La Filocalía, letteralmente amore della bellezza, è il titolo di una importante raccolta di testi della Chiesa cristiana ortodossa. La bellezza in questione non è quella fisica o esteriore, ma quella spirituale.
Il Treccani e il DOP in linea non contengono il lemma filocalía. Mi chiedo se tale termine sia mai stato usato al di fuori del contesto dell'opera citata per indicare, appunto, l'amore per la bellezza in almeno una delle sue possibili accezioni. Se no, esistono parole alternative che esprimano la stessa idea?
Jonathan ha scritto:Il Treccani e il DOP in linea non contengono il lemma filocalía. Mi chiedo se tale termine sia mai stato usato al di fuori del contesto dell'opera citata per indicare, appunto, l'amore per la bellezza in almeno una delle sue possibili accezioni. Se no, esistono parole alternative che esprimano la stessa idea?
Filocalia (greco = amore della bellezza) raccolta di brani di mistici e di padri della Chiesa greca dal IV al XIV sec. d. C. compilata da Nicodemo l'Agiorita (v.) e da Macario Vescovo di Corinto. La F. fu pubblicata a Venezia nel 1782 e tradotta successivamente in russo. Ha determinato il risveglio della preghiera del cuore ¯ nei Paesi cristiano-orientali....
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi) «Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Avevo già dato un'occhiata a Google Libri, ma non mi ero accorto dei rimandi a sant'Agostino e Petrarca (mi limito ai primi che ho trovato). Quanto riportato dall'Enciclopedia Oceanica fa di nuovo riferimento alla raccolta di scritti La Filocalia, come d'altronde la stragrande maggioranza dei risultati di ricerca in rete; quindi niente di nuovo.
Sembra davvero una parola abbandonata, almeno in ambito non squisitamente specialistico. Eppure, come e piú ancora dell'usatissimo filosofia, si tratta di un termine che esprime un concetto comune al sentire di tutti gli esseri umani.
Il fatto che sia ignorato da alcuni dei piú importanti dizionari in linea (non è neppure nel Sabatini Coletti) mi lascia perplesso.
Ultima modifica di Jonathan in data gio, 19 gen 2012 20:23, modificato 1 volta in totale.
È registrata nel Battaglia, con la marca Disus[ato].
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Filocalía, inteso come «amore per la bellezza spirituale» è un termine che possiamo far risalire, per primo, a Platone, come ricorda Franco Rella ne L’enigma della bellezza (2006). In Platone l’identità tra filosofo e filocalo è −quasi− totale (non mi addentro nella questione ontologica). Dopo il filosofo greco, Agostino riprende il tema dell’identità tra le due filo: «Non disprezzare questo termine a causa dell’uso popolare, infatti filocalia e filosofia sono denominate quasi allo stesso modo, e vogliono apparire per cosí dire sorelle, e lo sono», scrive in Contra academicos. La conoscenza è qui intesa come autentica bellezza; si spiega cosí la suddetta identità. A riprendere il termine, con la stessa accezione, è Shaftesbury, un filosofo del Romanticismo.
Questi i contesti piú importanti dove il termine è adoprato con la sfumatura spirituale.
Un sinonimo mi pare difficile trovarlo: «esteta» ha che fare con la bellezza tangibile; e spesso ha connotazione negativa. Filocalía, anche in estetica filosofica, è impiegato parcamente; forse perché, se si vuole indicare un uomo amante dell’amena armonia del soprassensibile, si usa, in senso lato, filosofo (che ha anche questa accezione).
Non escludo, però, che qualcuno possa ripescarlo nel suo senso ingenuo e etimologico, scevro di suggestioni religiose: «amore per la bellezza in genere».