Proposta di impegno attivo per la salvaguardia della lingua
Moderatore: Cruscanti
Riprendendo questo filone chiedo a Federico, non unico ma certamente validissimo rappresentante del nostro spazio di discussione in Wikipedia e conoscitore delle convenzioni e dei criteri che regolano lo sviluppo dell'enciclopedia libera, se è concretabile ciò che sto per suggerire.
Sicuramente vi siete imbattuti non di rado, navigando fra le voci della versione in lingua inglese di Wikipedia, in termini senza equivalenti nel portale italiano. Apporto a caso i seguenti: blogskin e group blogging.
È possibile, domando, poter tradurle assegnando un titolo italiano – dibattendolo qui nel forum se se ne dovesse individuare l'esigenza – consacrando nell'uso quest'ultimo e ostacolando piuttosto il verosimile delirio di nuovi utenti wikipediani che restano fedeli alla nomenclatura anglosassone?
È possibile cioè costruire nuove pagine senza che una commissione dall'alto giudichi inappropriata, prim'ancora di essere pubblicata, la nuova voce?
Indiscutibilmente questa operazione risulterebbe essere un punto a vantaggio dell'italiano, dal momento che non è affatto irreale che dei due esempi citati venga conservato in una futura traduzione il titolo inglese.
L'idea? Spulciare il portale inglese di Wikipedia traducendo i vocaboli non ancora irrotti nell'etere italiano prima che questi si diffondano.
Non si tratta di un compito titanico o di un'impresa irrealizzabile: desidererei tuttavia, oltre al già richiesto intervento di Federico, i vostri commenti.
Sicuramente vi siete imbattuti non di rado, navigando fra le voci della versione in lingua inglese di Wikipedia, in termini senza equivalenti nel portale italiano. Apporto a caso i seguenti: blogskin e group blogging.
È possibile, domando, poter tradurle assegnando un titolo italiano – dibattendolo qui nel forum se se ne dovesse individuare l'esigenza – consacrando nell'uso quest'ultimo e ostacolando piuttosto il verosimile delirio di nuovi utenti wikipediani che restano fedeli alla nomenclatura anglosassone?
È possibile cioè costruire nuove pagine senza che una commissione dall'alto giudichi inappropriata, prim'ancora di essere pubblicata, la nuova voce?
Indiscutibilmente questa operazione risulterebbe essere un punto a vantaggio dell'italiano, dal momento che non è affatto irreale che dei due esempi citati venga conservato in una futura traduzione il titolo inglese.
L'idea? Spulciare il portale inglese di Wikipedia traducendo i vocaboli non ancora irrotti nell'etere italiano prima che questi si diffondano.
Non si tratta di un compito titanico o di un'impresa irrealizzabile: desidererei tuttavia, oltre al già richiesto intervento di Federico, i vostri commenti.
Credo che per raggiungere questo obiettivo sarebbe meglio limitarsi a inserire la traduzione italiana, discretamente, nell'incipit, piuttosto che mettersi a litigare per rinominare la voce; in questo modo si fa pubblicità al termine, che compare anche nelle definizioni trovate da Google, e il lettore se lo gradisce lo usa.
Solo laddove il nome inglese sia largamente minoritario è possibile cambiarlo, in generale.
Solo laddove il nome inglese sia largamente minoritario è possibile cambiarlo, in generale.
- bertrand822
- Interventi: 33
- Iscritto in data: gio, 11 set 2008 0:19
- Località: Roma
Notizia dal Veneto
Mi è sembrato questo il filone più adatto ove riportare un'interessante notizia dal Veneto.
Re: Notizia dal Veneto
Non mi pare proprio: qui si parla dell'uso straripante di forestierismi (al 99% anglicismi) in Rete e altrove e non di polemiche politiche – più o meno pretestuose – sulle insegne di chebabba(r)i e negozi etnici vari.bertrand822 ha scritto:Mi è sembrato questo il filone più adatto ove riportare un'interessante notizia dal Veneto.
