Luca Serianni ha curato l'ultima edizione del Devoto-Oli, giusto? Allora perché alla voce affaire non ha corretto, là dove si dice che in italiano è sostantivo maschile? O non ha messo una nota al riguardo suggerendo l'uso del femminile? Perché gli sarà sfuggito, diranno alcuni. O perché, secondo me, Luca Serianni sa bene cosa sia la lingua dell'uso, e sa che nella coscienza del comune parlante affaire diventa maschile per attrazione della corrispondente parola italiana. E ci vuol tanto poi a capire che affaire ha una pregnanza diversa da affare, se usato bene? Perché mai altrimenti Leonardo Sciascia avrebbe intitolato il suo libro L'affaire Moro?Marco1971 ha scritto:Tornando al discorso iniziale, che riguardava il genere di affaire...
Da La Crusca risponde (p. 20):Chi di voi vorrà contraddire Luca Serianni?4. È lecito usare nel linguaggio scritto termini stranieri invece dei corrispondenti vocaboli italiani?
È difficile dare una risposta perentoria. Invece di “liceità” potremmo forse parlare di “buon gusto”. Molte volte il termine straniero risponde a una semplice ostentazione snobistica e rivela, più che le aperture internazionali, la pigrizia, il provincialismo e magari la superficiale cultura di chi scrive. L’uso avventato di forestierismi inutili può giocare anche brutti scherzi. Se lo scritto è destinato alla stampa, il tipografo talvolta storpia la parola straniera non familiare, facendo fare così brutta figura allo scrivente. Attenzione poi, se non si conosce più che bene una lingua straniera; chi dice o scrive “il brutto affaire degli appalti truccati” mostra una pratica assai approssimativa del francese: bisognerebbe dire “la brutta affaire” (affaire è femminile). Decisamente meglio, dunque, “il brutto affare”.
Luca Serianni
In un recente saggio Luca Serianni scrive "...Al purismo classico rinviano alcuni tipici atteggiamenti come l'antigallicismo, invero un po' suranné verso la fine del XX secolo..."
Ci voleva tanto a scrivere datati? Naturalmente Luca Serianni non è né pigro né provinciale né ha una cultura superficiale, e dato che qui parlava dell'antigallicismo magari ha deliberatamente infilato una parola francese e inoltre il suo pubblico è composto in genere di persone di grande competenza linguistica, ma è tanto per dire che neanche Luca Serianni disdegna, ogni tanto e in modo opportuno, l'uso di un termine straniero, facendo quindi disperare i puristi.