In effetti è un esito potenziale (benché speriamo non si verifichi mai, ovviamente!)... il problema, secondo me, è che il legislatore molte volte dà poca importanza alla questione linguistica, e sceglie termini o espressioni senza tener conto del fatto che dovranno competere con l'equivalente inglese.
Nel caso di
protezione dei dati personali, per esempio, l'espressione scelta dal legislatore è decisamente troppo prolissa e burocratese, parte svantaggiata rispetto a
privacy. Se avessero "osato" proporre
privatezza (coniato da Montale), o anche solo
riservatezza, credo che la situazione sarebbe stata diversa.

D'altra parte vedendo quanto usano il termine angloamercano nel sito dell'Autorità (
www.garanteprivacy.it, e ho detto tutto

) vien quasi da pensare che lo abbiano voluto spingere per primi. Naturalmente penso e spero di sbagliarmi, almeno in parte. Sarà stata pigrizia, mista a lassismo e complesso di inferiorità.
P.S. Quando parlo in inglese preferisco decisamente la pronuncia britannica /ˈpɹɪvəsi/ rispetto a quella statunitense /ˈpɹaɪvəsi/ .