Se un cinese mette un'insegna in cinese davanti al proprio negozio, poco male; m'inquieta di più quando un italiano scrive un testo dove due parole su tre non rispettano la normale fonotassi della nostra lingua.
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
E con eventuali scritte in uno dei dialetti italiani? Anche in quel caso sarà obbligatoria la traduzione? E nel caso in cui la scritta in lingua straniera riporti un termine per il quale non esiste un corrispondente nell'italico idioma (per esempio un negozio di articoli musicali australiani che abbia nell'insegna didjeridoo)? Prevedo ricorsi al TAR, con nomina di esperti linguisti da parte del giudice. Ci sarà da divertirsi.
PS: approfitto dell'occasione per ricordare che se io aprissi un ristorante, in quella località, con il mio nome da utente (dau merlu rucà), lo stesso dovrebbe essere tradotto con dal passero solitario e non con dal merlo
.
PS: approfitto dell'occasione per ricordare che se io aprissi un ristorante, in quella località, con il mio nome da utente (dau merlu rucà), lo stesso dovrebbe essere tradotto con dal passero solitario e non con dal merlo


Io credo che sia meraviglioso confrontarsi sulla terminologia della nostra lingua e analizzare quali terimini debbano essere presi in prestito da altre lingue, quali possano essere "italianizzati" e quali invece richiedano un traducente appropriato. Leggo con molto interesse i vostri dotti interventi e cerco di apprendere quanto più possibile per rendere il mio linguaggio "idoneo" al mio lavoro, visto che ho a che fare con internet quotidianamente.
Leggendo questo filone però mi è sorto qualche dubbio riguardo ai fini ultimi di questo spazio di discussione; è davvero così importante cercare di evitare i forestierismi che ormai inondano il mondo scritto e parlato?
Tag, mouse, click, scanner o ancora, chattare, cliccare, ecc... Sono davvero termini che, se fosse in vostro potere, sostituireste in maniera definitiva dalla forma orale o scritta della lingua italiana?
Lo chiedo senza retorica, ma con sincera curiosità.
Io credo infatti, da profano della lingua, che l'uso ponderato (noti sig. Marco1971 che non ho scritto "l'utilizzo"
) di alcuni termini rubati all'inglese conferiscano al linguaggio un senso di apertura e snellezza che rafforza nella nostra lingua l'intrinseca capacità di adattamento tipica di noi Italiani. Non è forse pregevole parlare o scrivere una lingua che ha una così forte malleabilità? Quante altre lingue hanno la capacità, come l'italiano, di prendere un termine straniero e, dopo averlo distorto in modo quasi raccapricciante, farlo entrare nell'uso comune?
Forse il mio è un approccio troppo ludico alla lingua, oppure non mi sento abbastanza preparato per sostenere una discussione in cui mi chiedono perchè ho scelto di scrivere marcatore, firma o codice al posto di tag, ma per ora mi limiterò a continuare a leggere le vostre proposte e cercando di farle mie. Di certo però, avere una vostra opinione in merito al fine generale, mi aiuterà a compiere le mie scelte in futuro.
Leggendo questo filone però mi è sorto qualche dubbio riguardo ai fini ultimi di questo spazio di discussione; è davvero così importante cercare di evitare i forestierismi che ormai inondano il mondo scritto e parlato?
Tag, mouse, click, scanner o ancora, chattare, cliccare, ecc... Sono davvero termini che, se fosse in vostro potere, sostituireste in maniera definitiva dalla forma orale o scritta della lingua italiana?
Lo chiedo senza retorica, ma con sincera curiosità.
Io credo infatti, da profano della lingua, che l'uso ponderato (noti sig. Marco1971 che non ho scritto "l'utilizzo"

Forse il mio è un approccio troppo ludico alla lingua, oppure non mi sento abbastanza preparato per sostenere una discussione in cui mi chiedono perchè ho scelto di scrivere marcatore, firma o codice al posto di tag, ma per ora mi limiterò a continuare a leggere le vostre proposte e cercando di farle mie. Di certo però, avere una vostra opinione in merito al fine generale, mi aiuterà a compiere le mie scelte in futuro.
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