Per quanto possa valere un riquadro (che costoro si ostinano a chiamare box) in un dizionario tascabile di tedesco, sono rimasto colpito dal fatto che hanno citato il loro. Evidentemente l'uso di Sie deve aver giocato un ruolo, tuttavia da qualche parte mi pare d'aver trovato davvero questa forma. Mi piacerebbe sapere in che epoca e in quale parte d'Italia si è usato il loro come forma di cortesia oppure si tratta solo di un mio abbaglio e di un'invenzione della Langenscheidt.Il Langenscheidt tascabile d'italiano ha scritto:Das Pronomen für die Höflichkeitsform ist im Italienischen die dritte Person lei für die Einzahl. Für die Mehrzahl wird generell das unformelle voi benutzt. Loro ist sehr formell.
(Il pronome per la forma di cortesia in italiano è la terza persona lei per il singolare. Per il plurale si usa generalmente l'informale voi. Il loro è molto formale.)
Occorrenza in italiano del «loro»
Moderatore: Cruscanti
Occorrenza in italiano del «loro»
Sul Taschenwörterbuch Italienisch della Langenscheidt, acquistato a Monaco di Baviera e pensato più per gli studenti tedeschi che per quelli italiani, trovo scritta questa cosa qui.
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Serianni scrive (VII.88.):
«I pronomi allocutivi reverenziali oggi correnti sono ella e lei per il singolare e loro / voi per il plurale» (sottolineatura mia).
Continua poi (VII.92.):
«il voi è obbligatorio quando ai singoli interlocutori si dia del tu, [...]. Tra l'altro la diffusione del voi elimina l'equivoco insito in loro».
«I pronomi allocutivi reverenziali oggi correnti sono ella e lei per il singolare e loro / voi per il plurale» (sottolineatura mia).
Continua poi (VII.92.):
«il voi è obbligatorio quando ai singoli interlocutori si dia del tu, [...]. Tra l'altro la diffusione del voi elimina l'equivoco insito in loro».
Il Loro di cortesia, benché ormai raro, fa parte da diversi secoli (dovrei controllare da quando di preciso) dell’italiano senz’aggettivi. Propongo parte della trattazione della GGIC (vol. III, VI.6.1.3., pp.361-362):
Simmetricamente all’uso del lei per l’ascoltatore, se gli ascoltatori sono piú d’uno e si vuole esprimere la Distanza, ci si può rivolgere con la forma alternativa loro e la III pers. pl. del verbo:
(50 a.) Sarebbe un disturbo per loro firmare qui?
(50 b.) Com’è andato la notte? Hanno riposato bene?
[...] L’uso di loro non è altrettanto generale di quello di lei. Mentre infatti, rispetto a lei, tu è confidenziale, questo non vale necessariamente per il voi rivolto a diversi ascoltatori. In genere si dà del voi alle stesse persone riunite a cui singolarmente si darebbe del lei.
Si pensi anche a lorsignori/lor signori, oggi certo un po’ obsolescente:
\NOT.\ Tutto è compito, se lor signori accordano quanto ho scritto, e lo confermano col giuramento, toccando in mano mia le scritture. (presenta a tutti le scritture; e giurano, toccando le medesime) Sono liberati dall’incomodo. (Goldoni, L’erede fortunata)
“Cioè...” rispose, con voce tremolante, don Abbondio: “cioè. Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste faccende. (Manzoni, I Promessi Sposi)
– Vorrei sapere da lor signori – disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio – vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!... (Collodi, Le avventure di Pinocchio)
A me è capitato qualche volta, in ristoranti di lusso, che il cameriere si rivolgesse al tavolo dove sedevo con il loro (I signori desiderano altro?), ma non rammento piú dove.
Simmetricamente all’uso del lei per l’ascoltatore, se gli ascoltatori sono piú d’uno e si vuole esprimere la Distanza, ci si può rivolgere con la forma alternativa loro e la III pers. pl. del verbo:
(50 a.) Sarebbe un disturbo per loro firmare qui?
(50 b.) Com’è andato la notte? Hanno riposato bene?
[...] L’uso di loro non è altrettanto generale di quello di lei. Mentre infatti, rispetto a lei, tu è confidenziale, questo non vale necessariamente per il voi rivolto a diversi ascoltatori. In genere si dà del voi alle stesse persone riunite a cui singolarmente si darebbe del lei.
Si pensi anche a lorsignori/lor signori, oggi certo un po’ obsolescente:
\NOT.\ Tutto è compito, se lor signori accordano quanto ho scritto, e lo confermano col giuramento, toccando in mano mia le scritture. (presenta a tutti le scritture; e giurano, toccando le medesime) Sono liberati dall’incomodo. (Goldoni, L’erede fortunata)
“Cioè...” rispose, con voce tremolante, don Abbondio: “cioè. Lor signori son uomini di mondo, e sanno benissimo come vanno queste faccende. (Manzoni, I Promessi Sposi)
– Vorrei sapere da lor signori – disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio – vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!... (Collodi, Le avventure di Pinocchio)
A me è capitato qualche volta, in ristoranti di lusso, che il cameriere si rivolgesse al tavolo dove sedevo con il loro (I signori desiderano altro?), ma non rammento piú dove.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Forse in qualche Fellini.Andrea Russo ha scritto:Per il loro usato dai camerieri, mi pare d'averlo sentito in qualche filme, ma non ricordo quale.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Le poche volte che sono andato in un ristorante scicche cogli amici (son tutt’altro che aduso a frequentare di codesti posti… al limite qualche trattoriaccia
) effettivamente i camerieri si rivolgevano a noi col loro.

Ultima modifica di Ferdinand Bardamu in data gio, 12 gen 2012 7:54, modificato 1 volta in totale.
Da quello che dice, mi pare di capire che usassero il loro anche se si trattava di un'unica persona. O ho frainteso?Ferdinand Bardamu ha scritto:Le poche volte che sono andato in un ristorante scicche (son tutt’altro che aduso a frequentare di codesti posti… al limite qualche trattoriaccia) effettivamente i camerieri si rivolgevano a me col loro.
Ferdinand mi correggerà se sbaglio, ma penso che intendesse dire che il loro era riferito a un gruppo di persone di cui faceva parte. Diversamente, sarebbe un uso non marginale, ma agrammaticale! 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
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Una volta un professore molto colto e un pochino in su con gli anni invitò la mia famiglia a casa sua. A un tratto chiese a mia madre: "Gradiscono un caffè?" Mia madre si guardava intorno, come se si stesse chiedendo: "Ma loro chi? Con chi sta parlando?" 

Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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