Un sorriso radiofonico
Moderatore: Cruscanti
Un sorriso radiofonico
Vi riporto un pettegolezzo, nulla di importante, ma credo possa strappare un sorriso. Sabato, in tarda mattina, sintonizzato su Radio 105, ascoltavo l'intervista a un artista della scena metropolitana romana. Parlando del suo nuovo disco, il cantante affermava che «il sound del disco si basa su radici particolari...»; a quel punto la presentatrice lo ha fermato e rimproverato, "simpaticamente" ma fermamente, dicendo: «vuoi dire il suono vero?!? Il "sound" è una espressione così vecchia...non la usa più nessuno!!» e il cantante ha ammesso di essere "vecchio", perché i più giovani usano solo l'espressione italiana.
So che l'evento non ha valore statistico e non è frequente come vorremmo, però mi ha fatto sorridere che in una trasmissione in onda su una radio nazionale si rendesse in modo così esplicito l'equazione anglicismo=vecchio e desueto, termine italiano=moderno e figo... magari succedesse più spesso!
So che l'evento non ha valore statistico e non è frequente come vorremmo, però mi ha fatto sorridere che in una trasmissione in onda su una radio nazionale si rendesse in modo così esplicito l'equazione anglicismo=vecchio e desueto, termine italiano=moderno e figo... magari succedesse più spesso!
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Desidererei piuttosto che la nostra lingua, in concomitanza con il ritrovato spirito di italianità mostrato in questo 150° dell'unità, diventasse di moda "permanentemente".
Se così fosse gli anglismi e sinicismi/mandarismi, certo se presenti in misura più limitata dell'attuale, non danneggerebbero particolarmente l'italiano.
Se così fosse gli anglismi e sinicismi/mandarismi, certo se presenti in misura più limitata dell'attuale, non danneggerebbero particolarmente l'italiano.
- SinoItaliano
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Non sarei cosí sicuro, caro Infarinato!Infarinato ha scritto:Non necessariamente: foneticamente (toneticamente, sarebbe impossibile per una lingua come l’italiano) i sinicismi (lege: «mandarinismi») sarebbero [in media] piú facilmente adattabili.
Ci sono tanti dittonghi ostici per gli italiani, cosí come vocali nasali velari, alveolari; consonanti retroflesse, aspirate, ecc. ecc.
Direi che i piú adattabili sono i nipponismi e gli iberismi...
In compenso il cinese parlato da noi residenti in Italia è strapieno di italianismi.
Quando mi sono trasferito in Cina, ho dovuto imparare una sfilza di parole cinesi «pure»: ho risciacquato i panni nel Fiume Giallo (traduzione letterale di Huang He: come si potrebbe adattare foneticamente? ) dopo averli sciacquati nel Biondo Tevere.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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