«Competitore»
Moderatore: Cruscanti
«Competitore»
Buon giorno,
un breve intervento per rendermi conto se è il mio orecchio particolarmente sensibile a cogliere termini che, pur italiani e sostanzialmente corretti, denotano un'influenza inglese -tanto per cambiare- e che stanno sostituendo quelli fin'ora usuali; o se, effettivamente, è una moda che si sta affermando.
Mi pare che il termine che funge da titolo di questo mio intervento stia scalzando il più usuale "concorrente". Sbaglio?
Grazie e buona giornata.
un breve intervento per rendermi conto se è il mio orecchio particolarmente sensibile a cogliere termini che, pur italiani e sostanzialmente corretti, denotano un'influenza inglese -tanto per cambiare- e che stanno sostituendo quelli fin'ora usuali; o se, effettivamente, è una moda che si sta affermando.
Mi pare che il termine che funge da titolo di questo mio intervento stia scalzando il più usuale "concorrente". Sbaglio?
Grazie e buona giornata.
ECG
Penso proprio che abbia ragione, LCS: ho notato anch'io un aumento dell'uso di competitore, che non potrebbe che derivare da un'influenza dell'inglese, anche se è una parola perfettamente italiana.
DELI ha scritto:competere,
v. intr. ‘gareggiare, misurarsi con qualcuno’ (av. 1566, A. Caro), ‘appartenere per diritto, spettare a giusto titolo’ (av. 1535, Leone Ebreo).
Derivati:
competente,
agg. ‘che ha competenza’ (av. 1348, G. Villani), ‘che ha l'autorità riconosciuta per capacità, cultura ecc., di parlare e giudicare su determinati argomenti’ (av. 1565, B. Varchi), ‘conveniente, congruo, appropriato’ (av. 1363, M. Villani),
competenza,
s. f. ‘misura della potestà d'azione spettante per legge a ciascun organo giurisdizionale o amministrativo’ (1673, G. De Luca), ‘qualità di competente’ (1870-72, F. De Sanctis),
spec. al pl. ‘compenso, onorario’ (1796, in una raccolta di ordini e avvisi: Leso 467),
competitività,
s. f. ‘capacità di un'impresa o d'un prodotto di competere con la concorrenza’ (1963, Migl. App., s. v. competitivo),
competitivo,
agg. ‘che riguarda o è impostato su una competizione; capace di competere con la concorrenza’ (1963, Migl. App.),
competitore,
s. m. ‘chi compete con altri’ (1525, Machiavelli Clizia III 6),
competizione,
s. f. ‘gara’ (1828, trad. da W. Scott: Benedetti Scott 107).
Vc. dotta, lat. competere ‘incontrarsi, coincidere, spettare, competere’ (comp. di cum ‘con’ e petere ‘dirigersi verso, cercare’), col part. pr. competente(m) e i der. competitore(m) e competitione(m). Competitivo e competizione ci sono giunti attrav. l'ingl. competitive (1829) e competition (1608): “Dato che le lingue romanze possiedono i termini tradizionali concorrenza e gara, sia competizione che l'aggettivo corrispondente potrebbero essere anglolatinismi”: Klajn 114.
Però ...
Però, visto che il vocabolo è attestato già in Machiavelli, è il minore dei mali, o non è per nulla un male, se "competitore" (non competitor, ovvio) si diffonde accanto a "concorrente".
Assolutamente il minore dei mali.CarloB ha scritto:Però, visto che il vocabolo è attestato già in Machiavelli, è il minore dei mali, o non è per nulla un male, se "competitore" (non competitor, ovvio) si diffonde accanto a "concorrente".
Quello che mi porta alla riflessione non è l'affiancarsi di questo vocabolo italiano all'altro, sempre italiano; ma il motivo di questo arricchimento: l'influenza dei termini inglesi. E ciò si riallaccia al discorso della subalternità culturale ed intellettuale dell'Italiano all'Inglese, già affrontato fino alla nausea; e che quindi non è mia intenzione riproporre.
Se l'impiego di questo termine fosse dovuto ad una diffusione di letture machiavelliane, la questione sarebbe notevolmente diversa...
Buona giornata
ECG
Sull'uso della forma inglese competitor (che pare addirittura più frequente del già contestato competitore) ecco cosa dice il sito della Treccani. E c'è anche il peer competitor. 

- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
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Un esempio tratto da un articolo di economia (la Repubblica – Affari & Finanza, 20 dicembre 1999, p. 6, COLLEGAMENTO):
L'economia "digitale" che si sta profilando è un'economia leggera, partecipativa, in cui la materia prima è l'informazione, e dove le future barriere all'entrata e i nuovi "leader" saranno posizionati nei gangli nevralgici di raccolta e trattamento dell'informazione medesima: in tutti i mercati vincerà chi possiederà il "database" di clientela, chi la servirà più velocemente e chi saprà sfruttare le inefficienze dei competitori.
