Malfunzionante o mal funzionante
Moderatore: Cruscanti
Malfunzionante o mal funzionante
Buongiorno a tutti,
sto cercando di verificare in più testi (dizionari, vocabolari, grammatiche) quale sia la forma corretta di "mal funzionante".
Apparentemente è preferibile la forma ortografica "mal funzionante". Ma sulla scia di malfunzionamento, si trova anche come unico termine.
Attendo con piacere i vostri contributi relativamente alla tesi più favorevole.
Cordiali saluti
sto cercando di verificare in più testi (dizionari, vocabolari, grammatiche) quale sia la forma corretta di "mal funzionante".
Apparentemente è preferibile la forma ortografica "mal funzionante". Ma sulla scia di malfunzionamento, si trova anche come unico termine.
Attendo con piacere i vostri contributi relativamente alla tesi più favorevole.
Cordiali saluti
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
- Interventi: 5195
- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Non credo ci sia una gran differenza tra la grafia unita e quella staccata. Il Treccani in linea alla voce «funzionamento» non dà prescrizioni:
mal f. di un meccanismo, di un’industria, e sim. (anche in grafia unita, malfunzionamento).
Su Repubblica, malfunzionamento (467 risultati) prevale su mal funzionamento (92 risultati). Cosí sul Corriere: malfunzionamento (503 risultati), mal funzionamento (41 risultati).
Sul Corriere, mal funzionante (38 risultati) soccombe a malfunzionante (75 risultati). Cosí anche su Repubblica, anche se malfunzionante (61 risultati) «vince» con uno scarto minore su mal funzionante (47 risultati).
La tendenza, dunque, è di univerbare quelle parole composte di piú elementi autonomi quando sono usate costantemente e formano un'unità di significato.
mal f. di un meccanismo, di un’industria, e sim. (anche in grafia unita, malfunzionamento).
Su Repubblica, malfunzionamento (467 risultati) prevale su mal funzionamento (92 risultati). Cosí sul Corriere: malfunzionamento (503 risultati), mal funzionamento (41 risultati).
Sul Corriere, mal funzionante (38 risultati) soccombe a malfunzionante (75 risultati). Cosí anche su Repubblica, anche se malfunzionante (61 risultati) «vince» con uno scarto minore su mal funzionante (47 risultati).
La tendenza, dunque, è di univerbare quelle parole composte di piú elementi autonomi quando sono usate costantemente e formano un'unità di significato.
Gentile Ferdinand,
La ringrazio per il Suo sollecito intervento, peraltro corredato da dati precisi.
Mi pare di capire che, come spesso accade, l'uso si discosti dalla grafia di preferenza, o sbaglio? Cioè le occorrenze registrate per la grafia unita si contrappongono a quanto riportato nei testi da me consultati.
So che si tratta forse di un cavillo, ma non siam forse qui a cavillare?
La ringrazio per il Suo sollecito intervento, peraltro corredato da dati precisi.
Mi pare di capire che, come spesso accade, l'uso si discosti dalla grafia di preferenza, o sbaglio? Cioè le occorrenze registrate per la grafia unita si contrappongono a quanto riportato nei testi da me consultati.
So che si tratta forse di un cavillo, ma non siam forse qui a cavillare?

A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
- Ferdinand Bardamu
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- Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
- Località: Legnago (Verona)
Di nulla.
Se consideriamo la lingua dei giornali come rappresentativa di una tendenza propria di tutti gli scriventi, allora dovremmo trarne la conclusione che l'univerbazione stia diventando la norma.
Però siamo in un campo in cui si può dire che questo o quello pari sono o quasi. L'unico suggerimento che mi sento di dare è quello di scegliere una scrizione e mantenerla coerentemente e costantemente.

Se consideriamo la lingua dei giornali come rappresentativa di una tendenza propria di tutti gli scriventi, allora dovremmo trarne la conclusione che l'univerbazione stia diventando la norma.
Però siamo in un campo in cui si può dire che questo o quello pari sono o quasi. L'unico suggerimento che mi sento di dare è quello di scegliere una scrizione e mantenerla coerentemente e costantemente.
Voto per la grafia univerbata (e per corredato di). 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
-
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Gentile Silvia, non me ne vorrà se le faccio notare che il verbo 'corredare' si costruisce con la preposizione di: quel testo è corredato di ricche foto..Silvia. ha scritto:La ringrazio per il Suo sollecito intervento, peraltro corredato da dati precisi.
È ammessa anche la preposizione con.
Non mi ero accorto che Marco mi ha preceduto sul corretto uso del verbo 'corredare'.
PS.: Si può trovare costruito con la preposizione da, ma non è un uso da seguire.

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Grazie per la segnalazione del "corredato di". A volte anche fonti percepite come illustri (vedi Treccani) usano "corredato da" addirittura nelle definizioni dei lemmi (solo per citare un esempio: http://www.treccani.it/vocabolario/schermo/), quindi potete immaginare come venga alla fine assimilato al pari di altre forme.
Ci si aspetterebbe più cura nell'uso della lingua, almeno in questi frangenti, ma già tanto è stato detto in merito, che vi risparmierò la solita filippica.
Ci si aspetterebbe più cura nell'uso della lingua, almeno in questi frangenti, ma già tanto è stato detto in merito, che vi risparmierò la solita filippica.

A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
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