«Sé stesso»
Moderatore: Cruscanti
Sull'accentazione di sé stesso si è nuovamente espressa l'Accademia della Crusca anche se con un'analisi e delle affermazioni in parte discutibili (la raccomandazione finale mi sembra invece condivisibile).
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Quali sono le affermazioni discutibili? Mi sembra che non si sia sbilanciata per niente, l'autrice.
Anche se vorrei capire chi sono questi studiosi che «evitano infatti in questo caso di indicare l’accento a livello grafico»: non c'è nessuna citazione da una grammatica o manuale di ortografia, mentre ce ne sono varie per il "partito" opposto (e potrebbero essere molte di piú).
Anche se vorrei capire chi sono questi studiosi che «evitano infatti in questo caso di indicare l’accento a livello grafico»: non c'è nessuna citazione da una grammatica o manuale di ortografia, mentre ce ne sono varie per il "partito" opposto (e potrebbero essere molte di piú).
E sembra diretta soprattutto agli insegnanti, colla volontà di salvare gli alunni: non si capisce perché altrimenti questo cambiamento di linea rispetto all'affermazione precedente «Alcuni, quando il pronome sé è seguito da stesso e medesimo, tralasciano di indicare l'accento, perché in questo caso il se pronome non può confondersi con se congiunzione: se stesso, se medesimo. Noi, però, consigliamo di indicare l'accento anche in questo caso, e quindi di scrivere sé stesso, sé medesimo».bubu7 ha scritto:la raccomandazione finale mi sembra invece condivisibile.
Ad esempio, l'autrice conclude (grassetto mio):Federico ha scritto:Quali sono le affermazioni discutibili?
Ma la grammatica del Serianni lascia la scelta tra le due possibilità; La lingua italiana, la grammatica di Dardano e Trifone, dà la preferenza a sé stesso e solo tra parentesi aggiunge: "anche senza accento se stesso"; nella prima edizione della grammatica del Battaglia è riportata solo la forma accentata; infine, nella nuovissima Grammatica di riferimento dell'italiano contemporaneo (2006) di Patota l'autore scrive: "Quando il pronome sé è seguito da stesso o medesimo, l'accento può essere tralasciato, perché in questo caso non è possibile confonderlo con la congiunzione se. Si può scrivere, dunque, sé stesso oppure se stesso, ma forse, per evitare confusioni, è preferibile scrivere sempre sé stesso".In conclusione, sebbene negli attuali testi di grammatica per le voci rafforzate se stesso, se stessa e se stessi non sia previsto l’uso dell’accento...
Penso che farò una segnalazione all'autrice...
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
- Infarinato
- Amministratore
- Interventi: 5603
- Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 10:40
- Info contatto:
Anzi, direi che propende per la forma accentata: «è preferibile non introdurre inutili eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo».bubu7 ha scritto:Ma la grammatica del Serianni lascia la scelta tra le due possibilità…
Per non parlare di Camilli & Fiorelli, DOP e Gabrielli…

Ho inviato una segnalazione alla redazione del sito dell'Accademia.bubu7 ha scritto: Penso che farò una segnalazione all'autrice...
La replica della responsabile del Servizio di consulenza linguistica è giunta a stretto giro di posta (elettronica).
Forse un "sempre" provvederà a eliminare la possibile ambiguità delle conclusioni: "In conclusione, sebbene negli attuali testi di grammatica per le voci rafforzate se stesso, se stessa e se stessi non sia sempre previsto l’uso dell’accento...".
Staremo a vedere...