La sottolineatura, naturalmente, è mia. Visto l'andamento di questo periodo, però, mi sarei aspettato un competitors, cosí, per gradire.
L'economia "digitale" che si sta profilando è un'economia leggera, partecipativa, in cui la materia prima è l'informazione, e dove le future barriere all'entrata e i nuovi "leader" saranno posizionati nei gangli nevralgici di raccolta e trattamento dell'informazione medesima: in tutti i mercati vincerà chi possiederà il "database" di clientela, chi la servirà più velocemente e chi saprà sfruttare le inefficienze dei competitori.
La sottolineatura, naturalmente, è mia. Visto l'andamento di questo periodo, però, mi sarei aspettato un competitors, cosí, per gradire.

Son passati più di sette anni dal primo intervento e competitor è sempre più (ab)usato. "Competitore" non l'ho mai sentito, e "concorrente" ormai fa pensare solo a quelli dei telequiz.
Ormai competitor è uscito dall'aziendalese e si adopera anche in campo politico. Suggerisco pertanto di aggiungere ai traducenti indicati nella lista (concorrente, competitore) uno o più fra i seguenti: avversario (politico), sfidante, antagonista e rivale.
Le parole-chiave "competitor & ballottaggio", per esempio, danno 366.000 occorrenze su Google; giusto per citare una delle prime: «Il secondo [candidato alla carica di sindaco, N.d.Z.], invece, stretto l’accordo con i due competitor di centrodestra sconfitti al primo turno, affiancherà ai suoi sei simboli altre ben nove liste». D'accordo che si tratta di persone che concorrono a una carica, ma qui "sfidante" mi sembra più appropriato (e del resto è anch'esso usato come sinonimo di competitor nello stesso articolo).
Ormai competitor è uscito dall'aziendalese e si adopera anche in campo politico. Suggerisco pertanto di aggiungere ai traducenti indicati nella lista (concorrente, competitore) uno o più fra i seguenti: avversario (politico), sfidante, antagonista e rivale.
Le parole-chiave "competitor & ballottaggio", per esempio, danno 366.000 occorrenze su Google; giusto per citare una delle prime: «Il secondo [candidato alla carica di sindaco, N.d.Z.], invece, stretto l’accordo con i due competitor di centrodestra sconfitti al primo turno, affiancherà ai suoi sei simboli altre ben nove liste». D'accordo che si tratta di persone che concorrono a una carica, ma qui "sfidante" mi sembra più appropriato (e del resto è anch'esso usato come sinonimo di competitor nello stesso articolo).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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- Interventi: 1782
- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Esisteva già anche nel linguaggio tecnico delle scienze biologiche. Gli organismi competitori sono quelli che in un ecosistema possono occupare la medesima nicchia ecologica di altri e che quindi possono soppiantarli o ostacolarne la diffusione.
In questo caso si realizza una "competizione" (letteralmente: ambedue richiedono le medesime condizioni, lottano per lo stesso abitat") fra i due gruppi. "Concorrenti" suona più impreciso.
In questo caso si realizza una "competizione" (letteralmente: ambedue richiedono le medesime condizioni, lottano per lo stesso abitat") fra i due gruppi. "Concorrenti" suona più impreciso.
Non solo organismi. Nel campo della farmacologia si parla di antagonismo, competitivo e non competitivo: nel primo caso, il farmaco antagonista si lega al recettore nello stesso sito cui si attacca l'agonista – traducendo dalla Wikipedia in inglese, virgolette comprese, «agonisti e antagonisti "competono" per lo stesso sito di legame sul recettore». In modo abbastanza simile, nella biochimica e nella biologia molecolare si parla di inibizione competitiva e non competitiva; la prima si ha quando due molecole (inibitore e substrato) competono per lo stesso sito di legame su un enzima. Ma in entrambi gli àmbiti non ho mai sentito parlare né di sostanze competitrici né di concorrenti: si potrebbe dire che due molecole "concorrono" per il legame a un recettore o a un sito enzimatico, ma "competono" la trovo metafora più indicata, e richiama la competizione sportiva.domna charola ha scritto:Esisteva già anche nel linguaggio tecnico delle scienze biologiche. Gli organismi competitori sono quelli che in un ecosistema possono occupare la medesima nicchia ecologica di altri e che quindi possono soppiantarli o ostacolarne la diffusione.
In questo caso si realizza una "competizione" (letteralmente: ambedue richiedono le medesime condizioni, lottano per lo stesso abitat") fra i due gruppi. "Concorrenti" suona più impreciso.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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