«Dattiloscritto»
Moderatore: Cruscanti
«Dattiloscritto»
Si può parlare di dattiloscritto per un fascicolo di testo scritto mediante calcolatore? Certo non manoscritto come molti aspiranti scrittori insistono a scrivere... Altrimenti, avete qualche suggerimento per un vocabolo appropriato?
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Re: «Dattiloscritto»
Perché no? Dattiloscritto significa scritto a macchina, e letteralmente significa scritto [pigiando i tasti di una macchina] con le dita. Che poi la macchina sia meccanica come all'origine o elettronica come oggi, non fa differenza.Carnby ha scritto:Si può parlare di dattiloscritto per un fascicolo di testo scritto mediante calcolatore? Certo non manoscritto come molti aspiranti scrittori insistono a scrivere... Altrimenti, avete qualche suggerimento per un vocabolo appropriato?
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Ha ragione, è un orrore suggeritomi dal Treccani, secondo il quale tutto ciò che è composto con un calcolatore è "computerizzato", quindi anche uno scritto.Marco1971 ha scritto:Che orrore! Da lei, poi, Fausto?Fausto Raso ha scritto:Computerizzato?
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«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Re: «Dattiloscritto»
Credo però che a questo punto sarebe bene chiedere a Carnby maggiori spiegazioni riguardo al suo dubbio. In effetti la domanda che pone è molto precisa e se la vogliamo leggere unicamente in quella chiave, sono d'accordo con voi.Freelancer ha scritto:Perché no? Dattiloscritto significa scritto a macchina, e letteralmente significa scritto [pigiando i tasti di una macchina] con le dita. Che poi la macchina sia meccanica come all'origine o elettronica come oggi, non fa differenza.Carnby ha scritto:Si può parlare di dattiloscritto per un fascicolo di testo scritto mediante calcolatore? Certo non manoscritto come molti aspiranti scrittori insistono a scrivere... Altrimenti, avete qualche suggerimento per un vocabolo appropriato?
Ma se più in generale stiamo parlando dell'evoluzione del vecchio "manoscritto" e quindi di un qualsiasi fascicolo di testo stampato, mi sembra che la logica di estendere il significato letterale di dattiloscritto sia decisamente forzata.
Nessuno ci assicura che il testo sia stato digitato con una tastiera. Potrebbe essere stato dettato e trasformato in testo da un semplice programma, oppure copia-incollato da chissà quale fonte o magari generato direttamente da un algoritmo.
Direi quindi che se non si vuole usare manoscritto, perchè fuorviante visto che non è "scritto a mano", si cade in errore a usare dattiloscritto che è forse ancor più restrittivo.
Non voglio essere capito, voglio essere; capito?
In effetti, cercavo una parola che potesse descrivere univocamente un fascicolo di testo scritto mediante un calcolatore, sia digitato, sia ricavato elettronicamente da uno stampato (OCR), sia dettato a voce tramite un programma di riconoscimento vocale ecc. Dato che l'aspetto finale (sul monitore o stampato) è abbastanza simile a un dattiloscritto e molto differente da un manoscritto propriamente detto, avevo pensato alla prima soluzione. Qualche minuto fa al TG2 hanno parlato di editoria e hanno usato perlopiù manoscritto per testi presumibilmente composti tramite programmi di videoscrittura, ma in un'occasione anche dattiloscritto.
- Ferdinand Bardamu
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A mio modesto parere, l’estensione semantica per cui un testo elaborato attraverso un calcolatore diviene un manoscritto è lecita solo quando si considera l’accezione di «testo originale inviato da un autore» (cfr. Vocabolario Treccani in linea, s.v. «manoscritto», 2a).
Una maggiore accuratezza lessicale richiederebbe, invece, l’impiego di termini come dattiloscritto (se scritto pigiando tasti, non importa se d’un calcolatore o di una macchina da scrivere) oppure videoscritto, come, secondo me, ben propone Carnby, per tutti quei testi che non sono prodotti da un’azione diretta, come la pressione di tasti, ma sono comunque visualizzati entro uno schermo. Che ne pensate?
