Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:
paola scrive:
20 settembre 2011 alle 09:15
In analisi logica:
ho problemi sul lavoro
sul lavoro: stato in luogo o compl di argomento?
Grazie
linguista scrive:
20 settembre 2011 alle 09:30
Io lo considererei più come luogo fisico, il luogo in cui il soggetto in questione svolge la propria attività lavorativa (e si tratterà allora di un complemento di stato in luogo: “ho problemi sul [posto di] lavoro”).
In un enunciato quale “ho problemi riguardanti il lavoro” avremmo invece più chiaramente un complemento di argomento. Comunque la distinzione è sottile.
Alessandro Aresti
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A mio avviso è piú un complemento di limitazione: ho problemi (limitatamente) sul (posto di) lavoro.
Che ne pensate?
«Sul lavoro» (che complemento?)
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«Sul lavoro» (che complemento?)
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Sono sempre piú convinto, invece, che siamo davanti a un complemento di limitazione, che indica "il limite entro cui deve restringersi l'azione del verbo": ho problemi agli orecchi.
L'azione del verbo si "restringe", si "limita" agli orecchi (ho problemi solo agli orecchi).
Agli orecchi sarebbe un complemento di stato in luogo? Non credo.
Ho problemi sul lavoro, vale a dire solo sul lavoro.
L'azione del verbo si "restringe", si "limita" agli orecchi (ho problemi solo agli orecchi).
Agli orecchi sarebbe un complemento di stato in luogo? Non credo.
Ho problemi sul lavoro, vale a dire solo sul lavoro.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Può darsi, penso che le due interpretazioni siano possibili, come in altri casi. E questo ci dimostra quanto poco utili siano queste talvolta labili categorizzazioni. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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