Ringusciare?

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Bue
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Ringusciare?

Intervento di Bue »

Sto cercando un modo di tradurre "un-breaking an egg". Mi passate ringusciare un uovo?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ringusciare mi sembra perfetto per questa impossibile operazione. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Bue
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Intervento di Bue »

Marco1971 ha scritto:Ringusciare mi sembra perfetto per questa impossibile operazione. ;)
E' stato bocciato dal revisore, in quanto non è il caso di inventare nuove parole italiane in un libro di divulgazione scientifica
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Intervento di Freelancer »

Se è il titolo di un capitolo del libro From eternity to here..., si potrebbe sapere allora com'è stato tradotto?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Unbreakare, suppongo, che ha il vantaggio di non esistere in inglese. È sempre lecito introdurre un forestierismo, mentre è vietato coniare regolarmente nuove parole italiane.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Perché non aspettiamo che ce lo dica Bue? Ho chiesto perché nel capitolo (se è quello) si fa continuamente riferimento a un uovo rotto, all'annullamento della rottura, alla sua ricostituzione in tempi infiniti e così via, per cui non si vede come eliminando il problema nel titolo lo si aggiri nelle molteplici varie e diverse occorrenze che ci sono nel capitolo.

Però, devo aggiungere, non credo esista il verbo gusciare (che sarebbe mettere nel guscio, giusto?), e ringusciare significherebbe per l'appunto rimettere nel guscio, mentre qui di tratta di "riparare" l'uovo, ripristinandone l'integrità originale, quindi semmai il verbo dovrebbe essere disinfrangere o analogo.

Ma vediamo cosa ci dice Bue...
Bue
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Intervento di Bue »

Roberto, il libro è quello: si tratta del titolo di un paragrafo. La proposta del revisore è Rimettere un uovo nel guscio (ma il libro non è ancora alle prime bozze, quindi non c'è nulla di definitivo).
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chiara
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Intervento di chiara »

"Reintegrare un uovo rotto"?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Reintegrare non mi pare il verbo idoneo...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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chiara
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Intervento di chiara »

Beh, in genere si usa in senso figurato, ma perchè non usarlo nel suo senso letterale di "ripristinare l'integrità" di qualcosa? :?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ripristinare l’integrità mi sembra tautologico, basta il solo ripristinare, a mio avviso. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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chiara
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Intervento di chiara »

A me non pare una tautologia, perché ripristinare significa "riportare alla condizione preesistente", ma non necessariamente di integrità. Ad esempio si può ripristinare l'ordine in una serie di elementi, oppure la posizione delle pedine in una scacchiera ecc..


(Ho corretto, mi scusi!)
Ultima modifica di chiara in data mer, 31 ago 2011 23:31, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

È vero, ha ragione, mi scusi. :oops:

Però il perché con il grave? :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Io sono d'accordo con quello che dice Bue (o il revisore) sul fatto che in un libro di divulgazione scientifica si debba stare attenti a non fare volare troppo l'immaginazione linguistica soprattutto se i concetti, come nel caso del libro in questione, sono già abbastanza dirompenti di per sé e richiedono tutta l'attenzione del lettore senza che questi sia confuso ulteriormente da neologismi.

La proposta del revisore è scontata, viene da una persona che non segue Cruscate e non è influenzata, come Bue (non me ne voglia Bue, lo dico in senso anche positivo, pure io a volte avverto l'influsso della mia frequentazione di Cruscate e cerco di tenere sotto controllo il mio stile per conseguire un equilibrio accettabile sotto tutti i punti di vista) dagli innumerevoli tentativi onomaturgici che qui si vedono, e che perciò procede secondo le normali tecniche di redazione italiana, cercando di "appiattire" termini ed espressioni per conformarli alle rese dell'italiano "normale".

Non so quindi se il revisore abbia proposto autonomamente rimettere nel guscio o abbia cercato di normalizzare la proposta innovativa di Bue, ma in ogni caso mi sembra, ripeto, che il tentativo non renda il concetto. Basta leggere la prima pagina del capitolo del libro: si dice "if initially we put an unbroken egg inside the box" (quindi: un uovo sano/intatto), "something that looks like a broken egg (shell, yolk, and white)" (quindi: un uovo proprio rotto, non un uovo sgusciato, come quando si sgusciano le uova sode) e "...or even an unbroken egg!".

E mi sembra quindi che ripristinare (e sono d'accordo con Marco: basterebbe dire ripristinare l'uovo) per un verso alzi troppo il registro, per l'altro suoni così strano e sorprendente che aggiunge un effetto secondario a quello principale di riportare l'uovo al suo stato originario, intatto, con il quale l'autore vuole esemplificare il concetto dell'inversione dell'entropia.

Concludendo, mi sembrerebbe che ricostruire un uovo, pur sempre sorprendente, sarebbe una soluzione più confacente dal punto di vista del registro per rendere il titolo con cui Bue e il suo revisore hanno [a] che fare.
:wink:
Bue
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Iscritto in data: lun, 08 nov 2004 11:20

Intervento di Bue »

Grazie Roberto. Forse potrebbe andare anche un rifare, che però rimanderebbe inevitabilmente all'idea di ri-deporre
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