Menzogna
Moderatore: Cruscanti
- Sandro1991
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Menzogna
Qual è, secondo voi, la pronuncia piú elegante? Io preferisco con la sonora, il DOP ci dice che ultimamente si sta diffondendo proprio questa, anche se la marca con la non-sonora; il DiPI attesta il doppio uso nelle regioni normalizzanti. Ma diacronicamente quale sarebbe l'esito genuino, se si può mettere in questi termini, di quella zeta?
Io l’ho sempre pronunciata con la sorda, conformemente all’etimo:
menzógna s. f. [lat. *mentionia, der. di mentiri «mentire»]. (Treccani)
Mi sono stupito di sentire menzognero pronunciato con la sonora da diversi tenori nell’aria La donna è mobile, tratta dal Rigoletto di Verdi. Mi suona meridionale, come /al'dzare/ per /al'tsare/.
menzógna s. f. [lat. *mentionia, der. di mentiri «mentire»]. (Treccani)
Mi sono stupito di sentire menzognero pronunciato con la sonora da diversi tenori nell’aria La donna è mobile, tratta dal Rigoletto di Verdi. Mi suona meridionale, come /al'dzare/ per /al'tsare/.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Sandro1991
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Non credo proprio: influisce il fatto che un famoso tenore come Giuseppe di Stefano era siciliano e che i cantanti lirici non sono tenuti a controllare e a seguire una pronuncia modello, perché hanno che fare con tutte le difficoltà legate all’impostazione della voce e all’esecuzione della musica. Basta che uno lanci, senza sapere né volere, la moda di menzogna con ‘z’ sonora, e tutti gli altri seguono, specie gli stranieri, che si modellano sui cantanti madrelingua per la pronuncia.
Il modello neutro, checché ne dica il Canepàri, prevede la sorda.
Il modello neutro, checché ne dica il Canepàri, prevede la sorda.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Da una breve ricerca su YouTube, ascoltando le varie rese dell’aria, sembrerebbe proprio che qualcuno (ora non so se di Stefano o un altro prima di lui) abbia introdotto /mendzo-/, perché Caruso, che precede di molto, fa /mentso-/, come Bocelli, che segue di molto. Credo anche che la pronuncia prevalente al Settentrione preveda la sonora, ragion per cui anche Pavarotti ha la sonora.
La nota del DOP, che parla di voce limitata a casi gravi e solenni, mi sembra un po’ strana. Infatti la parola menzogna è tuttora di uso comune (il GRADIT la marca AU = Alto Uso). Penso che la diffusione recente in Toscana della sonora sia un influsso settentrionale (Silvia, di Milano, mi conferma che nella sua pronuncia è sonora) e che la qualifica di «grave e solenne» sia da interpretare appunto come una falsa impressione derivante dall’errore di pronuncia perpetuatosi nell’opera lirica. Ma, naturalmente, è solo una mia ipotesi.
La nota del DOP, che parla di voce limitata a casi gravi e solenni, mi sembra un po’ strana. Infatti la parola menzogna è tuttora di uso comune (il GRADIT la marca AU = Alto Uso). Penso che la diffusione recente in Toscana della sonora sia un influsso settentrionale (Silvia, di Milano, mi conferma che nella sua pronuncia è sonora) e che la qualifica di «grave e solenne» sia da interpretare appunto come una falsa impressione derivante dall’errore di pronuncia perpetuatosi nell’opera lirica. Ma, naturalmente, è solo una mia ipotesi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Forse qualcosa si può trovare qui. 

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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- SinoItaliano
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Essendo una parola «dotta» come hanno detto i signori sopra, io non ho una pronuncia fissa, dipende da «come mi gira»... a me viene spontaneo pronunciarlo con la sorda, ma a volte lo pronuncio con la sonora perché l'ho sentito più spesso cosí.
Caro Marco, forse a lei piacerà cosa mi hanno insegnato a scuola:
- altsare è romano, in italiano si dice aldzare
- in romano si dice tsio, ma in italiano si dice dzio
e siccome io ho imparato l'italiano principalmente a scuola e non in famiglia, ciò ha influito molto sulla mia pronuncia.
Attualmente pronuncio sempre altsare, ma a volte dico tsio e a volte dico dzio.

Quindi anche il verbo «menzionare» deriva dalla stessa radice?
Quando «menziono» una cosa sto mentendo o sto dicendo la verità?
Caro Marco, forse a lei piacerà cosa mi hanno insegnato a scuola:

- altsare è romano, in italiano si dice aldzare
- in romano si dice tsio, ma in italiano si dice dzio
e siccome io ho imparato l'italiano principalmente a scuola e non in famiglia, ciò ha influito molto sulla mia pronuncia.
Attualmente pronuncio sempre altsare, ma a volte dico tsio e a volte dico dzio.
Peccato che abbia perso la i, altrimenti se la parola fosse stata *menziogna la maggioranza degli italiani la pronuncerebbe con la z sorda.Marco1971 ha scritto:[lat. *mentionia, der. di mentiri «mentire»].[/color] (Treccani)

Quindi anche il verbo «menzionare» deriva dalla stessa radice?

Quando «menziono» una cosa sto mentendo o sto dicendo la verità?
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Sono menzogne.SinoItaliano ha scritto:Caro Marco, forse a lei piacerà cosa mi hanno insegnato a scuola:
- altsare è romano, in italiano si dice aldzare
- in romano si dice tsio, ma in italiano si dice dzio

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
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- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
Guardi che questa è la condizione anche di molti italiani, compresi diversi utenti del nostro foro, che hanno come lingua materna il dialetto e non l'italiano.SinoItaliano ha scritto: e siccome io ho imparato l'italiano principalmente a scuola e non in famiglia, ciò ha influito molto sulla mia pronuncia.
- u merlu rucà
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Mi trovi una lingua nazionale che abbia forme e pronunce uniformi.Marco1971 ha scritto:Come sempre, prevalgono le forme e le pronunce sbagliate.

Tanti anni fa avevo deciso di studiare un po' di svedese e il gruppo -tion (station) veniva reso, nella grammatica in mio possesso, come -sciun. Si immagini la mia sorpresa quando ho scoperto che una svedese pronunciava -hun, con una aspirazione molto forte.
È naturale che ci siano pronunce diverse secondo le regioni, questo accade in tutte le lingue. Ma è altrettanto naturale che esista un modello di riferimento sovrannazionale, e a quello mi riferisco.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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