Una maggiore accuratezza lessicale richiederebbe, invece, l’impiego di termini come dattiloscritto (se scritto pigiando tasti, non importa se d’un calcolatore o di una macchina da scrivere) oppure videoscritto, come, secondo me, ben propone Carnby, per tutti quei testi che non sono prodotti da un’azione diretta, come la pressione di tasti, ma sono comunque visualizzati entro uno schermo. Che ne pensate?
Anche a me piace l'interpretazione di Treccani riguardo a manoscritto, mi sembra lecito coglierne la sua accezzione più generica se usata nel giusto contesto.
Quello che forse non capisco è l'esigenza di trovare un termine che soddisfi la sua evoluzione più moderna.
La tecnologia di oggi offre infinite sfumature riguardo alle tecniche di realizzazione di un testo e non mi sembra che abbia tutta questa importanza sottolinearle nella parola che vogliamo usare.
Io ad esmpio uso quotidianamente la tavoletta grafica e in molte bozze scrivo testi "a mano" con uno strumento che è del tutto simile ad una penna (seppur digitale) eppure non mi sentirei di definire il testo manoscritto. Oppure prendiamo un testo inciso a mano sulla pietra, nessuno può negare che è scritto a mano, ma è forse un manoscritto? Insomma a me sembra di capire che ormai abbiamo dato una sorta di interpretazione generica a questo termine e mi sembra superfluo cercarne un moderno.
Se scrivo un racconto con un programma qualsiasi di videoscrittura e lo mando in formato digitale a un editore, mi pare di capire, non posso chiamarlo manoscritto, ma se lo stampo e lo consegno come un fascicolo allora si?
Io credo che la giusta coerenza stia nell'accettare l'estensione semantica di manoscritto oppure, al contrario, essere ligi all'etimologia e lasciare che manoscirtto e dattiloscirtto abbiano unicamente significato di "testo scritto a mano" e "testo scritto a macchina" e per tutto il resto cercare, in base al contesto, la parola più adatta.
Quello che forse non capisco è l'esigenza di trovare un termine che soddisfi la sua evoluzione più moderna.
La tecnologia di oggi offre infinite sfumature riguardo alle tecniche di realizzazione di un testo e non mi sembra che abbia tutta questa importanza sottolinearle nella parola che vogliamo usare.
Io ad esmpio uso quotidianamente la tavoletta grafica e in molte bozze scrivo testi "a mano" con uno strumento che è del tutto simile ad una penna (seppur digitale) eppure non mi sentirei di definire il testo manoscritto. Oppure prendiamo un testo inciso a mano sulla pietra, nessuno può negare che è scritto a mano, ma è forse un manoscritto? Insomma a me sembra di capire che ormai abbiamo dato una sorta di interpretazione generica a questo termine e mi sembra superfluo cercarne un moderno.
Se scrivo un racconto con un programma qualsiasi di videoscrittura e lo mando in formato digitale a un editore, mi pare di capire, non posso chiamarlo manoscritto, ma se lo stampo e lo consegno come un fascicolo allora si?
Io credo che la giusta coerenza stia nell'accettare l'estensione semantica di manoscritto oppure, al contrario, essere ligi all'etimologia e lasciare che manoscirtto e dattiloscirtto abbiano unicamente significato di "testo scritto a mano" e "testo scritto a macchina" e per tutto il resto cercare, in base al contesto, la parola più adatta.
Ultima modifica di edoram in data ven, 02 mar 2012 1:51, modificato 1 volta in totale.
Non voglio essere capito, voglio essere; capito?
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Oggi pomeriggio sono riuscito finalmente a trovare Un treno di sintomi di Serianni. Nell'introduzione, e in particolare in un piccolo paragrafo in cui ringrazia chi lo aiutato nella stesura del libro, ringrazia il suo medico di famiglia, «che ha letto il videoscritto alla luce della sua specifica competenza professionale [...]» (p. 11, grassetto mio).Carnby ha scritto:Videoscritto (da [programma di] videoscrittura)?
Ottimo allora! Grazie!Andrea Russo ha scritto:Oggi pomeriggio sono riuscito finalmente a trovare Un treno di sintomi di Serianni. Nell'introduzione, e in particolare in un piccolo paragrafo in cui ringrazia chi lo aiutato nella stesura del libro, ringrazia il suo medico di famiglia, «che ha letto il videoscritto alla luce della sua specifica competenza professionale [...]» (p. 11, grassetto mio).

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