verbi ausiliari
Moderatore: Cruscanti
verbi ausiliari
si può dir in italiano mi sono mangiato due banane?
Salve, fausto45, e benvenuto! 
Sí, si può dire, ma in un registro informale. È una forma intensiva affettiva, come in Mi sono fatto una bella passeggiata rispetto a Ho fatto una bella passeggiata.
P.S. Potrebbe mettere le maiuscole a inizio di frase?

Sí, si può dire, ma in un registro informale. È una forma intensiva affettiva, come in Mi sono fatto una bella passeggiata rispetto a Ho fatto una bella passeggiata.
P.S. Potrebbe mettere le maiuscole a inizio di frase?

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Benvenuto anche da parte mia, fausto45!
Riporto, per completezza, la trattazione di Luca Serianni (dalla sua Grammatica italiana, VII.40):
Caratteristica la funzione affettivo-intensiva dei pronomi atoni, in tutti i casi in cui si vuole sottolineare la partecipazione del soggetto all'azione (ossia in casi in cui altre lingue, specie antiche, ricorrerebbero alla diatesi media: cfr. XI.22). Quest'uso è molto esteso nell'italiano regionale del Centro e del Mezzogiorno («mi faccio una passeggiata», «ci sentiamo la messa»: PASQUALI 1968: 156-157) e attualmente «è piú accettato di un tempo» (SABATINI 1985:167). D'altra parte, ogni italiano è sempre ricorso al pronome intensivo in casi che sono stati definiti di «appartenenza somatologica» (CHIAPPELLI 1954), cioè con riferimento a parti del corpo del soggetto: «soffiatevi il naso», «grattarsi la testa», «non ti mangiare le unghie». Il pronome intensivo è esteso anche ad «attività biologiche e psicobiologiche dell'organismo» («asciugarsi le lacrime») e ai nomi di vestiario («togliti il cappello», «mi metterò gli occhiali»).

Riporto, per completezza, la trattazione di Luca Serianni (dalla sua Grammatica italiana, VII.40):
Caratteristica la funzione affettivo-intensiva dei pronomi atoni, in tutti i casi in cui si vuole sottolineare la partecipazione del soggetto all'azione (ossia in casi in cui altre lingue, specie antiche, ricorrerebbero alla diatesi media: cfr. XI.22). Quest'uso è molto esteso nell'italiano regionale del Centro e del Mezzogiorno («mi faccio una passeggiata», «ci sentiamo la messa»: PASQUALI 1968: 156-157) e attualmente «è piú accettato di un tempo» (SABATINI 1985:167). D'altra parte, ogni italiano è sempre ricorso al pronome intensivo in casi che sono stati definiti di «appartenenza somatologica» (CHIAPPELLI 1954), cioè con riferimento a parti del corpo del soggetto: «soffiatevi il naso», «grattarsi la testa», «non ti mangiare le unghie». Il pronome intensivo è esteso anche ad «attività biologiche e psicobiologiche dell'organismo» («asciugarsi le lacrime») e ai nomi di vestiario («togliti il cappello», «mi metterò gli occhiali»).
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