno sempre smartphone?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Mi scusi, non intendevo dire questo, mi sono spiegata male! Volevo solo dire che secondo me elaboròfono non richiama immediatamente alla mente dei più i due concetti di "elaboratore" e "telefonino". Potrebbe più facilmente far pensare ad un telefono elaborato. E questo perchè elaboratore è un termine poco usato.
E un iPhone, ad esempio, non sarebbe un telefono elaborato, sofisticato? O fraintendo il concetto?chiara ha scritto:Potrebbe più facilmente far pensare ad un telefono elaborato.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Beh, sì, lo è senz'altro, però "telefono elaborato" (ovvero sofisticato) non necessariamente rimanda all'elaboratore, come penso fosse nelle sue iniziali intenzioni. Per assurdo un telefonino in cui fossero stati sostituiti i normali tasti con delle pietre preziose, potrebbe essere considerato un elaboròfono e magari piacerebbe a qualche sceicco o a qualche Diva di Hollywood, ma nessuno lo definirebbe uno smartphone 

Vorrei a questo punto fare un discorsino generale molto succinto sulla differenza intrinseca, direi, del nominare le cose in inglese e in italiano. L’inglese adopera perlopiú termini d’uso comune, risemantizzandoli o derivandoli da parole familiari; l’italiano, spesso, poggia s’uno zoccolo piú aulico. Non ho in mente esempi a sufficienza, ma questi che seguono forse posso bastare per illustrare l’idea: quello che noi chiamiamo fiammifero (‘portatore/produttore di fiamma’) in inglese è banalmente match; il nostro aulicissimo monopattino (occorre segnare l’accento?) è un semplice scooter, dal verbo colloquiale to scoot, che vale ‘muoversi, correre, andar via di corsa’; il dòtto piroscafo corrisponde a steamship, steamer, letteralmente ‘nave a vapore, vaporatore’. E si potrebbe continuare.
Lungi da me ogni scoraggiamento, anzi, sono contento che si avverta la necessità di sostituire quei termini stranieri che contrastano in modo profondo con l’indole e la struttura dell’italiano; né m’importa quale sia il termine adottato, basta che esso abbia dignità di forma e di senso. Volevo solo giustificare una proposta come elaborofono e ricordare che l’attecchimento dipende in gran parte dall’autorità di chi lo lancia (anche nel caso di parola ridicola).
Lungi da me ogni scoraggiamento, anzi, sono contento che si avverta la necessità di sostituire quei termini stranieri che contrastano in modo profondo con l’indole e la struttura dell’italiano; né m’importa quale sia il termine adottato, basta che esso abbia dignità di forma e di senso. Volevo solo giustificare una proposta come elaborofono e ricordare che l’attecchimento dipende in gran parte dall’autorità di chi lo lancia (anche nel caso di parola ridicola).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Può darsi, ma dato che sono tutti e tre abbastanza diffusi in rete, pensavo che potessero essere accettabili.Canape lasco ctonio ha scritto:Io le trovo tutte e tre risibili, da tecnofobi che, non avendo ben presente quale sia l'apporto, il valore aggiunto, dato da uno smartphone alla telefonia mobile, aggiungono un vaghissimo "super".Dario90 ha scritto:Superfonino, supercellulare, e supertelefonino mi sembrano tutti e tre alternative valide.
Molto meglio, a questo punto, la scelta dei francesi, che hanno evidenziato l'evoluzione hardware con quell'"ordi-".
Il sito "100% Italiano" propone alternative come multitelefono, politelefono, e palmare-cellulare.
http://www.centopercentoitaliano.it/cvs ... w1=S&w2=SM
http://www.centopercentoitaliano.it/cvs ... w1=S&w2=SM
Si tratta del sito, bisogna precisarlo, che ha ricopiato la nostra lista iniziale, adattandola parzialmente, senza menzione della fonte, e che con audacia appone un copyright. Scandaloso! 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
In ogni caso, io mi terrei al piú trasparente suffisso «-fonino», che evoca direttamente la telefonia mobile (e.g., il videofonino e il TVfonino di qualche tempo fa). Ora, se calcolatore non fosse relegato all’uso di una sparuta schiera di accademici, probabilmente calcofonino sarebbe stata la proposta vincente.
Non sottoscrivo però l’osservazione di Canape: l’inglese smart —vale la pena di ricordarlo?— vale intelligente, sveglio, astuto, e non ha nessuna relazione con lo strumentario. Quanto piú da tecnofobi è dunque superfonino? Per una volta che abbiamo un traducente spontaneo, snello, apparso persino in un autorevole quotidiano, incoraggiamolo.
Non sottoscrivo però l’osservazione di Canape: l’inglese smart —vale la pena di ricordarlo?— vale intelligente, sveglio, astuto, e non ha nessuna relazione con lo strumentario. Quanto piú da tecnofobi è dunque superfonino? Per una volta che abbiamo un traducente spontaneo, snello, apparso persino in un autorevole quotidiano, incoraggiamolo.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
Purtroppo debbo concordare con lei: «calcolatore (elettronico)» resta un termine usato prevalentemente in ambito informatico ed elettronico, da professori che amano la nostra lingua e odiano dover comunicare il loro sapere solo per forestierismi.Decimo ha scritto:se calcolatore non fosse relegato all’uso di una sparuta schiera di accademici, probabilmente calcofonino sarebbe stata la proposta vincente.
Posso essere d'accordo sull'ultima considerazione, ovvero appoggio l'idea di sostenere l'uso di un traducente apparso in un quotidiano nazionale, nella speranza che possa diffondersi.Decimo ha scritto:Non sottoscrivo però l’osservazione di Canape: l’inglese smart —vale la pena di ricordarlo?— vale intelligente, sveglio, astuto, e non ha nessuna relazione con lo strumentario. Quanto piú da tecnofobi è dunque superfonino? Per una volta che abbiamo un traducente spontaneo, snello, apparso persino in un autorevole quotidiano, incoraggiamolo.
Per quanto riguarda smartphone, però, non ho mai commentato positivamente il termine, e anzi ho scritto chiaramente che apprezzo la scelta francese, a mio avviso più chiara.
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