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Non so però quanto sia corretto: l'uso dell'accento è previsto necessariamente, dal momento che la sua omissione è sempre e comunque presentata come un'eccezione, al massimo obbligatoria, ma neanche per tutti quelli che la prescrivono.
Di certo però in questo modo l'articolo recupererà un po' di coerenza interna.
Di certo però in questo modo l'articolo recupererà un po' di coerenza interna.
-
- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
Torno su una discussione vecchiotta...
Leggo che molti (ormai la maggioranza) scrivono sé stesso senza l'accento acuto sulla e perché in questo caso non si può confondere con la congiunzione. Nella sua Grammatica (I.177b.) Serianni dice: «è preferibile non introdurre inutili eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo». Inoltre, nella Prima lezione di grammatica (p.115), lo stesso Serianni scrive:
«Perché questa eccezione [...] ? Perché - dice taluno - in questo caso il pronome è atono e il vero accento cade sulla parola successiva: ma forse non scriviamo tutti a sé stante, [...] ? Altri osservano che, davanti a stesso, viene meno la necessità di distinguere il pronome dalla congiunzione. Anche questo è un argomento fallace: intanto il problema si ripresenterebbe al plurale maschile e femminile (se stessi e se stesse sono sequenze ambigue, in cui il monosillabo iniziale può rappresentare un pronome oppure una congiunzione ipotetica: «Guardare dentro se stessi», «Se stessi male, andrei dal medico»; [...]» (sottolineatura mia).
A questo punto che dovremmo fare, scrivere sé stessi e sé stesse ma se stesso e se stessa?
Leggo che molti (ormai la maggioranza) scrivono sé stesso senza l'accento acuto sulla e perché in questo caso non si può confondere con la congiunzione. Nella sua Grammatica (I.177b.) Serianni dice: «è preferibile non introdurre inutili eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo». Inoltre, nella Prima lezione di grammatica (p.115), lo stesso Serianni scrive:
«Perché questa eccezione [...] ? Perché - dice taluno - in questo caso il pronome è atono e il vero accento cade sulla parola successiva: ma forse non scriviamo tutti a sé stante, [...] ? Altri osservano che, davanti a stesso, viene meno la necessità di distinguere il pronome dalla congiunzione. Anche questo è un argomento fallace: intanto il problema si ripresenterebbe al plurale maschile e femminile (se stessi e se stesse sono sequenze ambigue, in cui il monosillabo iniziale può rappresentare un pronome oppure una congiunzione ipotetica: «Guardare dentro se stessi», «Se stessi male, andrei dal medico»; [...]» (sottolineatura mia).
A questo punto che dovremmo fare, scrivere sé stessi e sé stesse ma se stesso e se stessa?

Una volta stabilito che sé pronome reca l’accento per distinguerlo dalla congiunzione se e dal pronome atono se, lo reca sempre in tutti i casi: sé stesso, sé stessa, sé stessi, sé stesse. La regola della caduta dell’accento è una di quelle fasulle, e proprio in quanto fasulla, scrupolosamente osservata e tramandata dalle indòtte maestrine.Andrea Russo ha scritto:A questo punto che dovremmo fare, scrivere sé stessi e sé stesse ma se stesso e se stessa?

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
-
- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
-
- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
Questa ancora mi mancava. Al programma televisivo Prossima fermata (La7) due anni fa furono invitati Giuseppe Patota e Valeria Della Valle, ai quali vennero rivolte alcune domande sul congiuntivo e su alcuni errori comuni: l'intenzione è lodevole, dato che all'utente medio può essere molto utile. Peccato che dopo aver proposto come primo errore *qual'è, propongono come secondo sé stesso!
, facendo a dir poco una figuraccia, coi due linguisti che s'affrettano a ribadire che non si tratta affatto di un errore.
La puntata si può vedere a questo collegamento:
http://www.la7.it/prossimafermata/pvide ... ?id=i63004

La puntata si può vedere a questo collegamento:
http://www.la7.it/prossimafermata/pvide ... ?id=i63004
Lei è una miniera di collegamenti interessanti! 
Ne approfitto per dire che ho scritto (nuovamente) al professor Patota per alcune osservazioni relative alla sezione delle reggenze verbali nella sua grammatica.

Ne approfitto per dire che ho scritto (nuovamente) al professor Patota per alcune osservazioni relative alla sezione delle reggenze verbali nella sua grammatica.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
La ringrazio tanto anch'io del collegamento. Che fastidio sentire il conduttore rimbeccare i due linguisti su «sé stesso», definendo Serianni «un eretico»!Andrea Russo ha scritto:Questa ancora mi mancava. Al programma televisivo Prossima fermata (La7) due anni fa furono invitati Giuseppe Patota e Valeria Della Valle, ai quali vennero rivolte alcune domande sul congiuntivo e su alcuni errori comuni: l'intenzione è lodevole, dato che all'utente medio può essere molto utile. Peccato che dopo aver proposto come primo errore *qual'è, propongono come secondo sé stesso!, facendo a dir poco una figuraccia, coi due linguisti che s'affrettano a ribadire che non si tratta affatto di un errore.
La puntata si può vedere a questo collegamento:
http://www.la7.it/prossimafermata/pvide ... ?id=i63004

-
- Interventi: 763
- Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37
Leggo ora che nella Grammatica italiana di base di Pietro Trifone e Massimo Palermo si consiglia l'accentazione sé stesso, sé stessa, ecc., anche se indirettamente, cioè non consigliano esplicitamente di usare l'accento ma lo utilizzano quando trattano i pronomi riflessivi.
Marcello Sensini, invece, nella sua Grammatica della lingua italiana, non si sbilancia ed espone brevemente le varie opinioni al riguardo.
Marcello Sensini, invece, nella sua Grammatica della lingua italiana, non si sbilancia ed espone brevemente le varie opinioni al riguardo.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 1 ospite